Per la terza volta nel mio mandato da Ministro degli Esteri effettuo una visita in India: due giorni di incontri a New Delhi e Mumbai dal forte valore politico, economico e culturale. L’India è sempre più nostro partner strategico. La più popolosa democrazia al mondo (1,4 miliardi di persone, il 65% sotto i 35 anni) è culla di religioni e civiltà. Con un 7% annuo, prima per crescita tra i G20. Presto terza economia globale. Già terza per numero di miliardari e di start up oltre il miliardo di dollari. Quarto Paese sulla Luna.
La mia missione cade in una congiuntura delicata. I media di tutto il mondo hanno mostrato le foto dell’incontro di qualche giorno fa del Presidente Modi con il presidente russo Putin. Al leader indiano porterò i saluti del Presidente del Consiglio Meloni, che con Modi ha un rapporto personale molto stretto e proficuo. Condividerò un forte messaggio di apertura al dialogo con l’obiettivo di una pace giusta e duratura. In Ucraina, come in tutto il Medio Oriente allargato, regione al cuore dei nostri comuni interessi.
Con i miei interlocutori parlerò di IMEC, il corridoio economico logistico cruciale per la crescita del nostro export, su cui il Governo ha deciso di investire con forza. Vogliamo unire il mercato europeo – attraverso Trieste e l’Adriatico, i Balcani, i Paesi del Nord Africa – con il Golfo e l’India. Per collegare Mediterraneo e Indo-Pacifico. Anche attraverso procedure doganali semplificate e digitali e il cavo sottomarino Blue & Raman, autostrada veloce di dati tra Genova e Mumbai.
Come pochi giorni fa a Riad, in Arabia Saudita, aprirò a Mumbai, capitale economica, un grande forum imprenditoriale con centinaia di imprese italiane ed indiane. Il terzo incontro con l’India solo quest’anno, dopo quello a New Delhi ad aprile e a Brescia in giugno. Incontrerò brillanti innovatori, piccole e medie imprese e grandi gruppi: accomunati dalla voglia di condividere idee, progetti e affari. Aprirò i lavori della Borsa, quarta al mondo per capitalizzazione. Per sottolineare il ruolo della finanza nel sostenere economia e innovazione.
In India già oggi operano oltre 700 imprese italiane. E altre si affacciano ad un mercato che rappresenta un sesto dell’umanità. E offre opportunità alle nostre pmi con le loro tecnologie all’avanguardia. Ulteriore impulso verrà dalla conclusione di un accordo di libero scambio tra Ue e India, che sosteniamo con convinzione. E dagli strumenti messi a disposizione dal Sistema Italia: linea di credito India da 500 milioni di euro per internazionalizzazione e joint venture; garanzie sui prestiti dei compratori indiani di made in Italy per oltre 2 miliardi di euro; piattaforme digitali per contatti diretti tra operatori economici.
Vogliamo portare da 14 a 20 miliardi l’interscambio commerciale. E incrementare gli investimenti. Soprattutto dall’India verso l’Italia: energia, data center, hotel e molto altro. Insieme possiamo lavorare in settori quali: macchinari, manifattura e agricoltura avanzata; economia circolare; infrastrutture e mobilità; filiera auto; difesa e spazio; tecnologie dello sport. Il Presidente del Coni firmerà a Delhi un’intesa con il Comitato Olimpico indiano. Per aprire la strada a iniziative congiunte tra federazioni e collaborazioni tra aziende del settore.
L’India ha le capacità per diventare leader tecnologico. Già oggi 900 milioni di indiani effettuano pagamenti diretti solo tramite cellulare. L’Istituto tecnologico di Madras ha generato quest’anno 417 brevetti, più di uno al giorno. E il governo indiano ha appena lanciato un fondo per ricerca e sviluppo da io miliardi di dollari. Intelligenza artificiale, quantum, biotecnologie, materiali avanzati, spazio e cyber. Su questi fattori si giocano produttività, competitività e sicurezza nazionale.
Per questo annuncerò la creazione di un centro per l’innovazione in India, con l’obiettivo di far lavorare sempre più insieme i due ecosistemi: le start up, le imprese più grandi ad alto contenuto tecnologico, le università e i centri di ricerca.
Non solo interessi economici ma anche cultura. Italia e India sono eredi di civiltà antiche, in dialogo da secoli. “Storie condivise” s’intitola, non a caso, la mostra che inaugurerò a Delhi. Una selezione di opere preziose, provenienti anche dai nostri musei, a testimoniare le reciproche influenze nello spazio indo-mediterraneo. A significare che l’IMEC esisteva già ai tempi dell’imperatore Augusto. E l’arte ne porta le tracce. Anche nella valorizzazione del patrimonio culturale e nella realizzazione di nuovi musei, l’Italia potrà offrire un contributo di esperienza e tecnologie.
Oggi come allora, vogliamo crescere insieme. Più Italia in India e più India in Italia. Questo il nostro obiettivo. Per un futuro di pace, prosperità condivisa e innovazione tecnologica al servizio delle persone.