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Diplomazia Cibernetica

La diplomazia cibernetica

La diplomazia cibernetica è un concetto che si riferisce all’uso della diplomazia tradizionale e degli strumenti digitali per promuovere la cooperazione internazionale, la sicurezza e gli interessi nazionali nel contesto delle tecnologie informatiche.

La diplomazia cibernetica è imperniata sulla collaborazione internazionale bilaterale e multilaterale volta a condividere informazioni sulla sicurezza informatica, prevenire attacchi cibernetici, contribuire alla costruzione di capacità informatiche nei Paesi in via di sviluppo e definire una governance del cyberspazio.

In tale contesto l’Italia promuove uno spazio cibernetico libero, sicuro, accessibile e rispettoso dei diritti umani, nel quale il diritto internazionale è pienamente applicabile (Leggi il documento nazionale sul Diritto Internazionale e lo spazio cibernetico).

Molteplici sono i fronti sui quali il MAECI è impegnato per affermare la propria visione, promuovere il saper fare italiano e contribuire alla stabilità internazionale, anche in attuazione della Strategia Nazionale di Cybersicurezza: si va dai tradizionali fora multilaterali alle numerose coalizioni informali fra Paesi dal comune sentire.

A seguire alcuni esempi:

 

In ambito Unione Europea

La cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione Europea rappresenta un nodo fondamentale e di significativo spessore per l’Italia.

L’UE si propone di rafforzare la resilienza collettiva dell’Europa contro le minacce informatiche e garantire che tutti i cittadini e le imprese possano beneficiare pienamente dei servizi e strumenti digitali. Tra le azioni prioritarie che il MAECI segue in raccordo con le altre Amministrazioni dello Stato spiccano l’attuazione del CyberDiplomacy Toolbox, la promozione di dialoghi con Paesi terzi e i progetti di capacity building.

EU Cyber Diplomacy Toolbox: una raccolta di strumenti per sistematizzare le possibili azioni diplomatiche a disposizione dell’UE per prevenire o rispondere ad azioni malevole, al fine di mantenere la pace e la stabilità dello spazio cibernetico. Tra queste figura la possibilità di adottare misure restrittive contro individui o enti ritenuti responsabili di azioni malevole ai danni di uno o più Stati dell’UE.

In ambito ONU

A partire dal 2004, sei Gruppi di Esperti Governativi (GGE) e due OEWG (Open-ended Working Group) hanno dibattuto e cercato convergenze su diversi aspetti dell’uso delle tecnologie di informazione e comunicazione nel contesto di sicurezza internazionale: norme di comportamento responsabile da parte degli Stati, applicabilità del diritto internazionale allo spazio cibernetico, misure di costruzione della fiducia, potenziali minacce, capacity building (Consulta il rapporto finale dell’OEWG 2021-2025).

Da marzo 2026 è attivo il nuovo Meccanismo Globale sugli sviluppi delle TIC nel contesto della sicurezza internazionale e per far avanzare il comportamento responsabile degli Stati nel cyberspazio.

In ambito NATO

Nell’ultimo decennio, la NATO ha cercato di adattare le proprie capacità difensive alla mutevolezza dello spazio cibernetico e le minacce ad esso correlate: nel 2016 ha riconosciuto lo spazio cibernetico come dominio operativo e ha adottato il  “Cyber Defence Pledge”, strumento di convergenza degli sforzi dei singoli Alleati in materia di resilienza ad attacchi cyber. Il MAECI è impegnato – per la parte di competenza – nell’attuazione di tali sforzi, prende parte al perfezionamento della “Guida per la risposta ad attività cibernetiche inferiori alla soglia dell’attacco armato” e contribuisce alla previsione di apposite componenti cyber nello svolgimento di esercitazioni di gestione di crisi e altre attività addestrative in un’ottica di integrazione civile-militare.

In ambito OSCE

L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha sviluppato 16 misure di costruzione della fiducia (CBM), volte a fronteggiare le possibili percezioni errate da parte di un Paese sull’uso delle ICT da parte degli altri, migliorando così la qualità della cooperazione tra gli Stati partecipanti.

Durante la presidenza italiana dell’OSCE nel 2018 l’Italia ha ospitato una Conferenza sulla sicurezza cibernetica, volta a rappresentare una piattaforma di condivisione e scambio di visioni in merito alla sicurezza digitale nella regione, per promuovere la resilienza cibernetica anche attraverso il partenariato pubblico-privato. A quest’ultimo proposito, l’Italia ha adottato la CBM14, contribuendo alla redazione di un rapporto sull’importanza del partenariato pubblico-privato e finanziandone la traduzione in lingua araba per ampliare la diffusione di una simile iniziativa nell’area del Mediterraneo allargato.