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Di Maio: “Il cessate-il-fuoco è necessario per il dialogo” (Anadolu Agency)

INTERVISTA PUBBLICATA IN LINGUA TURCA

https://www.aa.com.tr/tr/dunya/italya-disisleri-bakani-di-maio-italya-ve-turkiye-arasindaki-iliskiler-saglam-ve-mukemmeldir/1706317

SEGUE TRADUZIONE DI CORTESIA

1. Negli ultimi mesi, attorno alla Libia si sono sviluppate molte attività, sia in territorio libico sia nella comunità internazionale. Recentemente la Turchia e la Russia hanno avanzato una proposta di tregua in Libia. Cosa pensa della proposta di tregua fatta dalla Turchia e Russia? L’Italia la sostiene?

Il cessate il fuoco – per quanto ancora fragile –  è una notizia positiva, perché condizione indispensabile per il dialogo politico. La proposta turca e russa che ha condotto alla temporanea cessazione delle ostilità è dunque benvenuta. Il cessate il fuoco è un primo, importante passo nella giusta direzione. È ora indispensabile che la Comunità internazionale lavori unitamente per consolidare l’interruzione delle ostilità e capitalizzare questo sviluppo positivo.

2. Lunedì c’è stato un incontro a Mosca per valutare questa proposta di tregua. Il Premier libico Fayes es-Serraj l’ha firmata mentre Halife Haftar ha lasciato la capitale russa senza firmare. Sappiamo come notizia dell’ultim’ora che Haftar ha chiesto 2 giorni. Haftar potrebbe inoltre interrompere la tregua, se attaccasse di nuovo Tripoli. Lei come valuta l’atteggiamento di Haftar?

Abbiamo preso nota della firma dell’accordo da parte dei rappresentanti di Tripoli, il Presidente del Consiglio Presidenziale Serraj e il Presidente dell’Alto Consiglio di Stato Meshri. Il fatto che Haftar non abbia ancora firmato fa capire quanto sia complessa l’equazione libica. E quanto sia importante che tutta la Comunità Internazionale, a cominciare dai partecipanti alla Conferenza di Berlino, possa lavorare su una stessa agenda. Nel frattempo mi auguro che Haftar confermi, con senso di responsabilità, l’impegno a mantenere il cessate il fuoco: si tratta, come dicevo, di un’opportunità preziosa per la pace, che è necessario non farci sfuggire.

3. In attesa che Haftar firmi la tregua, con quale impostazione andate alla Conferenza di Berlino? Quali sono le aspettative dell’Italia? Come si può creare una tregua permanente, come il Presidente del Consiglio Conte ha detto ad Ankara, e forse anche la pace?

L’annuncio da parte tedesca che il prossimo 19 gennaio avrà luogo la Conferenza di Berlino –  alla quale parteciperò assieme al Presidente del Consiglio Conte – è una buona notizia e un importante passo avanti nella direzione auspicata dall’Italia, che ha chiesto con insistenza e ad ogni tavolo che la data arrivasse il più presto possibile, prima che la situazione sul terreno diventasse irrecuperabile. È ora cruciale lavorare insieme per il successo della Conferenza e per la concreta e rapida attuazione sul terreno dei suoi esiti, in stretto raccordo con UNSMIL e con tutte le parti libiche. Infatti la Conferenza non rappresenta la conclusione del processo ma l’inizio della parte più difficile dello stesso, che richiede la partecipazione sincera e costruttiva di tutti i Paesi più direttamente interessati alla crisi libica. Primi passi operativi verso l’attuazione di una tregua permanente devono essere la cessazione delle interferenze esterne, che in questi mesi hanno alimentato il conflitto, e l’attuazione di meccanismi per assicurare il pieno rispetto del regime di embargo al trasferimento di armi verso la Libia. Potrà quindi essere valutata, quando le condizioni lo consentiranno, l’istituzione di una missione internazionale per monitorare il cessate il fuoco.

4. Lei ha rilanciato dalla settimana scorsa la diplomazia verso la Libia. Prima Bruxelles poi İstanbul, Cairo, Algeria, di nuovo Bruxelles, Tunisi. Ha anche avuto colloqui telefonici col suo omologo turco, il Ministro Çavuşoğlu. Poi questo lunedì il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha effettuato una visita di lavoro ad Ankara ed incontrato il Presidente Recep Tayyip Erdoğan. Osserviamo che i rapporti tra l’Italia e la Turchia sono molto stretti sulla Libia. Queste visite e colloqui sono segnali positivi dei punti condivisi tra due Paesi sulla Libia?

Certamente. La Turchia è interlocutore fondamentale dell’Italia e dell’Unione Europea per le questioni di sicurezza, i flussi migratori e la politica regionale in Medio Oriente. Ankara è un attore chiave per la stabilità di quadranti geografici di primaria rilevanza nella regione. È un ruolo che comporta anche grandi responsabilità, di cui la Turchia si è mostrata ben consapevole – come ho potuto constatare in occasione del mio recente incontro ad Istanbul con il Ministro Çavuşoğlu, al quale ho espresso anche le preoccupazioni dell’Italia circa le intese sottoscritte con Tripoli in materia di sicurezza e di delimitazione marittima.

5. Anche Lei ha ribadito che sulla Libia si può creare una trilaterale tra Italia, Russia e Turchia. Di che tipo di meccanismo si tratta? Un vertice tra i Capi dei Governi oppure questa trilaterale è già attiva? Se “sì”, come si può dettagliare? Questo meccanismo trilaterale come può contribuire alla Libia ma anche alla regione del Mediterraneo?

Riteniamo che Turchia e Russia svolgano un ruolo estremamente importante nel contesto della crisi libica, come dimostrato dalle recenti iniziative congiunte volte a favorire la cessazione delle ostilità. Per questo, e in considerazione della natura prioritaria per gli interessi nazionali dell’Italia della situazione in Libia, riteniamo molto importante poter approfondire e rafforzare le consultazioni congiunte con Ankara e Mosca. Si tratta al momento di una proposta che abbiamo avanzato alle due capitali e inizialmente immaginiamo riunioni a livello di alti funzionari e/o Vice Ministri. Certo, in futuro si potrà anche valutare di proseguire anche a livello politico più alto.

6. Lei dice sempre che “L’Europa deve parlare a una voce sola” ma non vediamo questi segnali. Perché c’è una divisione tra i paesi membri dell’UE? In particolare, c’è un disaccordo tra l’Italia e la Francia sulla Libia?

Non ci sono divisioni tra gli Stati Membri dell’Unione sulla Libia anche se a volte può esserci la percezione di voci discordanti. Nelle ultime settimane ho personalmente promosso una forte iniziativa europea per dare più risalto e energia all’azione dell’UE sulla Libia. Abbiamo lavorato molto bene con i colleghi di Francia, Germania, Regno Unito e l’Alto Rappresentante Borrell e ritengo che abbiamo dato un forte contributo politico al raggiungimento del cessate il fuoco. È stato un primo passo ma ora rimane molto da fare e intendiamo continuare a lavorare in stretto coordinamento prima nella preparazione della Conferenza di Berlino, poi nell’attuazione concreta dei suoi risultati attraverso tutti gli strumenti di cui l’Unione Europea dispone. Quanto al nostro rapporto con la Francia, vorrei solo ricordarle come a settembre a New York il collega Le Drian ed io abbiamo co-presieduto una ministeriale sulla Libia proprio a sostegno del Processo di Berlino.

7. Lei non ha firmato il documento congiunto finale al Cairo. Ha ribadito che l’ha trovato “troppo sbilanciato”. Perché era troppo sbilanciato per l’Italia?

Come ho avuto modo di dire anche in Parlamento, ho partecipato alla riunione a Il Cairo di alcuni Paesi interessati alla situazione nel Mediterraneo orientale con i Ministri di Egitto, Francia, Grecia e Cipro. Era importante che l’Italia ci fosse. In quella sede l’Italia non ha sottoscritto la dichiarazione conclusiva, perché troppo sbilanciata contro la Turchia e al-Sarraj. La forza sta nell’equilibrio e ai nostri interlocutori abbiamo ribadito l’urgente necessità che cessino tutte le interferenze esterne e che ogni sforzo sia diretto a sostenere la Conferenza di Berlino.

8. Egregio Ministro, nei giorni scorsi c’è stata una cerimonia per il progetto di Eastmed? Nonostante sia stata invitata anche l’Italia, non c’era la presenza di alto livello dell’Italia al questo evento. Perché non avete partecipato?

Bisogna ben inquadrare la questione per comprendere la posizione italiana. Le scoperte di gas nel Mediterraneo orientale hanno aperto nuovi scenari per la sicurezza energetica della regione, dell’Italia e del resto dell’UE. Guardiamo con attenzione a tali sviluppi e crediamo che l’energia presente nel Mediterraneo debba essere un fattore di crescita per tutti i Paesi dell’area, in uno spirito di apertura e collaborazione.

Per questo siamo tra i fondatori dell’East Mediterranean Gas Forum, un foro di cooperazione regionale che vede seduti allo stesso tavolo, oltre all’Italia, Egitto, Grecia, Cipro, Israele, Giordania e Palestina, e che mira, appunto, a sviluppare il mercato del gas in un’ottica regionale e oltre.

In tale cornice, quindi, è chiaro che l’ipotesi di gasdotto EastMed con approdo in Grecia, visti i costi e i tempi di realizzazione, non possa che essere un’opzione di medio-lungo periodo, tra le altre al vaglio. Credo infatti che vada sottolineato come l’infrastruttura, che potrebbe avere un ruolo positivo per la diversificazione delle forniture europee, debba ancora dimostrare di saper attrarre capitali necessari alla sua realizzazione e di essere economicamente sostenibile.

9. La Cancelleria Tedesca Angela Merkel ha ribadito che “La Turchia è fondamentale per la NATO”. Lei è d’accordo con questo commento? Possiamo aggiungere anche per l’Unione Europa e per tutta la regione?

Condivido le parole della Cancelliera Merkel. Nonostante le frizioni degli ultimi mesi sul Mediterraneo orientale, riteniamo che la Turchia sia un membro essenziale della NATO e un interlocutore fondamentale dell’Italia e dell’Unione Europea. La cooperazione con la Turchia è determinante per affrontare efficacemente le questioni di sicurezza e migratorie e, in generale, per la politica medio-orientale.

10. Onorevole Ministro, sappiamo bene che a giugno l’Italia ospiterà le partite di calcio del campionato europeo. L’Italia affronterà la Turchia nella gara inaugurale del campionato il 12 giugno. Anche il Presidente Erdoğan, durante la conferenza stampa con il Presidente Conte, ha ribadito la sua volontà da guardare questa partita insieme a Conte allo Stadio Olimpico. Quali sono le sue considerazioni per questa partita importante?

Le relazioni tra Italia e Turchia, due grandi Paesi del Mediterraneo, sono tradizionalmente ben consolidate ed eccellenti sotto il profilo politico, oltre che particolarmente intense sul piano economico e commerciale. Proprio di recente, lo scorso 7 gennaio, ho incontrato ad Istanbul il Ministro Çavuşoğlu ed insieme abbiamo convenuto sull’opportunità e sulla comune volontà di compiere ulteriori passi avanti nella nostra collaborazione. Pertanto, anche simbolicamente, sono certo che la partita di calcio del prossimo 12 giugno rifletterà l’importanza del nostro rapporto bilaterale e che, comunque vada, ci sarà un vincitore: la profonda amicizia che unisce i nostri Paesi.

Egregio Ministro, La ringraziamo di nuovo per questa opportunità che ci ha dato. Vorremo fare una ultima richiesta. Quest’anno, l’agenzia stampa di Anadolu Agency celebra il centenario della sua fondazione: saremmo molto lieti di avere un auguro da parte sua.

In questa importante ricorrenza vorrei esprimere gli auguri per il vostro centenario e augurarvi buon lavoro.

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