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Stoccolma, “La Lanterna di Ponti”

“La Lanterna di Ponti” è un nuovo intervento site specific promosso dall’Istituto Italiano di Cultura C.M. Lerici di Stoccolma, destinato a divenire permanente.

Una nuova narrazione luminosa incontra e completa l’architettura progettata da Gio Ponti nel quartiere delle Ambasciate a Stoccolma alla fine degli anni Cinquanta, dando vita a un ponte progettuale che attraversa oltre mezzo secolo di storia e amore per la luce.

La lighting designer italiana Chiara Carucci firma “La Lanterna di Ponti” su commissione dell’Istituto di Stoccolma: un progetto volto a collegare due epoche creative diverse, uno spunto di dialogo tra passato e presente, tra il disegno originario di Gio Ponti per l’Istituto e l’edificio effettivamente realizzato, divenuto esempio leggendario per gli studiosi e gli amanti dell’architettura.

 

stoccolma appro

 

Chiara Carucci si propone di raccogliere quel suggerimento “luminoso” inserito da Ponti nella fase iniziale di progettazione dell’Istituto e, in particolare, di reinterpretare l’idea del fascio di luce alloggiato all’interno della nicchia d’angolo dell’edificio, che ne avrebbe segnato l’intera altezza correndo da terra fino a raggiungere il tetto. Una reinterpretazione filologica, sia dal punto di vista architettonico che da quello culturale, ma al tempo stesso nuova, per tecnologie e impianto, e sostenibile, sia in termini ambientali che di impatto visivo. Per l’esecuzione sono stati adottati corpi illuminanti dell’azienda italiana iGuzzini, leader nel settore dell’illuminazione architetturale, specializzata in prodotti da esterni e nella ricerca sulla tecnologia LED.

L’intervento si completa con la nuova illuminazione della bandiera nazionale e quella europea, poste all’ingresso a indicare la territorialità italiana dell’area, e con una nuova lampionatura destinata a intervallare con fasci di luce l’ampio spazio esterno dell’Istituto, lasciando intatta la magia della grande finestra arredata, con la sua trama di piani d’appoggio e linee orizzontali e verticali che lasciano intravedere, come in una dimensione teatrale, la vita che scorre all’interno dell’edificio.

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