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Tajani: «Con l’accordo Mercosur diversifichiamo l’export italiano» (Il Sole 24 Ore)

Tajani «Con l’accordo Mercosur diversifichiamo l’export italiano» (Il Sole 24 Ore)
Tajani «Con l’accordo Mercosur diversifichiamo l’export italiano» (Il Sole 24 Ore)

Ministro Antonio Tajani, l’intesa Ue-Mercosur è un passo avanti nel consolidamento delle intese commerciali. In questo caso con un immenso mercato di quattro paesi, 800 milioni di persone, storicamente legati all’Italia.

È più di un passo avanti: si tratta del più grande accordo mai negoziato dall’Unione, una pietra miliare nei rapporti tra l’Europa e l’America Latina, non solo per gli aspetti di natura commerciale, ma anche per quelli politici che ci legano a questa parte di mondo. La presenza di vaste collettività italiane in questi Paesi è significativa e rappresenta una carta in più che potremo giocare. È anche frutto del grande lavoro che abbiamo fatto in stretta sinergia con la premier Giorgia Meloni e il ministro Francesco Lollobrigida. È un successo per l’Italia.

L’obiettivo ha anche una forte valenza politica: ci si avvia verso l’eliminazione di dazi in una fase storica che vede il ritorno, da parte degli Usa di Trump, dei dazi sia verso l’Ue che verso altri grandi mercati. Con conseguenze non solo commerciali, anche politiche, con un patto strategico che insiste sul continente americano.

L’Italia e l’Europa sostengono da sempre il libero commercio fondato su regole comuni. L’espansione della rete di accordi di libero scambio della Ue è per noi un imperativo strategico che aiuta il nostro export, anche per aggiungere mercati sempre più solidi a quello Usa. Sosteniamo accordi come quello con il Mercosur, con il Messico, quello che viene negoziato con l’India. E non a caso dall’inizio del mio mandato ha svolto molte missioni in questi paesi. Sono intese indispensabili per garantire all’Italia crescita e prosperità decisive. Questo è un tassello importante della strategia del governo per raggiungere entro il 2027 l’obiettivo di 700 miliardi di export (ora 623, ndr), che si aggiunge alla riforma del ministero degli Esteri e al grande lavoro sui dazi.

Una lettura – che in questi giorni assume particolare significato – è che l’intesa offre una via d’uscita dalla dipendenza dalla Cina, soprattutto per i minerali critici.

La Cina resta un partner importante e una fonte di approvvigionamento su cui intendiamo continuare a contare. Non a caso l’8 ottobre a Milano avremo una riunione congiunta con il Governo cinese per affrontare gli aspetti politici ed economici delle nostre relazioni. Ma gli avvenimenti più recenti – non dimentichiamo la pandemia – ci ricordano che la sicurezza economica è assicurata meglio da una strategia di diversificazione. Per questo l’America Latina può avere un ruolo fondamentale. Non solo il Mercosur ma anche il Cile, i Paesi andini e l’America centrale. Con ciascuno di loro la Ue ha firmato accordi che possono aiutare a mitigare certe dipendenze strategiche.

Uno dei nodi principali sono le garanzie in campo agricolo che hanno frenato l’accordo e generato resistenze in altri paesi Ue, come la Francia, ma anche Polonia e Austria tra gli altri. Si parla di “monitoraggio rafforzato”.

L’Italia è stata decisiva nel lavoro con la Commissione per ottenere non solo un monitoraggio sugli effetti delle importazioni sul nostro settore agricolo, ma anche per attivare salvaguardie per i prodotti più sensibili, già tutelati dal regime delle quote di importazione. Ci sarà un sistema di monitoraggio rafforzato per eventuali turbative di mercato. Ci saranno maggiori controlli sanitari per assicurare rispetto degli standard e delle norme europee. Ci saranno compensazioni per le imprese che dovessero essere danneggiate. Un sistema di tutela del comparto agricolo che non è presente in nessun altro accordo commerciale europeo. Grazie alla nostra azione è stato ottenuto un risultato senza precedenti. Nessun altro accordo commerciale firmato dall’Unione presenta un livello di protezione così ampio e strutturato per tener conto delle sensibilità agricole.

Il mondo agricolo è comunque ancora molto critico: ritiene non sufficienti le clausole di garanzie, compresa la sicurezza alimentare. Molti insistono nelle reciprocità.

La reciprocità non può certo significare che noi imponiamo ai nostri partner i nostri standard produttivi. Ma è un concetto che deve valere per gli standard di prodotto che le importazioni dal Mercosur devono rispettare in termini di misure sanitarie e fitosanitarie, standard che non vengono minimamente affievoliti dall’accordo raggiunto. Non solo: abbiamo chiesto alla Commissione il rafforzamento del monitoraggio e dei controlli sui prodotti in ingresso nell’Unione dai Paesi del Mercosur, per assicurarci che non vi sia alcun dubbio sulla sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti importati.

Altro elemento è la garanzia di indicazioni geografiche per evitare imitazioni: insomma niente “Parmesan” in versione latina-americana…

Ho fatto della lotta contro l’“italian sounding” un impegno costante sin dall’inizio del mio mandato: con questo accordo otteniamo la protezione di 57 Indicazioni geografiche italiane attualmente prive di qualsiasi tutela in quei Paesi. Si tratta di un altro grande risultato, che ci permetterà di tutelare e promuovere ancor più e meglio le eccellenze dei nostri territori.

Dal mondo dei produttori di vino l’atteggiamento è diverso: ora pagano un dazio del 27%…

Il settore vitivinicolo da tempo si è espresso a favore dell’accordo, avendo ben presenti le notevoli opportunità di penetrazione commerciale in quei mercati. Tuttavia, questo non vale solo per il vino. La riduzione sostanziale o l’eliminazione dei dazi sull’agroalimentare vale per una vasta quantità di prodotti del nostro settore, come i formaggi.

Oltre all’agroalimentare un settore che dovrebbe beneficiarne particolarmente è l’automotive (35% di dazi), i macchinari e la farmaceutica, tutti comparti strategici nella nostra economia nazionale.

Oltre ai comparti da lei indicati non dobbiamo ignorare la chimica italiana che allo stesso modo trarrà grande beneficio dall’accordo. In generale, è lecito attendersi un forte impulso al nostro export verso questi Paesi.

Il governo italiano si è riservato di valutare l’efficacia delle garanzie aggiuntive. Ma la strada immaginiamo che la consideriate ormai tracciata e senza ritorno.

Il Governo sta valutando seriamente l’accordo nel suo complesso. Siamo sempre stati consci delle potenzialità dell’intesa e delle sensibilità del nostro settore agricolo, a cui abbiamo sempre dato ascolto. Valutiamo positivamente quanto proposto dalla Commissione in termini di salvaguardie ulteriori rispetto a quelle già inserite nell’accordo, che vanno nella direzione da noi auspicata. Ora dobbiamo ancora lavorare per qualche messa a punto e monitorare i risultati.

  • Author: Carlo Marroni
  • Header: Il Sole 24 Ore

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