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Accordo UE-Canada (CETA)

L’accordo economico e commerciale globale CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) tra UE e Canada è entrato in applicazione provvisoria il 21 settembre 2017, per le materie che rientrano nella competenza UE.

L’applicazione in via definitiva avverrà, invece, dopo la ratifica da parte dei Parlamenti nazionali degli Stati membri UE e consentirà l’attuazione anche delle disposizioni che ricadono sotto le competenze di questi ultimi (protezione degli investimenti, accesso al mercato per gli investimenti di portafoglio – mentre per gli IDE è già possibile con l’applicazione provvisoria – risoluzione delle controversie in materia di investimenti con il sistema delle corti, procedure, riesami e ricorsi amministrativi a livello di Stati Membri, misure fiscali).

A partire dal 1° gennaio 2018, per poter beneficiare del trattamento preferenziale previsto dall’Accordo per beni di valore superiore a 6.000 euro, gli esportatori UE devono registrarsi nella banca dati REX, la nuova modalità di certificazione dell’origine introdotta dall’Unione. Non ci sono limiti di tempo per richiedere la registrazione alla banca dati REX.

Il CETA è il primo accordo commerciale raggiunto dall’UE con un partner G7, un Paese con cui abbiamo ampie similitudini dal punto di vista culturale, sociale ed economico.

Questo accordo comprende disposizioni vincolanti sul mantenimento di elevati standard ambientali e sociali, la più ampia liberalizzazione di linee tariffarie nella storia dei negoziati commerciali dell’UE, oltre alla liberalizzazione di importanti settori dell’economia tra cui i servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici, nonché l’abbattimento delle barriere non tariffarie e la tutela della proprietà intellettuale.

Per quel che riguarda le tariffe, nel complesso sarà liberalizzato il 99,8% delle linee tariffarie, di cui il 98,4% già all’entrata in vigore.

Per quanto riguarda l’accesso al mercato agroalimentare per i prodotti sensibili (tra cui manzo, maiale e mais per l’UE, prodotti lattiero-caseari, pollo e tacchino, per il Canada) l’UE, a compensazione delle concessioni fatte per l’ingresso di carne canadese a dazio zero (poco meno di 46.000 t di manzo e 75.000 t di maiale), ha ottenuto dal Canada l’apertura di un nuovo contingente di formaggi pari a 17.700 tonnellate, di cui 16.000 destinate a formaggi di qualità (con un incremento del 130% rispetto alla quota attuale).

Inoltre, per i prodotti UE a base di zuccheri, le preparazioni a base di cacao, pasta e biscotti, frutta e verdura e relative preparazioni, verranno eliminati i dazi ad valorem canadesi, oggi dell’ordine del 10-25%.

Con riferimento a vini e spiriti, che rappresentano la principale voce di esportazione agricola dell’UE verso il Canada, l’eliminazione tariffaria verrà accompagnata dalla rimozione di altre importanti barriere, tra cui quelle non tariffarie. In tale ambito, sono state pertanto soddisfatte tutte le richieste dell’industria europea.

Un altro risultato altamente positivo, soprattutto se si considera la posizione iniziale del Canada, tradizionalmente estraneo a questo tipo di sistema, è quello della tutela delle Indicazioni Geografiche. In questo ambito, infatti, l’UE ha ottenuto dal Canada il riconoscimento di 125 IIGG europee, di cui 41 italiane.

In materia di appalti pubblici, l’UE ha ottenuto l’accesso all’80% del mercato nel settore energia e utilities. Nel complesso, si tratta dell’accesso al mercato più ampio ed ambizioso mai concesso prima d’ora dal Canada ad un paese terzo.

Nel capitolo Servizi e Investimenti, buoni i risultati nei settori dei servizi postali, telecomunicazioni, servizi finanziari e nel campo del riconoscimento delle qualifiche professionali. E’stato concordato anche un elevato livello di protezione degli investimenti.

Inoltre, nel capitolo della promozione investimenti viene incluso per la prima volta il nuovo meccanismo di risoluzione delle controversie RID-ICS (Resolution Investment Dispute – International Court System) che introduce innovazioni importanti, quali l’istituzione di un tribunale di primo grado e di uno di appello, mantenendo al contempo il pieno diritto dei governi di legiferare e di perseguire obiettivi di interesse pubblico, come la protezione della salute, della sicurezza o dell’ambiente.

Nel primo anno di applicazione dell’accordo CETA l’export italiano in Canada è complessivamente aumentato del 3,8%, mentre l’interscambio ha registrato un + 2,3%.

Dall’entrata in vigore dell’Accordo al 2020 le esportazioni italiane in Canada hanno registrato un aumento complessivo dell’8,7%, con un saldo pari a 2,5 miliardi di euro.

In merito alla tutela delle indicazioni geografiche, è interessante segnalare che, a seguito della firma del CETA, oggi il Canada protegge le IIGG sia attraverso l’accordo (la cui lista resta aperta all’inclusione di future IIGG), sia tramite un sistema di registrazione autonomo. Il governo canadese ha infatti deciso di istituire un apposito Registro delle IIGG, che consentirà al titolare di un’Indicazione Geografica di presentare direttamente alle autorità canadesi la richiesta di registrazione di una IG già riconosciuta nell’UE.

Per ulteriori informazioni sul CETA

 

Contatti:

Ufficio IX DGUE

Politica commerciale comune

E-mail:  dgue-09@esteri.it

 

Per informazioni relative all’attuazione dell’accordo e problemi di accesso al mercato:

Ufficio X DG UE

E-mail:  dgue-10@esteri.it