Quattro dipinti di Thomas Roberts (Waterford 1748 – Lisbona 1778), conservati alla National Gallery of Ireland, e una pittura in collezione privata (1780 c.), ci restituiscono l’affascinante paesaggio della contea “di Lucan”, quando già a dominare la vasta distesa di prati e boschi, solcati dal fiume Liffey è l’augusto castello di Lucan House risalente al XII secolo, poi ristrutturato nel sec. XVIII per i Vesey e, oggi, sede dell’Ambasciata italiana.
Il corso d’acqua, dalla sua sorgente in Wicklow, fiancheggia la dimora ad ovest per poi sfociare, più ricco e largo, dopo otto miglia, nella baia di Dublino. Scorci e prospettive diverse sembrano incuriosire il giovane paesaggista irlandese che si concentra soprattutto sulla resa del paesaggio focalizzando l’andamento del fiume, le ripide cascate, i tratti a specchio e le sue rive ove passeggiano viandanti e greggi, entro la cornice della luce chiara del cielo d’Irlanda. Il dipinto di Roberts, Lucan House and Desmesne, County Dublin (Dublino, National Gallery of Ireland 1773-1775), ritrae l’edificio nella sua veste di castello in stile gotico del XII secolo, prima della ristrutturazione che risulta già iniziata, secondo la storiografia, nel 1772. Costituisce, quindi, un importante documento della situazione originaria da cui è possibile ricostruire l’architettura originaria della nobile dimora, rappresentata al centro accanto al fiume. Il castello, dalla tipica architettura irlandese, presentava un corpo centrale a tre piani, con tre ordini di finestre gotiche a bifora, sormontate nel piano alto da cinque arcate. Accanto al corpo dell’edificio, sulla destra, s’innalzava una casa-torre a pianta quadrangolare con un lato semicircolare; sulla fronte, una massiccia rampa di scale costituiva l’accesso alla dimora, con una soluzione analoga a quella utilizzata nel vicino castello di Barberstown, sito tra Celbrige e Klane Co. Kind (ora trasformato in un hotel).
Nella composizione compare il ponte che attraversava il calmo Liffey, oggi non più esistente in quella forma se non per alcune arcate e il rivestimento a mattoni. Sui pianori a destra dell’augusta dimora sono raffigurate le rovine che ancora oggi s’innalzano nel giardino, tra la casa e il sobborgo di Lucan Village, costituite dai resti di un castello normanno, da una chiesetta con architetture annesse e da un piccolo cimitero.
Nel dipinto un viale per il passeggio attraversa un piccolo ponte sul fiume costruito con pietre intagliate. Oggi, in questa zona d’ingresso alla villa, sopravvivono due nicchie che accoglievano in origine statue su piedistalli, facenti parte di un complesso di sette sculture da giardino ad ornamento dell’entrata alla Villa, di cui resta testimonianza nel frammento di marmo conservato nell’ingresso della casa, appartenente ad una figura femminile, forse una divinità. A sinistra della facciata è stato collocato, invece, il monumento dell’eroe nazionale Patrick Sarfields, in ricordo della sua caduta nella battaglia di Limerick (1690). Il dipinto di T. Roberts ritrae l’augusta dimora prima della totale ristrutturazione voluta dal proprietario Agmondisham Vesey junior che, nel 1772, commissiona la realizzazione di un nuovo edificio adeguato al gusto neoclassico, ormai diffuso all’epoca in tutta l’Europa sul modello italiano ispirandosi, in particolare, soprattutto alle ville vicentine, da lui conosciute nel corso del Grand Tour.
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Lucan House è considerata, infatti, una tra le più belle sedi di rappresentanza della Repubblica italiana e, al tempo stesso, rappresenta anche una rarità dell’architettura del periodo georgiano. Nel panorama irlandese delle architetture d’epoca georgiana, la villa di Lucan s’inserisce nella tipologia della residenza di campagna delle famiglie aristocratiche inglesi ispirate alle ville rinascimentali italiane “all’antica”, e in particolare alle realizzazioni di Palladio. È descritta nelle guide irlandesi come “la più bella casa nella contea di Dublino”: la sua unicità è data non solo dall’essere una delle più eleganti ville ma dall’essersi conservata pressoché integralmente; s’innalza oggi come un monolite isolato sui prati, avvolto all’intorno da boschi, tra scorci di piante acquatiche che lambiscono il torrente a destra e il giardino prospiciente, ordinato a rose e siepi di lavanda. Armonia eleganza e funzionalità sono i criteri che si ritrovano nella distribuzione degli spazi interni della casa, ed anche la presenza dell’acqua sorgiva e del fiume, presenti nella proprietà terriera all’intorno, sembrano aver suggerito un’ideale corrispondenza tra l’ambientazione delle ville palladiane sorte lungo il Brenta e lo scenario naturale di Lucan che ospitava antiche fonti sulfuree. L’ eccellente stato di conservazione della struttura settecentesca è dovuto all’ uso del granito locale ed anche all’esteso parco che, circondandola da secoli, l’ha preservata dall’urbanizzazione dei secc. XIX e XX. A commissionarne la ristrutturazione fu Agmondisham Vesey, secondo membro del parlamento europeo, che ereditò Lucan alla morte del padre, nel 1738. La sua seconda moglie apparteneva alla famiglia Vesey ed era anche una sua cugina. Con un atto del parlamento Sir Vesey riuscì innanzitutto a far aprire una strada che dal vicino villaggio, attraversando boschi e prati pascolati da mandrie e greggi, raggiungeva la sua proprietà. Mrs. Vesey, intellettuale energica e raffinata, diede un forte impulso alla “vita culturale” della casa. La sua indole è ben interpretata nel bassorilievo in marmo, conservato in ingresso, a cui si deve correlare un disegno a gessetto, conservato nella National Portrait Gallery di Londra. Le consuetudini della nobildonna condizionarono il disegno degli interni e la realizzazione di un salotto circolare per le conversazioni letterarie da lei tenute, che s’identifica oggi con il salotto semicircolare al primo piano. Qui si sarebbero riunite le menti più elette dell’epoca – tra cui Oscar Wilde, come avveniva nella dimora dei Vesey di Londra, abitata nei mesi invernali. Sir Vesey junior si occupò personalmente della progettazione della casa dopo aver consultato i migliori architetti dell’epoca, tra cui l’architetto scozzese Sir William Chambers, e partecipando ai disegni, prima che si giungesse al modello definitivo. Un disegno anonimo, incluso nella raccolta di disegni dello stuccatore Michael Stapleton, documenta la fase progettuale di Lucan. L’architettura fu disegnata da James Wyatt (Welford 1746 –Malborough 1813) e vide la collaborazione di Michael Stapleton (Dublino 1747-1808), per l’elegante decorazione a stucco delle stanze di rappresentanza. La facciata giunse a compimento circa 10 anni dopo l’inizio dei lavori (1782 c.). James Wyatt era un famoso architetto all’epoca, assurto a gran notorietà già all’età di 26 anni per aver realizzato il Pantheon di Londra, dopo un viaggio in Italia nel 1762; autore di un gruppo di disegni di piante, eseguì anche quella di Lucan House ancora nella fase ideativa, con una struttura vicina sia all’architettura di Londra sia a quella dell’Abbey Leix, realizzate nel giro degli stessi anni. L’équipe di artisti, impegnata a Lucan, è formata oltre che dall’architetto James Wyatt e dallo stuccatore Michael Stapleton anche dal pittore Pieter de Gree (Anversa – Dublino 1789). I lavori per la realizzazione delle due costruzioni iniziarono quasi contemporaneamente, Lucan nel 1772 e Abbey Leix nel 1773, entrambe secondo il gusto del committente e lo stile cosmopolita allora di moda. J. Wyatt fu anche l’autore del progetto di Mount Kennedy Co Wicklow, architettura da correlare a quella di Lucan, come è riscontrabile nelle corti d’accesso. Michael Stapleton, attivo anch’egli per A. Vesey, intervenne nelle decorazioni dei soffitti della casa di Lucan, come anche il pittore Pieter de Gree, artista di casa Vesey, di cui si servì Sir Agmond per i partiti ornamentali. Quest’ultimo fu l’autore delle decorazioni a monocromo della Sala Wedgwood e venne impiegato, l’anno successivo, ad Abbey Leix, un’ altra dimora dei Vesey. La villa, sia nella distribuzione spaziale sia nelle tematiche dei suoi apparati decorativi in stucco e grisaille, intende rievocare il carattere delle architetture romane ed il mondo antico, con lo stesso spirito che guidava le imprese artistiche dell’epoca nelle città italiane e, in particolare, a Roma, ove, in quegli stessi anni avveniva, tra gli altri, il fastoso rinnovamento della Palazzina di caccia della Villa Borghese, di proprietà del principe Marcantonio IV. La facciata di Lucan che conserva, nell’uso del granito bigio, la sua matrice irlandese, si caratterizza per il telaio compositivo austero, scandito dai semipilastri e concluso in alto da un timpano. L’ordine centrale presenta quattro colonne lisce, su cui risaltano, i capitelli ionici in marmo bianco. Il resto del prospetto è liscio, scandito severamente da finestre quadrangolari. In basso, un basamento rustico si estende a tutto il pianterreno. Un’incisione di Thomas Milton del 1783 documenta l’estensione del bugnato originario lateralmente, fino agli angoli, diversamente da oggi. Il ritmo della facciata è tutto giocato sulle variazioni alla luce della pietra monocroma che trasfigura nei toni del grigio, condensandosi negli scuri dei tagli dei bugnati. Il complesso architettonico è un’aperta citazione delle ville di Palladio, soprattutto per il corpo centrale a tre ordini che avanza dal piano di fondo, come un nodo plastico inciso dalla luce in tutte le ore del giorno. Analogie strutturali, come le sette aperture in facciata e la coppia di colonne nell’ingresso che immettono nella sala ovale, rimandano all’architettura del vicino Castlecoole. Ulteriore richiamo all’architettura rinascimentale veneta è la bella trifora della grande scala interna che guarda il fiume Leffey, mentre ulteriore citazione dell’arte italiana e, in particolare, dell’architettura barocca berniniana, sono le pietre dei portali d’ingresso del giardino, tagliate a forma di roccia ed ispirate ai decori dei portali romani a sua firma e le fontane di Gian Lorenzo Bernini, come quella dei Quattro Fiumi a Piazza Navona, capolavoro di arredo urbano. Alla ristrutturazione tardo-settecentesca del parco appartiene anche il grazioso ambiente dell’Hermitage, cui si giunge da un sentiero nel bosco, con una piacevole passeggiata lungo le mura che circondano, sul fianco sinistro, la proprietà di Lucan. L’ambiente era adibito, in origine, al bagno freddo, prima di essere trasformata ai primi dell’Ottocento in una cappella dedicata a S. John di cui resta testimonianza nel campanile. La realizzazione dell’ambiente, frequentato da nobildonne dell’epoca, è da collegare presumibilmente alla scoperta di una sorgente solforosa, la cui acqua era in parte utilizzata sul posto e in parte imbottigliata per essere venduta a Dublino. All’aspetto severo dell’esterno si oppone la composta eleganza degli interni. L’architetto James Wyatt a cui, come si è detto, si concorda nell’attribuire il disegno anonimo della villa di Lucan, conservato presso la National Library di Dublino, ideò un armonico schema planimetrico degli spazi interni inserendo nella pianta quadrangolare una sala ovale al pianterreno e una circolare in corrispondenza, al piano superiore. Come a Mount Kennedy Co. Wickow: lì le entrate principali hanno sette campate e la hall d’ingresso presenta delle colonne che s’innalzano sul fondo, in linea con la Sala ovale come a Lucan. Anche Castlecoole è un’architettura disegnata da Wyatt molto vicina alle dimensioni di Lucan, a conferma che il progetto non firmato di Lucan House, conservato nella National Library, sia effettivamente di sua mano e che i lavori potrebbero esser iniziati in momenti vicini, da fissare per Lucan, appunto, al 1773. Nonostante alcune modifiche della pianta originaria, si riscontra la volontà dell’architetto di riproporre la monumentalità di un edificio termale romano rivisitandolo attraverso le interpretazioni sia di Palladio sia degli architetti neoclassici. G. Wyatt studiò infatti, a Venezia con il Visentini. Anche le scelte ornamentali si avvalgono del repertorio antichizzante, con fregi in stucco nel sottotetto, ospitanti motivi legati alle scoperte archeologiche avvenute in Italia alla fine del Settecento risentendo, al tempo stesso, dell’influsso dello stile locale georgiano. Tutte le sale del piano terra di Lucan House presentano in alto un’elegante decorazione attribuibile a Michael Stapleton, uno dei più rinomati decoratori dell’epoca. Con poche varianti, i soggetti rispecchiano le diverse destinazioni di ogni ambiente estendendosi ora a tutto il soffitto e alle pareti laterali, come nella Wedgwood Room e nella Drawing Room, ora al sottotetto con un fregio continuo, come nella Front Hall e nel Vestibolo al piano superiore, o infine, solo alle pareti laterali, come nella Dining Room del pianterreno. Nella Hall il fregio in stucco si svolge in alto con motivi classicheggianti e araldici di sobria eleganza, e ai lati, sulle pareti, ove medaglioni ovali a grisaille ospitano soggetti mitologici, uniti da sottili racemi vegetali. Nella sala Wedgwood, la Library in stile Adam, la Dining room, la “Drawings room o Stanza delle pitture”, il repertorio decorativo attinge per altri ornati in stucco dal repertorio sia della mitologia classica (sala Wedgwood) sia del cristianesimo dando vita a felici connubi decorativi di sacro e profano (Drawings room o Stanza delle pitture). In questi partiti ornamentali si distinguono i simboli della famiglia legati alla memoria gloriosa dei suoi rappresentanti, come “l’urna”, a ricordo delle imprese belliche del Generale Sarfields che diventa un simbolo iconografico ricorrente, ripetuto in dimensioni diverse, nelle scansie librerie, nella stufa in ferro del vestibolo del piano superiore, nel prezioso tavolo a scagliola di Pietro Bossi (attivo 1782-1815). Quest’artista, specializzato nella lavorazione delle pietre dure e nella tecnica della scagliola, fu attivo in Irlanda e soprattutto a Dublino tra il 1782 e il 1798 ricevendo numerose commissioni per prestigiose dimore signorili, come Charlemont House o Castletown. La scarsità di documentazione a suo nome che lo riguarda non ha permesso di supportare le sue realizzazioni che sono ad oggi oggetto di ricerche, e, tra quelle meno note, vanno aggiunte le mostre dei camini al pianterreno di Lucan House che si presentano in questa sede. Tutte le stanze di rappresentanza sono impreziosite, infatti, da eleganti camini che presentano sulla fronte bassorilievi realizzati sia in marmo sia a scagliola, come si può apprezzare ancora oggi, osservando i camini delle Sale del pianterreno, della Hall d’ingresso, della Library, nella Dining room, nella Drawing room e nella sala Wedgwood, aperte verso il fiume ed il giardino. Ad esempio, nel bassorilievo del camino della Hall d’ingresso, dove in un busto di figura muliebre circondata da pampini e grappoli d’uva, identificabile con un personaggio del corteo bacchico, si riscontra l’ideazione di Pietro Bossi, con un’ evidente adesione agli stilemi neoclassici, in perfetta armonia con la decorazione del fregio in stucco che corre in alto lungo le pareti della stanza. A Pietro Bossi vanno riferiti anche i due tavoli conservati nella Library e nella Hall della Residenza diplomatica, per caratteri tipologici affini agli esemplari di Leinster House (1759) e di Castletown (1768). Le scelte decorative, molto eleganti soprattutto quelle dei bassorilievi dei camini di Lucan, con motivi di patere, urne, ghirlande, candelabri, figure mitologiche e di gusto etruscheggiante, sono tutte ispirate alla riscoperta dell’antico e ai repertori incisori compilati a seguito dello scoprimento delle città vesuviane. Esse si armonizzano anche, nei soggetti, alle decorazioni in stucco eseguite da Michel Stapleton sulle pareti. La Hall della villa, che accoglie il visitatore, presenta in alto un fregio ad altorilievo, è diviso da una coppia di colonne centrali e da sei pilastri ricoperti da una decorazione in finto marmo di Siena, in analogia con le mensole marmoree ed il camino di Pietro Bossi. Qui la distribuzione delle porte è simmetrica e la prospettiva visiva guida l’occhio del visitatore al centro verso la Dining Room, la “Sala ovale”, allineata sull’ingresso, accompagnando la vista verso le due pareti curvilinee scandite da eleganti decorazioni di candelabri a stucco, realizzate secondo il progetto di James Wyatt del 1792. Ai lati, si dispongono simmetricamente sulla destra la Library e sulla sinistra la Wedgwood Room e la Drawing Room. La Dining Room è la Sala principale per la rappresentanza: guarda verso i prati e il bosco con il fiume ad ovest. Il suo impianto di forma ovale sarebbe stata la fonte d’ispirazione, secondo alcuni studiosi, per il disegno della “Sala ovale” della Casa Bianca di Washington. L’architetto irlandese, James Hoban (Desart 1762 – Washington 1831) che la progettò, potrebbe aver visitato Lucan durante gli studi svolti a Dublino. Anche qui un’originale decorazione a stucco spazia sul soffitto e lungo le pareti con una successione ritmica di motivi di tripodi elegantemente incorniciati e nicchie. Sugli stucchi del soffitto si ritrova un felice connubio di sacro e profano, di classicità e cristianesimo. L’autore dei bassorilievi, come si è detto, è Michael Stapleton (Dublino 1747 – 1808), uno dei più abili decoratori a stucco nello stile neoclassico – o Adam – di fine Settecento. Per il soffitto, l’artista ha scelto una ricca decorazione a motivi vegetali con una serie di medaglioni concentrici, al centro, armonizzata con la decorazione a festoni, urne ed elementi vegetali a palmette del resto della stanza. Il camino a parete, circoscrivibile all’ ultimo quarto del sec. XVIII e riferibile a Pietro Bossi, presenta un’elegante architettura in prezioso marmo rosso africano, bianco di Carrara, con l’inserimento di alcune pietre dure per l’altorilievo, sotto la mensola superiore aggettante. La fronte è delimitata, ai lati, da due colonne con capitelli ionici e da una finta scanalatura in marmo bianco e marmo rosso alternati, di grande eleganza. L’impianto decorativo più originale e significativo delle stanze della Casa di Lucan è quello della Sala Wedgwood che la storiografia attribuisce, sempre, a Michel Stapleton (Dublino 1747 – 1808). Esso ricorda le ceramiche di Josian Wedgwood (Burslem 1730 – Stoke – on Trent 1795) e, nello specifico, le cosiddette Jasper Wedgwood, oggetti di porcellana dura non smaltata di colore blu decorata con soggetti tratti del mondo classico in rilievo, di color bianco. Michel Stapleton ha realizzato al centro del soffitto, in tipico stile Adam, un’illusoria tenda ricamata, con una trama larga a racemi vegetali, tondi e candelabre, tesa agli angoli e raccordata al centro da un medaglione a rilievo, dove è rappresentata Minerva, dea della guerra, armata di una lancia con un eroe ai suoi piedi che le rende onore. Sulle pareti, tra aerei disegni a stucco, s’inseriscono alcuni medaglioni dipinti a grisaille, tondi e ovali a monocromo, realizzati su un supporto di cartone, con figure mitologiche e putti, eseguiti da Peter de Gree. Questo Maestro lavorò anche al trompe-l’oeil di Abbey Leix, attenendosi a un progetto decorativo molto simile ma diversamente giocato sulle tonalità del grigio e bianco, rispetto alle sfumature in grigio e malva adottate a Lucan. Stessi motivi decorativi della Sala Wedgwood di Lucan, comunque, ricorrono a Powerscourt House (1771) e all’Ely House, un edificio di Dublino al n°.17 di St.Stephen’s Green (1776). Anche il camino di Bossi è pertinente alla decorazione di questa sala riproponendo “l’unione delle arti” prediletto nel Settecento, in un impianto generale di grande compostezza ed eleganza per la ricerca di corrispondenze decorative, di gusto neoclassico. Per la sala della Biblioteca, la Library, vennero realizzati, sempre in stile Adam, eleganti scansie e sportelli, lungo le pareti, tra le due ampie finestre, ove ricorre come motivo decorativo il simbolo araldico dell’urna. Negli armadi si conserva un’interessante collezione di volumi antichi per la maggior parte provenienti dall’antica Legazione d’Italia. Anche qui la mostra di camino, riferibile alla seconda metà del sec. XVIII, è caratterizzata dal felice abbinamento del marmo giallo venato e del marmo bianco di Carrara. La decorazione a bassorilievo, al centro della lastra sotto l’architrave, ospita un’elegante ghirlanda di foglie di quercia e alloro. In quest’ambiente si conserva uno dei due pregevoli tavoli disegnati da Bossi, contestuale alle decorazioni dell’intera Residenza. Il piano è un prezioso intarsio di pietre dure, ad imitazione dei lavori dell’antichità, con ricreazione di motivi di ghirlande e ovali con figure mitologiche che sottolineano il raffinato gusto neoclassico dell’artista. Arredo prezioso della stanza sono anche i due i arazzi appartenenti alla Collezione fiorentina dei Palazzi Reali di Firenze, che costituiscono una preziosa riacquisizione per il patrimonio italiano. La Drawing Room presenta anch’essa una decorazione neoclassica da riferire sempre a Michael Stapleton, con una sintesi ben riuscita tra il medaglione centrale, a soggetto sacro, con l’Incontro di Gesù e San Giovanni Battista infanti in un paesaggio campestre, e la serie di altorilievi in stucco dei sovrapporta, a soggetto profano, con le personificazioni delle Quattro Stagioni. L’architrave del grande camino che decora questa Sala presenta una composizione incentrata sulla figura di Bacco con decorazioni di grappoli d’uva e di strumenti musicali. Ai lati, si trovano due tavolini da thé rettangolari, intarsiati in legno di rosa decorati con vasi, festoni neoclassici e ghirlande di fiori in stile Maggiolini. L’ambiente, che in origine era destinato ad essere una sala da pranzo, ospita oggi diversi dipinti dell’interessante collezione dell’Ambasciata, da cui il nome alla Stanza di “Sala delle pitture”. Per la storia irlandese e per gli abitanti di Dublino in particolare, Lucan House rappresenta un simbolo dell’identità nazionale e locale incarnata dalla memoria storica del famoso condottiero irlandese ed eroe nazionale Patrick Sarfield, il più giovane e illustre membro dei Sarsfield, proprietari della dimora nel Settecento. È però a Sir Charles Bingham, nominato nel 1776 Conte di Lucan, che si attribuisce l’idea della trasformazione del castello di Lucan in edificio georgiano, idea che mise in atto seguendone, tra l’altro, personalmente i lavori. Alla fine del secolo si ascrivono altri interventi, circoscrivibili intorno al 1795. La tradizione di Lucan venne trasmessa ad altri illustri personaggi fino ai Colthursts che detennero la dimora fino al 1921. Infine, l’interesse storico per il luogo s’intensificò con il passaggio della proprietà al discendente del re d’Irlanda, Charles O’ Condor Don e con il successivo acquisto da parte di Sir William Bourke Teeling. Questi, però, per l’aggravio finanaziario che ne derivava, decise prima di affittarla e poi venderla allo Stato italiano, nel 1955.