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Anatolia, nuove scoperte a Uşaklı Höyük

Uşaklı Höyük, il monticolo e parte della cosiddetta terrazza visti da nord (foto da drone). In basso è visibile l’Area F con la Struttura Circolare.
Uşaklı Höyük, il monticolo e parte della cosiddetta terrazza visti da nord (foto da drone). In basso è visibile l’Area F con la Struttura Circolare.

La campagna di scavo 2025 a Uşaklı Höyük, nel cuore dell’Anatolia, ha portato alla luce importanti novità nell’Area F, una delle zone del sito legate all’occupazione ittita (XV-XIII sec. a.C.). Qui, già dal 2021, gli archeologi indagano una particolare costruzione in pietra, nota come “Struttura Circolare”, che continua a fornire informazioni sorprendenti.

Una costruzione unica nel panorama anatolico

La struttura, formata da un muro curvo a ferro di cavallo costruito con pietre di varie dimensioni, si adatta all’irregolarità del terreno in forte pendenza. L’interno è riempito da accumuli di terra, frammenti ceramici e ossa animali, mentre all’esterno si riconoscono successivi rifacimenti di pavimenti in pietra e terra battuta. La sommità del muro, realizzata con ciottoli e pietre frammentate, appare calpestabile e collegata allo spazio lastricato aperto. Per la sua forma e le sue caratteristiche, non esistono confronti diretti con altri siti coevi: un unicum ancora avvolto nel mistero.

Uno spazio rituale?

La funzione della Struttura Circolare resta incerta. Alcuni indizi fanno pensare a un’area speciale, destinata a riti e offerte. La posizione, poco distante dal grande Edificio II – probabilmente un tempio legato al Dio della Tempesta – rafforza l’ipotesi di una connessione con pratiche cultuali.

Un rituale ittita che fa riferimento al dio della Tempesta di Zippalanda, celebrato presso la riva di un fiume, in un bosco e poi nel giardino di una ‘casa’, per la protezione della coppia reale, menziona una fossa destinata a sacrifici animali. La posizione della Struttura Circolare – non lontana dal fiume che scorre ai piedi del sito e in prossimità del probabile tempio, in relazione al quale poteva trovarsi un ampio spazio aperto – richiama in modo suggestivo lo scenario descritto dal testo rituale. Se lo spazio delimitato dal cerchio di pietra, percorso dall’officiante nel corso dell’azione rituale, potesse essere percepito come una fossa, resta al momento solo un’ipotesi di lavoro.

La corte degli infanti senza sepoltura

La novità più significativa è la scoperta di resti scheletrici di almeno sette bambini, trovati in relazione a strati di cenere, ossa animali e vasi frammentari. Non si tratta di sepolture formali, ma di deposizioni irregolari, sparse o associate ad altri materiali in relazione allo spazio lastricato adiacente alla Struttura Circolare. Tra i ritrovamenti spicca un dente infantile, che potrà fornire datazioni precise e analisi del DNA antico, contribuendo a ricostruire dati biologici unici sulle genti che abitavano il sito in questo periodo. Un contesto che pone interrogativi significativi, reso ancor più rilevante dalla scarsità di fonti scritte ittite sui rituali legati ai bambini defunti e dalle conoscenze ancora limitate sulle pratiche funerarie.

Un progetto di ricerca e cooperazione

Le ricerche a Uşaklı, attive dal 2008 grazie ad una concessione del Ministero della Cultura e del Turismo turco e supportata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, riuniscono un gruppo internazionale di ricercatori nella ricostruzione della lunga storia del sito, abitato dal III millennio a.C. fino all’età medievale. Il coordinamento scientifico è affidato all’Università di Pisa, in collaborazione con ANAMED Koç, le Università di Firenze, UCL e Bozok.

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