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L’Italia e l’OSCE

Sin dalla nascita, nel 1975, della CSCE (Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, poi divenuta OSCE dal 1995), l’Italia sostiene con convinzione il ruolo dell’Organizzazione ai fini del mantenimento della sicurezza nella vastissima regione che si estende “da Vancouver a Vladivostok” e per la promozione del dialogo e della cooperazione tra tutti i Paesi Partecipanti.

L’Italia è oggi tra i maggiori contributori dell’Organizzazione, sia in termini finanziari che di risorse umane.

Il nostro Paese è tra i cinque maggiori contribuenti –con Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Germania –  al bilancio ordinario dell’OSCE. Ai contributi ordinari si aggiungono quelli per il pagamento delle integrazioni a carico dell’Italia per i funzionari italiani “seconded” in servizio all’OSCE, i finanziamenti per la partecipazione di osservatori italiani alle Missioni di osservazione elettorale dell’ODIHR e quelli per i progetti extra-bilancio dell’OSCE. Tra questi ultimi, assume particolare rilevanza il contributo dell’Italia al finanziamento della Missione di Monitoraggio Speciale in Ucraina (SMM) dell’OSCE, cui il nostro Paese partecipa con oltre 20 osservatori.

In termini di risorse umane, l’Italia è tra i primi paesi per presenza di funzionari presso l’OSCE e detiene una delle quattro cariche apicali dell’Organizzazione, quella di direttore dell’ODHIR, ricoperta da Matteo Mecacci. Sono inoltre di nazionalità italiana il Capo della Missione OSCE in Albania, Vincenzo Del Monaco e il Direttore dell’Ufficio del Segretario generale OSCE, Luca Fratini. Il connazionale Roberto Montella riveste la carica di Segretario Generale dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE. Il 42% del personale OSCE “seconded” dall’Italia è di sesso femminile, un dato ampiamente superiore alla media degli altri Paesi.