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«E’ un Paese che sta crescendo molto: le Filippine un’opportunità per l’Italia» – Ambasciatore Giorgio Guglielmino (Il secolo XIX)

Non sono solo le Filippine «a crescere a un ritmo che ricorda quello del boom economico dell’Italia del dopoguerra» ma è un’intera «area ad andare ad una velocità incredibile: l’Asia è destinata ad essere il futuro di molte cose». Giorgio Guglielmino, genovese classe 1957, è l’ambasciatore italiano nella Repubblica delle Filippine. Dopo diverse esperienze, tra cui Calcutta e Buenos Aires, prima di arrivare a Manila nel 2017 è stato ambasciatore in Bangladesh. In questi giorni, insieme ai suoi colleghi, ha partecipato a Roma alla Conferenza degli Ambasciatori terminata ieri alla Farnesina.

Ambasciatore, ritiene che l’attenzione internazionale nei confronti dell’Asia sia mutata negli ultimi anni? Ha inciso in qualche modo la svolta alla politica internazionale impressa dal presidente Usa, Donald Trump?

«Nei confronti di quella zona del mondo ho notato, anche da parte dell’Italia e del ministero degli Esteri, un’attenzione sempre maggiore. Sono tutti Paesi che crescono ad una velocità incredibile se paragonata a quella dei Paesi dell’Unione europea. Anche in virtù degli Stati Uniti, un po’ meno presenti di un tempo, l’intera area sta venendo fuori e si avverte pienamente la consapevolezza da parte delle persone di essere al centro di un cambiamento importante».

Qual è l’impegno dell’Italia a Manila e nelle Filippine?

«Le Filippine rappresentano un’opportunità unica e forse irripetibile per l’Italia, e questo nonostante non ci sia una collettività di origine italiana come accade ad esempio in Sud America. Il Pil del Paese è cresciuto del 6,5% e il ritmo è costante da anni. La classe media si sta allargando e sta crescendo anche la classe sociale più agiata: i prodotti italiani fanno gola. Un esempio su tutti: si vende una Maserati ogni 5 giorni».

Quali sono i prodotti italiani più conosciuti nelle Filippine?

«Ovviamente moda e cibo e più in generale il made in Italy sono sempre una garanzia ma devo dire che a Manila, metropoli che negli ultimi 15 anni ha avuto uno sviluppo che ne ha cambiato i confini, ci sono tanti negozi italiani di mobili di design. Nei confronti dell’Italia, anche perché il nostro Paese non ha mai avuto interessi coloniali in zona, ho notato affetto e curiosità. Per questo dico alle nostre aziende di darsi una svegliata: se nel 2020 a Manila aprirà il più grande negozio al mondo di Ikea un motivo ci sarà».

Lei è genovese, ha notato legami particolari tra le Filippine e la sua città di origine?

«E’ sicuramente significativo il fatto che ogni anno firmiamo tra i 6 e i 7 mila visti per marittimi filippini che vengono a lavorare in Italia, molti di questi con Costa Crociere».

Torna spesso in Liguria?

«Purtroppo meno di quanto accadeva in passato ma sono molto legato a Genova e al Genoa. La tragedia del Ponte Morandi è qualcosa che ha toccato tutti, ovviamente anche me. Il giorno in cui fu inaugurato nel 1967 ricordo chiaramente quando mi padre mi portò sotto il viadotto a vedere la cerimonia di apertura».

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