L’India, tra i primi produttori mondiali di cibo, si sta progressivamente muovendo per uscire dall’isolamento dal mercato globale agroalimentare in cui è rimasta per anni per soddisfare le priorità di autosufficienza alimentare e di contenimento dell’inflazione. Tra i segnali che testimoniano questa volontà, il Governo indiano ha avviato diversi programmi, come il Pradhan Mantri Kisan Sampada Yojana (PMKSY) e i Mega Food Parks, per promuovere l’industria di trasformazione alimentare – attualmente in grado di produrre appena un terzo del valore totale del mercato interno – attraverso la riduzione delle tariffe industriali, la liberalizzazione degli investimenti esteri diretti e la creazione di incentivi per investitori nazionali ed esteri. Inoltre sono in corso negoziati per un accordo di libero scambio (FTA) tra India e UE, con significativi passi avanti sul lato delle Indicazioni Geografiche (IG).
L’apertura dell’India offre interessanti opportunità di collaborazione in numerosi settori, in particolare nella valorizzazione delle diverse produzioni alimentari per aumentarne il valore aggiunto sui mercati internazionali, nella condivisione di competenze e tecnologie in materia di agricoltura, economia circolare e gestione efficiente delle risorse idriche nonché nel rafforzamento dei sistemi di controllo fitosanitario e nel miglioramento dei sistemi di tracciabilità lungo la filiera agroalimentare.
Al contempo, l’India ha bisogno di sviluppare filiere agroalimentari efficienti per soddisfare la domanda di una popolazione urbana in crescita, ridurre le perdite post-raccolto e bilanciare i prezzi alla produzione e al consumo. La creazione di filiere complete in India passa innanzitutto attraverso la modernizzazione delle infrastrutture di stoccaggio (con particolare attenzione alla catena del freddo), trasporto e trasformazione, la formazione della manodopera alle tecnologie e la definizione di modelli di business sostenibili, volti tra le altre cose a ridurre il peso eccessivo degli intermediari lungo la catena.
Nonostante le sfide che ostacolano il commercio agroalimentare con New Delhi, come divieti o barriere tariffarie sulle importazioni, l’India deve peraltro fare i conti con l’emergenza di una sempre più ampia classe media che si accompagna a modi di consumo diversi dal passato, caratterizzati dalla crescente domanda di nuovi prodotti, come formaggi vegani, vini, olio d’oliva extravergine e prodotti dolciari.
Infine, la Food Safety and Standards Authority of India (FSSAI) ha recentemente introdotto un nuovo sistema di registrazione per gli importatori destinato a facilitare le procedure commerciali e sdoganare alcuni prodotti.