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Keynote speech della Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, in occasione della XV Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori

Signor Ministro, caro Antonio,
care Ambasciatrici,
cari ambasciatori,

 

Grazie per avermi invitata ad essere qui con voi oggi. Ne sono onorata.

Il rapporto tra politica e diplomazia mi affascina da sempre.

Per me politica significa parlare chiaro, dire ai cittadini come stanno le cose, belle o brutte che siano.

Al contrario, Isaac Goldberg disse una volta che: “la Diplomazia consiste nel fare e dire le cose più brutte nel modo migliore possibile.”

Ho iniziato come giovane diplomatico, prima di passare alla politica, quindi posso rivendicare la mia fedeltà ad entrambe. E posso permettermi di citare Cavour quando diceva: “ho scoperto il modo di ingannare i diplomatici. Io dico la verità e loro non mi credono mai”.

C’è una ragione, suppongo, per cui tutti noi parliamo di “arte” della diplomazia.

Come Presidente del Parlamento europeo, ho imparato da Antonio Tajani a trovare il giusto equilibrio, la giusta “landing zone”, tra questi due mestieri.

Ma per entrambi una cosa rimane centrale: la verità. La necessità che i diplomatici forniscano ai politici le informazioni di cui hanno bisogno per prendere le giuste decisioni. E viceversa.

Politica e diplomazia sono due facce della stessa medaglia.

Si tratta di ascoltare l’altra parte, di creare fiducia. Difendere la propria posizione, sì, ma lasciando sempre spazio all’ascolto.

Il mondo complesso in cui viviamo ha più che mai bisogno della diplomazia. È un mondo diverso da quello che conoscevamo prima del 24 febbraio. È un mondo più pericoloso. La brutale invasione dell’Ucraina da parte di Putin ha sconvolto l’asse su cui poggiava da tempo la nostra realtà geopolitica.

Sono orgogliosa della nostra risposta europea. Siamo rimasti uniti, decidendo insieme su questioni su cui molti già ci vedevano divisi, pensando che non avremmo mai potuto trovare un terreno comune. Questa è una vittoria della diplomazia. Una vittoria dell’Europa.

Abbiamo trasformato quella che Putin pensava fosse la nostra più grande debolezza nella nostra più grande forza.

Siamo un’Unione con una grande storia di abbattimento di muri e di avvicinamento di popoli. Dobbiamo continuare su questa strada, ma possiamo farlo solo se prendiamo decisioni politiche e diplomatiche coraggiose.

Il momento che stiamo vivendo è critico. Stiamo affrontando sfide su più fronti: aggressioni militari sul nostro continente, campagne di disinformazione, attacchi informatici … mentre l’instabilità politica in regioni chiave del mondo, l’aumento dell’inflazione e la diminuzione delle forniture energetiche stanno causando ulteriori turbolenze.

Anche la nostra democrazia è sotto attacco poiché attori maligni da Paesi terzi pensano che l’Europa sia in vendita. A tutto questo abbiamo risposto e risponderemo con fermezza.

Ci tengo sempre a ribadire che l’invasione illegale e brutale dell’Ucraina sovrana da parte della Russia non riguarda solo la Russia, l’Ucraina e quei territori. Riguarda tutti noi. E sono tante le domande che dobbiamo porci: se il multilateralismo può ancora rispondere alle minacce di aggressione unilaterale; se la nostra democrazia liberale è abbastanza resistente da sopportare la pressione di grandi eserciti; se il libero mercato e la sicurezza sociale sono pilastri destinati a rimanere. Se il nostro impegno per l’uguaglianza e lo Stato di diritto è saldo anche quando è sotto attacco.

La mia risposta, la nostra risposta, è difendere con decisione il nostro modo di essere europei.

L’Europa deve adattarsi a questo nuovo mondo e deve trovare la capacità di cambiare con esso. Possiamo fare la differenza in tempi sempre più difficili.

Per affrontare le conseguenze socioeconomiche di queste sfide, dobbiamo tornare a crescere e concentrarci sulla competitività dell’Europa e sul suo ruolo di attore globale.

Questo vale anche per le nostre relazioni transatlantiche.

La mia speranza è che le controversie commerciali possano essere evitate e che questo atto protezionistico degli Stati Uniti fornisca invece una piattaforma per un’ulteriore leadership Stati Uniti-Unione europea nell’azione per il clima, nella sicurezza energetica e nella cooperazione per la definizione di standard comuni. La lotta al cambiamento climatico deve essere condotta insieme e non a spese delle rispettive basi industriali.

Dobbiamo accelerare gli investimenti pubblici in Europa, per fare da ponte a soluzioni europee reali nel medio termine. Ma dobbiamo avere condizioni di parità nel mercato unico e a livello globale. Il nostro Green Deal deve essere una strategia di crescita.

La crescita verrà anche dalla riforma del nostro mercato energetico. Dobbiamo renderlo a prova di futuro. E dobbiamo farlo insieme. Dobbiamo farlo funzionare, altrimenti continueremo a superarci a vicenda.

E nel 2023 dovremo essere ancora più forti con l’Ucraina. L’Ucraina si rivolgerà nuovamente a noi per ottenere sostegno politico, umanitario, militare, energetico e finanziario.

Non possiamo permettere che si manifesti la stanchezza, perché questo è ciò che spera la Russia. Vogliono esaurire i nostri sistemi e la nostra pazienza. Dobbiamo mostrare la stessa resilienza che abbiamo chiesto agli ucraini.

Voi non siete nuovi alle sfide e ricoprite un ruolo fondamentale.

Oggi più che mai le azioni di politica estera degli Stati membri europei devono essere coordinate. I diplomatici italiani sono diplomatici europei.

E permettetemi di dire che il servizio diplomatico italiano è stato a lungo un punto di riferimento.

I diplomatici europei e italiani devono lavorare fianco a fianco per promuovere l’ordine mondiale basato su regole e valori condivisi dall’Europa e dall’Italia.

 

 

Signore e signori,

L’Europa ha fatto molto. Ma non c’è tempo per l’autocompiacimento. Saremo chiamati a fare ancora di più. Ciò significa lavorare a stretto contatto con i nostri partner internazionali, rafforzare i legami e i partenariati esistenti e, ove possibile, perseguire nuove alleanze.

Sulla migrazione, dobbiamo usare l’esperienza dell’Italia e le relazioni con i paesi terzi per trovare soluzioni che non lascino indietro nessuno.

Dobbiamo lavorare insieme. Dobbiamo mettere in comune le nostre risorse e lavorare per raggiungere obiettivi comuni – e qui mi riferisco a tutte le istituzioni dell’UE e agli Stati membri come un’unica Squadra Europa.

Dobbiamo lavorare insieme per rafforzare i nostri partenariati, costruire alleanze e mantenere aperto il dialogo in tutto il mondo.

Il multilateralismo è l’unica via percorribile per salvaguardare la pace nel mondo.

È chiaro che le rappresentanze europee e italiane e le missioni diplomatiche svolgono un ruolo cruciale. Molti di voi lavorano in ambienti caratterizzati da campagne di disinformazione, che pongono ulteriori sfide. In tutti i continenti infuria una battaglia di narrazioni, in cui le nostre intenzioni sono spesso travisate e il nostro ruolo è messo in discussione.

Dobbiamo unire i nostri sforzi e amplificare il nostro messaggio attraverso le nostre rispettive reti, sia a livello bilaterale che multilaterale. Dobbiamo fare ancora di più per evidenziare l’impegno e gli investimenti dell’Unione europea e dell’Italia a beneficio di tutti i cittadini del mondo. Dobbiamo anche fare di più per contrastare gli attori maligni che cercano di minare l’azione comune dell’Unione Europea attraverso pratiche di corruzione.

In un mondo globalizzato e multipolare, l’arte della diplomazia ha mantenuto questa costanza. Ma si è anche evoluta. Come ho detto, tutti gli sforzi devono essere ancora più coordinati e mirati.

Infine, vorrei ringraziare l’Italia. Per la sua leadership, per quello che fa per il bene comune in tutto il mondo, per quella diplomazia silenziosa che risolve problemi che il mondo non conoscerà mai.

E permettetemi un’ultima parola su Giulio Regeni. Voglio ribadire, di fronte a una platea di ambasciatori, tutto il nostro impegno a trovare una soluzione. Anche questa è la missione del Parlamento europeo.

L’impressionante lavoro che svolgete sul campo merita davvero un riconoscimento speciale.

Ci tenevo molto a essere qui oggi anche per rendere omaggio al vostro collega, il compianto ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci; il loro sacrificio non sarà dimenticato.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di lavorare insieme, non per duplicare i nostri sforzi ma piuttosto per rafforzare il nostro messaggio comune.

Insieme potremo garantire pace, stabilità e prosperità in Europa e nel mondo.

Buon Natale a voi e alle vostre famiglie.

Grazie

 

 

 

 

 

 

 

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