Ha sempre amato lo sport, ma adesso che è ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), oltre che vicepresidente del Consiglio dei ministri, Antonio Tajani ha voluto esaltarne al massimo il potenziale diplomatico, il valore che una gara ad armi pari può avere nell’immaginario collettivo di chi guarda il nostro Paese da lontano.
Ministro Tajani, può spiegarci questa nuova strategia di «diplomazia dello sport» della Farnesina?
«La `diplomazia dello sport” è un nuovo strumento che mettiamo in campo per raccontare, attraverso lo sport e i suoi protagonisti, le eccellenze, i distretti e le industrie italiane di settore. Con lo sport, che da sempre è anche un veicolo per rafforzare l’immagine di un paese, vogliamo raccontare l’Italia. Lo sport diventa un elemento di “soft power” che tra l’altro viaggia con il sostegno delle grandi comunità italiane nel mondo. La “diplomazia dello sport” è quindi importante sia per rendere più internazionale il sistema sportivo italiano sia per la promozione all’estero dell’Italia».
Oggi con il ministro per lo Sport Andrea Abodi presenterete la prima «Giornata dello sport italiano nel mondo», che vedrà anche il nuotatore paralimpico Manuel Bortuzzo, la Nazionale femminile di spada (presenti Flamingo e Santuccio) e quella di pallavolo (con II presidente federale Manfredi) ricevere la nomina di «Ambasciatori della diplomazia dello sport».
«Sarà una nuova rassegna tematica, frutto del lavoro dei due ministeri e di tutti gli enti sportivi. Sarà calendarizzata annualmente nella seconda settimana di settembre. Non bisogna dimenticare che lo sport è anche un acceleratore economico: il settore sportivo genera infatti circa 22 miliardi di euro, pari all’1,3% del Pil nazionale, coinvolgendo circa 400.000 lavoratori e oltre 15.000 aziende private. Ma, allargando a tutti i settori industriali o dei servizi legati allo sport, si arriva a quasi il 5% del Pil. Abbiamo avviato inoltre iniziative e partenariati del Ministero che fanno perno sulle manifestazioni internazionali come il Giro d’Italia, in vista pure di Milano-Cortina. Non solo. La nostra Ambasciata a Brazzaville, in Congo, organizzerà un torneo di calcio Under 18; a Cuba si è utilizzato il pugilato come strumento d’inclusione delle fasce giovanili. A Brasilia lavoreremo sul tema della prevenzione del crimine attraverso lo sport. A Washington l’ambasciata sta organizzando una campagna di comunicazione digitale sul Giro d’Italia; a Londra sarà organizzato un evento di corsa che terminerà nell’Italy Run Village. In Bahrein stiamo allestendo un Punto Italia sulla tecnologia sportiva. Il tutto collaborando strettamente con enti come il Coni, il Cip, Sport e Salute, Federazioni e Istituto per il Credito Sportivo. Grazie a quest’ultimo siamo riusciti a valorizzare tanti eventi di ampia visibilità internazionale, dal Giro d’Italia alla Ryder Cup, fornendo un’immagine moderna dell’Italia, indispensabile anche in chiave turistica e per attrarre investitori. Con le Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 avremo poi l’opportunità di mostrare al mondo la varietà e la ricchezza delle nostre eccellenze, dei nostri territori, dell’innovazione e della cultura italiana. La Presidenza italiana del G7 sta inoltre guidando un’iniziativa sullo Sport per lo Sviluppo Sostenibile».
Ha parlato di Olimpiadi: che cosa l’ha più coinvolta di quanto accaduto quest’estate a Parigi?
«I Giochi Olimpici e Paralimpici sono il momento più alto dello sport per ogni disciplina. A Parigi ho esultato per le vittorie delle nostre azzurre e dei nostri azzurri, così come ho ammirato la grande dignità di chi ha sfiorato il podio, magari per qualche millesimo di secondo o per qualche centimetro. Ma amo le Olimpiadi soprattutto perché credo fortemente nei valori che le contraddistinguono – lealtà, rispetto dell’avversario, spirito di appartenenza alla propria bandiera – e per il messaggio di pace che trasmettono».
Non ha mai nascosto la sua fede bianconera: che idea si è fatto della Juve di Motta?
«No, direi che non ne faccio mistero… La squadra ha sinora dato segnali molto positivi, ma incrociamo le dita, siamo solo all’inizio! Credo che un momento di rinnovamento fosse opportuno, Motta ha le qualità per portare avanti il gruppo».
Che campionato si aspetta?
«L’Inter rimane senza dubbio la squadra da battere anche in questa stagione. Ma vedo almeno altre cinque o sei squadre che potranno contendersi il titolo: ovviamente la Juventus e il Milan, ma anche il Napoli, le due romane e l’Atalanta, ormai una grande realtà del nostro campionato».
Come commenta gli ultimi risultati dell’Italia di Luciano Spalletti?
«Luciano Spalletti è un grande allenatore, basta guardare la sua carriera, le sue vittorie. Non è un caso che sieda sulla panchina più prestigiosa. Agli Europei l’Italia non ha brillato, inutile giraci attorno, ma quando si deve difendere un titolo non è sempre facile essere all’altezza delle aspettative. Le ultime partite hanno però dimostrato che la qualità e il talento non ci mancano e che possiamo guardare alle prossime competizioni con ottimismo. Credo insomma che Spalletti sia la scelta giusta: non a caso ha meritato anche lui il titolo di “Ambasciatore dello Sport italiano nel mondo”».
Domenica è arrivato il secondo Slam di Sinner, vero orgoglio dell’Italia nel mondo.
«Penso che ormai non ci siano più aggettivi per elogiare Sinner… E ha appena 23 anni! Agli Us Open, ma così come in tutto il 2024, ha dimostrato di essere il giocatore di tennis più forte e completo in questo momento. Ma Sinner è solo la punta dell’iceberg di un movimento che negli ultimi 10-15 anni ha fatto un salto di qualità incredibile grazie alla squadra e alla guida del presidente Angelo Binaghi. Non dimentichiamo che a Flushing Meadows Vavassori ed Errani si sono imposti nel doppio misto e poche settimane prima a Parigi l’Italia ha vinto l’oro nel doppio con Errani e Paolini. E poi la Davis conquistata poco meno di un anno fa…».
Concludiamo con il Giro d’Italia: quanto è importante e quanto ancora può fare la corsa rosa per il nostro Paese?
«Il Giro è una delle competizioni sportive internazionali più importanti che abbiamo. È una vetrina straordinaria dell’Italia, delle sue bellezze, dei suoi territori e delle sue eccellenze sportive, imprenditoriali e culturali. Per questo abbiamo offerto a questa corsa uno spazio molto importante nell’ambito della strategia di diplomazia sportiva, conferendole il titolo di “Ambasciatore della diplomazia dello sport” e dando istruzioni alle nostre Ambasciate di valorizzarla e promuoverla all’estero. Il connubio Farnesina-Giro conferma che lo sport è uno strumento incredibilmente efficace per far conoscere e promuovere l’Italia nel mondo».