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Colloquio con Tajani «Roma può ospitare la ripresa del dialogo» (Quotidiano Nazionale)

Interviste Ministro Tajani 23-06-2025
Interviste Ministro Tajani 23-06-2025

«Candidiamo Roma a ospitare la ripresa auspicabile dei colloqui senza intermediari tra Usa e Iran sul nucleare. Ho parlato con il Segretario di Stato Marc Rubio e ho cercato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Aragchi, che è in Russia e che conto di sentirlo in queste ore. Gli iraniani non abbiano reazioni inconsulte e tornino a trattare». È una delle domeniche più lunghe di Antonio Tajani quando, nel tardo pomeriggio, ci riceve alla Farnesina per tirare le somme provvisorie di una giornata caotica e tesa e tentare di riaprire, per quello che l’Italia può fare, una via per un possibile dialogo che fermi l’escalation militare.

La giornata del ministro degli Esteri è cominciata nella notte, quando è stato avvisato dell’attacco americano: da lì una girandola di colloqui telefonici, a cominciare da quello con l’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, vertici con la premier Giorgia Meloni, gli altri ministri più impegnati sul fronte dell’emergenza crisi mediorientale, i capi dell’intelligence, riunioni con l’Unità di Crisi della Farnesina e, a seguire, altri summit in video collegamento con i nostri rappresentanti diplomatici presenti nell’area, ma anche con quelli in Usa, Russia e Cina.

Il ministro conferma che il governo italiano non era stato avvertito dell’offensiva dalla Casa Bianca o dal Dipartimento di Stato. «Ma – spiega – sapevamo che un attacco ci sarebbe stato». E, del resto, il nostro ambasciatore a Tel Aviv, Luca Ferrari, nei messaggi di tre giorni aveva fatto sapere dell’imminenza dell’intervento americano.

«Nelle riunioni e nei colloqui a tutti i livelli e con tutti abbiamo cercato di fare una valutazione su quello che sta accadendo – sottolinea Tajani -. Ma l’emergenza, la cosa principale in questo momento, è quella degli italiani presenti in Iran e in Israele». I primi convogli di connazionali sono già usciti dall’Iran e altri sono in viaggio. Da Israele sono entrati in Egitto 122 italiani in partenza per l’Italia con un volo charter per Verona.

Certo, mettere in salvo gli italiani è una priorità. Ma non mancano le preoccupazioni anche per le conseguenze economiche di un’escalation che arrivi al blocco dello Stretto di Hormuz. «II danno sarebbe innanzitutto per l’Iran e poi provocherebbe una serie di reazioni, compreso da parte cinese, perché la Cina si serve di quel petrolio e la Cina, comunque, pur non essendo intervenuta con grande determinazione a sostegno dell’Iran, si è schierata comunque contro gli attacchi all’Iran. Sarebbe un atto di autolesionismo. Certo tutte le ipotesi, anche le più negative, le abbiamo valutate e stiamo studiando che cosa poter fare nel caso».

In realtà, il responsabile della Farnesina vede l’esistenza di margini per la ripresa di un dialogo Usa-Iran e nell’attacco americano «un segnale di forza che il presidente Trump ha voluto dare all’Iran per costringerli a sedersi al tavolo: “lo vi distruggo dove producete la bomba atomica e voi venite al tavolo per trovare un accordo”. Però ha anche detto “al tavolo ci siete voi e noi”, senza intermediari». Ma, del resto, la trattativa era già tra Stati Uniti e Iran: e c’è la possibilità di agire perché riprenda. «Noi stiamo lavorando per impedire che vi sia un’escalation – incalza il ministro -. Non è un caso che abbiamo lasciato aperta l’ambasciata in Iran, perché vogliamo dialogare con loro, spingerli a non attaccare le basi americane». Basi americane che sono anche in Italia sotto il cappello Nato, ma per le quali – garantisce – non ci è stata richiesta nessuna autorizzazione all’utilizzo per la missione in Medio Oriente.

Esiste, dunque, il rischio, come ipotizza il ministro Guido Crosetto, di una crisi più grande o possiamo sperare in un ritorno alla diplomazia? «La speranza – insiste Tajani – è di convincere l’Iran a non fare reazioni inconsulte e a lavorare per un accordo sul nucleare. È quello che ho detto al Segretario di Stato Rubio. È quello che dirò, quando lo sentirò nelle prossime ore, al ministro degli Esteri iraniano. In questo quadro Roma può ospitare la ripresa del dialogo se ci sarà». A meno che, invece, non ci siano altri attacchi. «Gli americani dicono che non ci saranno altri attacchi. lo mi fido, ma certo non faccio l’aruspice».

Quel che è certo è che domani (oggi, ndr) e martedì ci saranno due passaggi rilevanti a livello internazionale per mettere a fuoco la situazione: il Consiglio dei ministri Ue degli Affari esteri e la riunione della Nato. Ma è altrettanto certo al momento che l’Europa è apparsa e appare fragile e assente nel destino del mondo. «Finché saranno i singoli Stati a agire – puntualizza con amarezza Tajani – non riusciranno mai a avere un ruolo di rilievo. Bisogna cambiare gli assetti istituzionali perché l’Europa abbia peso, con una sola politica estera e di difesa».

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