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Le sanzioni alla Russia dimezzano l’export italiano – Ambasciatore Pasquale Terracciano (Il Sole 24ORE)

«L’Italia non si discosta affatto dalla politica europea sulle sanzioni alla Russia ma interpreta meglio di altri Paesi il cosiddetto double track, tenendo aperto il dialogo tra le società civili». Così l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano, in questi giorni a Roma per partecipare alla XIII conferenza degli ambasciatori e ambasciatrici spiega come l’impatto del regime delle sanzioni sta pesando sulla nostra economia molto più rispetto ad altri Paesi proprio per la consolidata integrazione economica e commerciale tra Italia e Russia. Da un lato, infatti, la Russia ha una forte domanda di prodotti italiani mentre per noi la Russia è il principale fornitore di risorse energetiche. «Le sanzioni – spiega l’ambasciatore Terracciano – riguardano il settore oil&gas, le tecnologie dual use civile e militare e il settore bancario per i finanziamenti superiori ai 30 giorni». Prima delle sanzioni nel 2013, ricorda Terracciano «le nostre esportazioni in Russia sfioravano i 15 miliardi di dollari ma, subito dopo l’adozione delle sanzioni siamo scesi a 7 miliardi ora risaliti a 11 miliardi». Un calo delle esportazioni che non tiene conto, peraltro, del trend sempre crescente del nostro export verso Mosca prima delle sanzioni per circa il 9%. Situazione aggravata dalla crisi che ha colpito nel 2014 la Federazione russa per il crollo del prezzo del petrolio e la svalutazione del rublo. Negli ultimi due anni, però, grazie a una politica economica e monetaria molto rigorosa, la Russia è uscita dalla recessione, con ricadute positive anche per le nostre esportazioni, che sono risalite (appunto a 11 miliardi) inferiore di circa un 30% rispetto a quello raggiunto nel 2013. Quanto alle controsanzioni russe esse colpiscono i prodotti italiani ortofrutticoli, lattiero casearie salumi (non il vino) per 250 milioni di export in meno ogni anno. «Ma su tutti i contratti in corso – osserva sempre Terracciano – così come riaffermato durante la recente visita del presidente Putin a Roma, si prosegue come nel passato”. È così per le turbine elettriche dell’Ansaldo, l’impianto per ammoniaca della Maire Tecnimont», la joint venture fra Tenaris e Severstal per la produzione e commercializzazione di tubature destinate all’industria oil&gas, l’aggiudicazione, da parte di Enel, del tender per la costruzione di un impianto eolico a Stavropol. Un problema avviato a soluzione è quello che riguarda il finanziamento per le piccole e medie imprese dei due Paesi «L’Italia – precisa Terracciano – aveva lanciato la proposta di creare un fondo utilizzando ola Bers ma ora è stato firmato un accordo tra la Cassa depositi e prestiti e il fondo sovrano russo per gli investimenti diretti (Rdif), proprio a questo scopo». Ora l’Italia, dopo avere contribuito insieme ad altri Paesi a rendere le sanzioni europee semestrali anziché annuali, insiste perchè siano a termine e vengano considerati gli adempimenti russi sugli impegni presi negli accordi di Minsk per l’Ucraina. «Anche perché – aggiunge Terracciano – le sanzioni pesano molto più sull’Italia che su altri Paesi che hanno importanti volumi di scambi con la Russia come la Germania».

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