La XI Conferenza Ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio si è svolta a Buenos Aires dal 10 al 13 dicembre 2017.
L’Italia ha partecipato con una delegazione interministeriale guidata dal Sottosegretario Scalfarotto e composta dal Direttore Generale della DG Politica Commerciale Internazionale del MiSE, Avv. Teti, da dirigenti e funzionari dello stesso Ministero, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
La Conferenza ha fatto registrare esiti negoziali piuttosto limitati, confermando l’esistenza di due visioni contrapposte: da un lato i Paesi avanzati, che credono in un rafforzamento del sistema di regole dell’OMC, da estendere anche ai cosiddetti “new issues”, tra cui il commercio elettronico, dall’altro i Paesi in via di sviluppo (PVS) che lo considerano come una costrizione alle loro politiche di sviluppo e continuano a sostenere unicamente la discussione dell’Agenda di Doha.
Il prevalere di questa divisione, oltre ai rigidi atteggiamenti negoziali di USA ed India, alle posizioni radicali sui temi agricoli e dello sviluppo assunte dai Paesi Meno Avanzati guidati dal Sud Africa, nonché alla postura di Pechino, non appropriata alla sua caratura politica ed economica, hanno fatto sì che la Conferenza non sia stata in grado di produrre alcun risultato degno di nota.
Peraltro, nell’ottica dell’UE, un risultato sufficientemente ambizioso non si sarebbe potuto concentrare unicamente su una decisione sui sussidi alla pesca e su un’intesa sullo stoccaggio pubblico, ma avrebbe dovuto prevedere anche aperture significative nei confronti di alcuni temi di grande interesse: la regolamentazione interna nel settore dei Servizi, l’E-Commerce, la trasparenza nelle notifiche in materia di barriere tecniche al commercio a favore delle PMI e la Facilitazione degli investimenti. Tali tematiche, in assenza di possibili decisioni, avrebbero dovuto per lo meno costituire l’ossatura del programma di lavoro del post Buenos Aires.
Purtroppo, le aspettative sono andate diminuendo giorno dopo giorno, sino a delineare un quadro finale assolutamente deludente.
I limitati esiti decisionali sono stati quindi circoscritti alla pesca (con l’impegno a raggiungere un accordo sulla eliminazione dei sussidi alla pesca entro la fine del 2019) a cui si aggiungono sostanzialmente le dichiarazioni ministeriali promosse da una parte della membership, inclusa l’UE, sulla trasparenza nella regolamentazione domestica nel settore dei servizi, la facilitazione degli investimenti, il commercio digitale e le PMI.
Al riguardo, va segnalata la leadership europea in tema di piccole e medie imprese, sviluppatasi anche grazie ai contributi del nostro Paese, che ha fatto di questo tema un suo vessillo sin dall’inizio; tramontata la possibilità di finalizzare una decisione ministeriale sul tema della trasparenza e delle buone pratiche, si è riusciti a promuovere per lo meno una dichiarazione ministeriale per stabilire un programma di lavoro informale a favore delle micro, piccole e medie imprese. Da ricordare, infine, la dichiarazione sottoscritta anche dall’Unione sul tema del trade and gender.
Le conclusioni del Consiglio dell’UE, alla fine dell’XI Conferenza, hanno ribadito l’impegno dell’Unione a mantenere e a rafforzare un sistema commerciale multilaterale basato sulle regole e imperniato sull’OMC.
Al fine di procedere in tale direzione sarà compito dell’UE continuare a svolgere un ruolo attivo nel dibattito multilaterale e individuare gli strumenti atti a rafforzare l’Organizzazione Mondiale del Commercio nelle sue funzioni negoziali e decisionali.