This site uses technical (necessary) and analytics cookies.
By continuing to browse, you agree to the use of cookies.

Tajani: «Solinas-Truzzu? Una staffetta per portare avanti i programmi» (Nuova Sardegna)

Sassari –  Sul palco, per la chiusura della campagna elettorale del centrodestra, oggi a Cagliari ci saranno i massimi esponenti del Governo. La premier Giorgia Meloni e i vice Matteo Salvini e Antonio Tajani.

 

Ministro Tajani, nel mezzo di varie crisi diplomatiche deve trovare il tempo per la campagna elettorale in Sardegna. Con quale spirito?

«È mio dovere seguire la politica nazionale, gli impegni regionali e locali, come ministro e come responsabile del mio partito. Sin dalla nascita di Forza Italia la Sardegna, che era uno dei luoghi del cuore del presidente Berlusconi, è stata centrale per il nostro movimento. Lo spirito è sempre quello del buon governo e della crescita di questa splendida terra, la cui storia e identità, oltre che vitalità e protagonismo in tanti campi, sono eccezionali. La Sardegna mi sta a cuore. Ho tanti amici sardi come Pietro Pittalis che mi hanno aiutato a conoscere i pregi di un popolo tenace e coraggioso, che ha sempre dato un grande contributo alla crescita dell’Italia. Politici di rango nazionale, imprenditori, scrittori, i valorosi militari della Brigata Sassari, i grandi campioni dello sport hanno contribuito a fare della Sardegna una regione da ammirare».

La mancata riconferma di Solinas suona come una bocciatura per l’operato della sua giunta, non crede?

«La scelta dei candidati a presidente segue anche logiche di coalizione oltre al merito dell’azione dei singoli. Il centrodestra ha ben governato e il fatto che la coalizione sia rimasta unita nonostante il cambio al vertice è il primo indizio della capacità di rimanere concentrati sugli obiettivi. Il segnale più importante è la presenza dei leader del centrodestra uniti in Sardegna. Non ci sono bocciature ma semplicemente una staffetta per portare avanti programmi che restano condivisi e possono essere aggiornati e migliorati».

Cosa potrebbe dare in più un esecutivo guidato da Truzzu rispetto a quello guidato da Solinas?

«Lo scenario socio-economico impone continui aggiornamenti nelle azioni dei governi, a ogni livello. Al di là dello stile di ogni presidente, occorre sintonizzarsi con le nuove sfide e avere una capacità di reazione immediata. La mia esperienza in Europa mi ha fatto capire sempre di più che vince chi coniuga flessibilità, velocità nell’azione e affidabilità. Truzzu sarà un ottimo presidente che si avvarrà dalla qualificata collaborazione di Forza Italia».

Alla fine il centrodestra, pur con qualche mugugno, si presenta unito. A differenza del fronte opposto: crede che avrete vita facile per questo?

«Vincere una competizione elettorale non è mai facile e chi credesse questo potrebbe andare incontro a spiacevoli sorprese. Occorre intensificare il dialogo con i cittadini, sforzandosi di far capire che l’astensionismo non è una rivincita ma è un regalo fatto alla cattiva politica. Sono convinto che l’unità del centrodestra sia un valore aggiunto. Faremo una campagna elettorale convinta e decisa, fino all’ultimo secondo, per trasformare i sondaggi in voti».

Il laboratorio Pd-M5S in Sardegna vi preoccupa?

«Credo che preoccupi molto di più i cittadini. Non mi pare che le urne abbiano mai premiato questo matrimonio, per certi versi innaturale. Lo vediamo ogni giorno, sia in Parlamento che in altre regioni: la competizione fra Conte e Schlein porta a divaricazioni sempre maggiori. Prima accennavo all’affidabilità, tra le peculiarità della buona politica di oggi. Non mi pare che questa sia la caratteristica principale dei Cinquestelle».

Arrivano i leader nazionali con un carico di promesse: cosa si sente di poter ragionevolmente dire ai sardi?

«Abbiamo la fortuna di poter contare su molti atti concreti che in trent’anni Forza Italia ha fatto nei confronti della Sardegna. Le nostre non sono mai state promesse vuote. Anche per rispetto del presidente Berlusconi, che amava incredibilmente questa terra, Forza Italia lavorerà per la Sardegna con passione e impegno. Vogliamo evitare la perdita di posti di lavoro e investire in ricerca e occasioni di sviluppo come ad esempio l’Einstein Telescope. A questo proposito voglio ringraziare il ministro Bernini per l’impegno che sta profondendo per raggiungere l’obiettivo di avere il telescopio nell’isola».

Come vanno i rapporti tra lei, la premier e il ministro Salvini?

«Abbiamo un rapporto di collaborazione concreto, costruttivo e trasparente. Con Giorgia si lavora bene. Sono positivi e costruttivi i rapporti con Matteo e con tutti i ministri della Lega. Noi avanziamo le nostre proposte, le nostre idee aggiungendo un tratto di moderazione, convinti che la serietà con la quale il governo e la maggioranza tengono fede ai loro impegni sia una garanzia per tutti».

Forza Italia rischia di essere un vaso di coccio tra Fdi e Lega?

«Mi pare che i fatti dicano l’esatto contrario: Forza Italia è il punto di equilibrio, grazie alla sua affidabilità ed esperienza, sostenuta come è da una classe dirigente di assoluto livello. Ogni giorno affermiamo le nostre idee, le trasformiamo in proposte che realizziamo con i nostri alleati».

In Sardegna, soprattutto in Gallura, il partito ha sinora mantenuto un alto livello di consenso. Aleggia ancora la figura di Silvio Berlusconi?

«Il Presidente è sempre con noi. Il suo esempio, la sua eredità politica, la sua generosità nello spendersi per la crescita del nostro Paese ci guidano nel nostro impegno. Il buon risultato che vogliamo fare non solo in Gallura ma nell’intera Sardegna».

Quale Europa uscirà dal voto? Le spinte nazionalistiche rischiano di prevalere sullo spirito unitario?

«Insisto nel dire che votare Forza Italia significa votare il Partito Popolare europeo, l’unico che sarà davvero al centro del governo dell’Europa. È l’unica formazione europea in grado di gestire il carico di tensioni geopolitiche, sfide nazionaliste ma anche le nuove sfide che l’economia e le trasformazioni ecologiche e digitali impongono. L’Europa ha il dovere di trovare sintesi sempre più avanzate se vuole restare centrale nei nuovi equilibri che si vanno disegnando. Una centralità che non può essere solo geografica ma che deve restituire il primato alla politica, quella con la P maiuscola».

La Lega preme per rompere il muro dei due mandati per sindaci e presidenti di regione. Lei cosa ne pensa?

«Abbiamo idee diverse per quanto riguarda i presidenti di regione. Noi riteniamo che in democrazia 2 mandati siano la scelta più giusta. I presidenti di regione nel loro territorio hanno più poteri di quanti ne abbia in Italia il presidente del Consiglio. D’altronde anche nella riforma costituzionale per il premierato si stanno fissando i 2 mandati. Concentrare troppo potere nelle mani di una sola persona per troppo tempo è un errore. Negli Stati Uniti, il tempio della democrazia occidentale, i presidenti possono essere eletti solo 2 volte. Diverso è per i sindaci dei comuni fino a 15mila abitanti: si tratta di piccole realtà, dove a volte mancano proprio candidati, si può arrivare anche al terzo mandato».

A Bruxelles ha incontrato la vedova di Aleksei Navalny, il principale dissidente morto venerdì dopo essere stato avvelenato e perseguitato da Putin.

«Yulia Navalnaya è una donna che vuole continuare a battersi per difendere la libertà nel suo Paese, mi ha ribadito che la Russia non è Putin e Putin non è la Russia, è molto determinata a combattere. Prima ha incontrato tutti i ministri degli Esteri della Ue e poi ci siamo visti brevemente negli uffici della rappresentanza italiana in quanto l’Italia è presidente di turno del G7. Ho fatto quello che tutti i paesi del G7 e della Ue faranno, confermare che continueremo a sostenere il diritto di espressione in Russia, di poter condurre battaglie politiche e chiederemo la liberazione di tutti i prigionieri politici».

La Sardegna è strategica nello scacchiere del Mediterraneo. Questo la espone a rischi?

«Ogni fase storica ha le sue criticità. Ma nella mia azione posso contare su una consolidata tradizione di affidabilità ed equilibrio che rendono l’Italia protagonista in ognuno dei difficili scenari sui quali siamo chiamati a dare il nostro contributo. Faccio un esempio concreto: proprio all’Italia, a Bruxelles, è stato affidato il compito di guidare la missione Ue “Aspides” che dovrà proteggere il traffico commerciale nel Mar Rosso. L’Italia è sempre con la guardia per garantire la sicurezza dei propri cittadini. E questo chiaramente anche per il bene della Sardegna».

  • Author: Roberto Petretto
  • Header: Nuova Sardegna
  • Place: Sassari

You might also be interested in..