ADB è la più antica banca multilaterale di sviluppo, a carattere regionale. È stata creata nel 1966 da 31 Paesi fondatori, tra cui spicca l’Italia, con l’obiettivo principale di sradicare la povertà in Asia e nel Pacifico.
Oggi, i Paesi azionisti di ADB sono 69, di cui 50 asiatici e 19 nordamericani ed europei. La Banca opera attraverso il suo headquarter a Manila e 43 uffici territoriali, con un totale di oltre 4.100 dipendenti. ADB gode del massimo rating creditizio AAA e, in quanto banca, offre un’ampia gamma di prodotti finanziari (prestiti, garanzie, investimenti in equity, etc.), servizi di assistenza tecnica e cofinanziamenti. Inoltre, promuove buone pratiche di governance e favorisce iniziative di cooperazione e d’integrazione economica all’interno della regione Asia-Pacifico.
Nel 2024, ADB ha finanziato operazioni per un controvalore di 24,3 miliardi di dollari con fondi propri e 14,9 miliardi di dollari in cofinanziamento.
Roberta Casali è la prima persona italiana a ricoprire il ruolo di Vice Presidente di ADB. Risiede nelle Filippine da gennaio 2022. È responsabile di tre dipartimenti, Amministrazione e Controllo, Tesoreria, Risk Management, all’interno dei quali operano circa 500 persone.
Quest’anno l’Italia ha avuto l’onore di ospitare la 58a Assemblea Annuale della Banca Asiatica di Sviluppo (ADB) a Milano. In qualità di italiana che ricopre, come Vicepresidente Finance e Risk Management, un ruolo di vertice nella Banca, ci può illustrare il contributo di ADB allo sviluppo economico e sostenibile dell’Asia e del Pacifico?
Innanzitutto, ringrazio per l’opportunità di questa intervista e per la domanda.
Organizzare l’Assemblea Annuale di ADB per la prima volta in Italia è stato un evento eccezionale e un grande successo per il nostro Paese. Dal 4 al 7 maggio 2025, Milano ha accolto circa 5000 partecipanti: rappresentanti di Governi, istituzioni, aziende, privati e società civile. L’Assemblea Annuale ha ospitato eventi riservati ai Paesi azionisti di ADB, incontri bilaterali, firma di accordi e una molteplicità di seminari e attività di networking. Abbiamo massimizzato le opportunità di dialogo e confronto sulle principali sfide e sulle potenzialità di sviluppo della regione Asia-Pacifico, nonché sull’importanza del ruolo svolto dall’istituzione internazionale che mi onoro di rappresentare.
La storia della Banca è strettamente interconnessa all’evoluzione economica dell’Asia e del Pacifico negli ultimi sessant’anni. All’epoca della creazione di ADB la regione era contrassegnata da un livello estremo di povertà e la maggiore delle sfide era come riuscire ad alimentare la popolazione asiatica, già molto ampia (1,7 miliardi di persone, più di tre volte il totale della popolazione dell’Africa Sub-Sahariana e dell’America Latina) e in crescita esponenziale. Perciò, nei primi decenni l’attività della Banca si è concentrata soprattutto sull’incremento della produttività agricola, sul gigantesco bisogno di infrastrutture fisiche e di governance, sull’opportunità di favorire l’integrazione economica e la resilienza dei Paesi in via di sviluppo della regione.
Oggi, la situazione economica è completamente diversa, ma le sfide rimangono significative. L’Asia è il motore della crescita economica globale; si definisce “a giant on the move”, un gigante in movimento molto veloce, al centro dell’innovazione e del dinamismo globale. In tutta l’Asia vivono oltre 4,8 miliardi di persone che rappresentano circa il 60% della popolazione mondiale. La Developing Asia, che esclude Australia, Giappone e Nuova Zelanda, rappresenta quasi il 40% del PIL globale e, nell’ultimo decennio, ha contribuito a circa il 60% dell’intera crescita mondiale.
Secondo le ultime stime dell’Ufficio Studi ADB, la Developing Asia cresce al 4,8% nel 2025 e al 4,5% nel 2026, con un tasso d’inflazione sotto controllo, rispettivamente dell’1,7% e 2,1%. Nonostante le stime di crescita siano state ridotte per tenere conto dell’incertezza sull’impatto delle tariffe USA, la regione continua a dimostrare resilienza, sostenuta dalla domanda interna, dalle esportazioni, specialmente dei settori ad alta tecnologia e semiconduttori, e dalla ripresa del turismo. Al contrario, i Paesi sviluppati crescono solo del 1,6% nel 2025 e 2026, come indicato dal Fondo Monetario Internazionale nello scorso mese di ottobre.
Dal 1990, la grande trasformazione delle economie asiatiche è stata contrassegnata dall’eccezionale riduzione della povertà estrema, scesa da oltre il 65% del 1990 al 3,2% del 2025, equivalente a 135 milioni di persone che ancora vivono con 3 dollari al giorno, secondo il nuovo indice della Banca Mondiale. Se approfondiamo i numeri, la riduzione della povertà estrema è avvenuta soprattutto grazie allo sviluppo straordinario di Cina[1] e India, mentre molti altri Paesi della regione sono ancora lontani dal raggiungere condizioni sufficienti di sicurezza alimentare e sviluppo economico più equamente distribuito.
La crescita nella Developing Asia, però, è avvenuta con costi molto elevati in termini ambientali. Oggi, l’Asia è responsabile di oltre la metà delle emissioni globali di CO2, cresciute di oltre il 60% dal 1990. Ciononostante, la povertà energetica è ancora un problema per 150 milioni di asiatici che non hanno accesso all’elettricità e 350 milioni che ne hanno un accesso limitato. Non ultimo, la regione è anche la più vulnerabile ai disastri ambientali a livello globale, con Paesi come Bangladesh, Filippine, Pakistan e le isole del Pacifico esposti a rischi elevatissimi, anche per effetto del cambiamento climatico.
L’Asia-Pacifico presenta prospettive di crescita notevoli, ma anche importanti sfide. In quali ambiti la Banca Asiatica di Sviluppo sta concentrando oggi le sue priorità d’azione?
L’Asia è un continente ricco di storia, di cultura, di opportunità. Come ho descritto, la trasformazione dall’economie asiatiche, la velocità e la grandissima capacità di innovazione e di esecuzione sono sorprendenti, non solo in Cina e India, ma anche in altri Paesi del Sud-Est Asiatico (ASEAN) come Indonesia, Vietnam e Filippine. Al contempo, la stima del fabbisogno infrastrutturale, pari a 2,7 trilioni di dollari annui fino al 2035, è enorme. Questo dato, da solo, rappresenta quanto ancora sia grande il lavoro da fare per i Governi, per ADB e altre banche multilaterali di sviluppo e, non ultimo, per i privati, sia aziende sia investitori.
ADB ha identificato 4 macro aree di intervento che certamente è opportuno conoscere e valutare per chiunque sia interessato a iniziative di business in Asia e nel Pacifico:
- Agrifood e Sicurezza alimentare, dove ADB ha deciso di investire 40 miliardi di dollari entro il 2030 in agricoltura sostenibile, innovazione digitale e promozione della cooperazione intra-regionale, come, ad esempio, nei Paesi ASEAN per aumentare la produttività agricola, ridurre l’impatto ambientale e aiutare le comunità rurali.
- Digitalizzazione e Tecnologie avanzate, in grado di potenziare il capitale umano, migliorare l’accesso all’istruzione, alla finanza e ai mercati; promuovere l’innovazione, la connettività e l’ammodernamento dei servizi pubblici e privati; ridurre le disuguaglianze e garantire che i benefici del progresso digitale raggiungano il maggior numero di persone e le comunità meno servite.
- Accesso e Sicurezza delle Infrastrutture energetiche, indispensabile per sviluppare fonti rinnovabili, migliorare la connettività, l’efficienza e la sicurezza delle reti energetiche. In questa direzione si muove l’ASEAN Power Grid, un ambizioso progetto supportato da ADB tramite un finanziamento di 10 miliardi di dollari, che intende creare una rete elettrica interconnessa tra i Paesi del Sud-Est Asiatico entro il 2045, in grado di servire 670 milioni di persone.
- Resilienza contro i disastri climatici, con investimenti mirati a rafforzare la protezione delle infrastrutture fisiche, delle persone e delle comunità più vulnerabili.
Per realizzare questo vasto programma strategico, proprio durante l’Annual Meeting a Milano, ADB ha ribadito che intende quadruplicare le proprie attività di finanziamento verso il settore privato, con un obiettivo di 13 miliardi di dollari annui entro il 2030.
L’importanza delle sfide citate, combinata con l’elevato potenziale di crescita in Asia-Pacifico, rende necessaria l’adozione di una visione olistica, in cui il coinvolgimento del settore privato è essenziale. Nessun governo, nessuna istituzione o banca multilaterale riescono da soli a coprire l’ingente fabbisogno di capitale umano e finanziario necessari. In questo scenario di sfide complesse e, al contempo, di grandissime opportunità, le imprese italiane possono giocare un ruolo di primo piano.
L’Italia è un attore globale di rilievo, tra i primi Paesi al mondo per surplus manifatturiero e competitività nelle esportazioni. Come sappiamo, la leadership italiana è molto forte nell’ingegneria di precisione, nei sistemi di automazione e nelle tecnologie avanzate per la produzione di macchine e componenti, nelle biotecnologie, nella farmaceutica, nelle energie rinnovabili, nel trattamento delle acque e nell’economia circolare, solo per citare alcuni dei nostri settori d’avanguardia. Dai distretti di produzione avanzata del Nord Italia alla miriade di piccole e medie realtà d’eccellenza presenti nel nostro Paese, le imprese italiane possono portare competenze, innovazione e valore che si allineano perfettamente alle esigenze delle economie asiatiche che ho prima citato.
Le sinergie e le potenzialità ci sono, ma vanno individuate, concretamente elaborate e trasformate in azione.
Le imprese italiane, come le altre imprese europee che vogliano sviluppare business in Asia, si devono muovere in modo strategico, definendo priorità e modalità d’intervento riguardo ai paesi d’interesse, ai settori, ai partner con cui collaborare.
In questo contesto, ADB si configura come una porta d’accesso privilegiata a una regione dinamica e in continua espansione, ricca di opportunità e prospettive di crescita. È stato questo ed è sempre questo il mio principale messaggio nei panel e negli incontri istituzionali e con imprenditori che ho avuto prima, durante e dopo l’Assemblea Generale di ADB a Milano.
ADB è il vostro gateway for doing business in Asia!
Come possono le imprese e le organizzazioni italiane cogliere le opportunità messe a disposizione dalla Banca? Che tipo di collaborazioni possono nascere?
Nel 2024, ADB ha sottoscritto un totale di 7.556 contratti, corrispondenti a circa 6 miliardi di dollari per progetti della Banca in Asia-Pacifico, di cui: 948 contratti per lavori, 1.236 per fornitura di beni e 4.698 per consulenza tecnica.
Esistono molteplici modi per collaborare con la Banca, ma vorrei concentrarmi su tre modalità specifiche: gare di appalto, consulenze e finanziamenti.
- Gare di appalto per lavori o fornitura di beni. Le imprese italiane possono partecipare alle gare per progetti infrastrutturali finanziati da ADB. Il settore Trasporti si è assegnato la quota maggiore, seguito dai settori Agricoltura, Energia, Acqua e Infrastrutture urbane. Poter fare affidamento sui rigorosi standard internazionali dei processi di procurement di ADB è un fattore importante di trasparenza, garanzia d’integrità e riduzione dei rischi.
- Contratti di consulenza. Le società di consulenza italiane possono fornire assistenza tecnica per progetti governativi, privati o di partenariato pubblico-privato (PPP). È possibile intervenire in qualsiasi fase del progetto, dal disegno della strategia fino all’esecuzione finale: studi di fattibilità, preparazione e progettazione, implementazione e valutazione. Anche in questo ambito, il know-how e le competenze tecniche italiane in vari settori si allineano perfettamente con le priorità della Banca.
- Per investitori e finanziatori, ADB dispone di una gamma di strumenti unici — come le garanzie contro il rischio politico, i finanziamenti in valuta locale e strumenti di cofinanziamento — che aiutano a ridurre i rischi e creano opportunità di business concrete anche quando si opera in mercati complessi e lontani.
Attraverso ADB le imprese italiane possono avere accesso alle nostre consolidate relazioni con Governi, Autorità di regolamentazione, istituzioni economiche e finanziarie locali. Adottare un approccio sistemico è particolarmente prezioso per lavorare nei mercati asiatici, dove orientarsi tra normative e prassi di riferimento locali, diverse da quelle europee, può essere particolarmente impegnativo. Inoltre, gli standard della Banca assicurano che gli investimenti non solo generino rendimenti finanziari, ma producano anche un impatto misurabile e di sviluppo sostenibile.
Qualsiasi collaborazione non può prescindere da un adeguato livello di reciproca conoscenza e fiducia, a cui occorre dedicare tempo e risorse. A questo scopo, ADB organizza, con cadenza annuale o biennale, una serie di Forum tematici sui principali settori di attività – Energia, Finanza, Trasporti, Acqua e Sviluppo Urbano – e la Business Opportunity Fair (BOF), evento annuale interamente dedicato al Procurement, che quest’anno ha visto un’accresciuta partecipazione di aziende italiane. Si tratta di occasioni importanti che bisogna continuare a sviluppare, insieme ad altri eventi ad hoc, incontri bilaterali e visite che si possono tenere presso il nostro headquarter a Manila o presso gli altri 43 uffici (Country Resident Mission) nei Paesi in cui la Banca opera.
Inoltre, le imprese italiane interessate alle attività della Banca si possono rivolgere al Desk dell’Agenzia ICE presso ADB. Istituito nel 2022 con la funzione di facilitare le relazioni tra la Banca e gli interlocutori italiani, il Desk è uno strumento utile per muoversi all’interno dei diversi dipartimenti, individuando i referenti giusti e le migliori opportunità di collaborazione. Il Desk ICE, su iniziativa dell’Ambasciata italiana di Manila, pubblica mensilmente una Newsletter interamente dedicata ad ADB.
Esistono barriere che potrebbero ostacolare le aziende italiane nella collaborazione con la Banca Asiatica di Sviluppo?
Una volta acquisita una buona padronanza dei meccanismi di funzionamento e di procurement della Banca, le imprese possono trovarsi di fronte ad alcune barriere di natura amministrativa e procedurale. Gli elevati standard di conformità e i tempi di approvazione dei progetti possono risultare talvolta gravosi, soprattutto per le aziende con esperienza limitata nelle relazioni con istituzioni finanziarie multilaterali. A ciò si aggiungono altri fattori quali la distanza geografica, le differenze culturali e normative e la ridotta presenza diretta nell’area Asia-Pacifico, che possono rendere più complesse le relazioni commerciali.
Nondimeno, le imprese italiane devono confrontarsi con concorrenti, specialmente ma non solo asiatici, che spesso dispongono di reti regionali consolidate e propongono offerte economicamente più competitive.
Non bisogna scoraggiarsi! A partire da gennaio 2026, ADB introdurrà i cosiddetti Merit Point Criteria, ossia nuovi criteri di valutazione per l’assegnazione dei contratti che premiano maggiormente la qualità, l’innovazione e la sostenibilità, piuttosto che principalmente il prezzo.
L’abbandono della logica di prezzo renderà le gare più inclusive e favorirà la selezione delle imprese sulla base della qualità dell’offerta e della loro affidabilità complessiva. Questo nuovo approccio rappresenta un’opportunità significativa per le imprese italiane, che potranno così competere su basi più eque, valorizzando i propri punti di forza in termini di esperienza, competenza tecnica, capacità innovativa e attenzione alla sostenibilità.
Per concludere
Negli ultimi anni molto impegno è stato profuso dalle istituzioni del nostro Paese (MEF, MAECI, Agenzia ICE, SACE, SIMEST, etc.) per rafforzare la competitività dell’Italia sui mercati internazionali, attraverso un approccio sistemico che unisce l’azione politica, diplomatica ed economica.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), azionista di ADB, ha impiegato importanti risorse per finanziare l’Assemblea Annuale a Milano e, più recentemente, ha organizzato due Study Tour in Italia sui settori AgriFood e Salute, coinvolgendo ADB e i rappresentanti di alcuni Paesi membri della Banca in una serie di visite ad aziende, università e centri di innovazione del nostro Paese. Inoltre, merita ricordare che durante l’Annual Meeting sono stati firmati tre Accordi quadro (MoU) tra ADB e le istituzioni italiane, in particolare con:
– Cassa Depositi e Prestiti per iniziative in aree strategiche, quali l’azione per il clima, sistemi alimentari sostenibili, blu economy e inclusione sociale;
– SACE per interventi mirati a sviluppare soluzioni assicurative e finanziarie, oltre che a promuovere partnership tra aziende italiane e aziende dei Paesi membri di ADB;
– Comune di Milano per la prima iniziativa di City-to-City Partneship, con l’obiettivo di utilizzare fondi di ADB per sviluppare programmi di collaborazione tra Milano e alcune città asiatiche. Non si tratta di normali gemellaggi, ma di iniziative concrete legate a progetti d’investimento di ADB già individuati, facendo leva sulle aree di eccellenza di Milano nello sviluppo urbano, nell’innovazione e nella sostenibilità.
Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), dando concreta attuazione alla nuova strategia della “diplomazia della crescita”, sta rivolgendo crescente interesse verso l’Asia-Pacifico, sia attraverso importanti missioni diplomatiche del Sistema-Italia e con il coinvolgimento delle Ambasciate, sia attraverso la promozione di Business Forum, Study tour e incontri B2B. L’interesse del MAECI verso la regione ha riguardato direttamente anche ADB. Nel novembre 2024, a Manila, ho avuto il privilegio di accogliere il Sottosegretario di Stato Maria Tripodi, l’Ambasciatore Mauro Battocchi e una nutrita delegazione di rappresentanti di imprese pubbliche e private italiane.
In sintesi, nuove e interessanti opportunità di business possono germogliare, spinte dalla maggiore conoscenza reciproca e dalla collaborazione tra ADB e il sistema imprenditoriale italiano. Tale collaborazione, di cui per il mio ruolo sono promotrice e testimone, può creare valore condiviso e concrete prospettive di crescita e internazionalizzazione, in un contesto dinamico come quello dell’Asia-Pacifico. Qui, le esperienze e le competenze distintive delle imprese italiane trovano un naturale allineamento con le priorità strategiche della Banca. Il mio auspicio è che si colgano appieno tali opportunità. Con un impegno proattivo, fondato su consapevolezza e qualità della relazione, l’Italia potrà trasformare il potenziale di collaborazione con l’Asia in un motore di sviluppo condiviso e sostenibile.
[1] La sola Cina negli ultimi trentacinque anni ha portato fuori dalla povertà estrema 800 milioni di persone, contribuendo per tre quarti alla riduzione globale della povertà.