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La comunicazione è strumento di politica estera

Si è tenuto oggi a Milano a Palazzo Giureconsulti il workshop “Il governo è maker?” nell’ambito della Settimana della Comunicazione, un evento collettivo annuale in cui si incontrano creativitá, tecnologie, editoria, arte e design.


Tra i partecipanti, il capo del servizio per la stampa e la comunicazione istituzionale del Ministero degli affari esteri, Giuseppe Manzo, la responsabile della comunicazione istituzionale del Ministero dell’interno, Serenella Ravioli, il portavoce del Ministro dell’istruzione, dell’universitá e della ricerca, Guido Schwarz, il consigliere per la comunicazione del Ministro della coesione territoriale, Roberto Basso e il responsabile area multimediale del Ministero dello sviluppo economico, Emanuele Cigliuti.


All’inizio dell’evento un video con le interviste dei Ministri Cancellieri, Passera, Profumo, Barca e Terzi ha messo in luce un dato finora inedito: la familiarità e la dimestichezza con le nuove tecnologie di comunicazione. Durante il dibattito, moderato da Stefano Epifani, docente di tecnologia della comunicazione all’Università La Sapienza, sono state illustrate alcune delle best practices comunicative più innovative che i Ministeri coinvolti stanno sperimentando. L’apertura ai social network, la trasparenza, il coinvolgimento dei cittadini e l’opendata: grazie all’uso dei nuovi canali di comunicazione le amministrazioni hanno l’opportunità di veicolare rapidamente i messaggi, abbattere i costi e garantire più condivisione e partecipazione, soprattutto dei più giovani.


“Twiplomacy”, l’uso innovativo di Twitter da parte della diplomazia italiana; “Innovitalia”, la piattaforma che raccoglie tutti i ricercatori italiani nel mondo; “l’agente Lisa”, il poliziotto virtuale che interagisce su Facebook con gli utenti su temi legati alla sicurezza; il progetto “cruscotto” che raccoglie e aggrega i dossier del Ministero dei trasporti e del Ministero dello sviluppo economico, semplificando la comunicazione; infine, OpenCoesione, il primo portale nazionale sull’attuazione degli investimenti delle regioni e amministrazioni centrali dello Stato: sono alcuni dei casi di cui si è parlato durante il dibattito.


Responsabilità


La “responsabilità” è il “marchio d’impresa” del diplomatico, che deve “rappresentare” e “tutelare” i cittadini italiani all’estero “in tutti gli ambiti delle loro attività, interessi e diritti”. Lo ha sottolineato il portavoce della Farnesina Giuseppe Manzo nel suo intervento.


Il Ministero degli Esteri “promuove e difende l’interesse dell’Italia nel mondo”, quindi deve “comunicare al mondo ciò che fa e che è l’Italia”. Per questo, “per noi la comunicazione non viene mai dopo la decisione, ma ne fa parte e contribuisce a determinarla”, ha aggiunto Manzo, affermando che “la comunicazione è uno strumento di politica estera”.


Tecnologia


Il sistema di comunicazione del MAE “capitalizza il patrimonio tecnologico” a disposizione, come ad esempio i social network. “Oggi abbiamo la straordinaria possibilità di parlare ai nostri cittadini in maniera vicina, diretta e veloce”. E come dice il Ministro Giulio Terzi, “in nessun modo un’istituzione pubblica può competere o persino sopravvivere se non è in grado di conoscere e padroneggiare le regole del gioco”.


Apertura


Un’altra “sfida”, “in un momento in cui la distanza tra cittadino e amministratori si fa sempre più grande”, è quella di spiegare chela Farnesina, che nell’immaginario collettivo è un luogo chiuso, in cui si trattano segreti, strani negoziati su cose incomprensibili e forse inutili, e’centro di servizi per i cittadini e le imprese”.


La comunicazione, anche se istituzionale, deve sfuggire dal “burocratese”, che è una “mancanza di rispetto verso noi stessi e chi ci ascolta”. Al contrario, bisogna “dire cose che la gente capisce” ed “essere trasparenti con le informazioni sul nostro lavoro, che devono essere accessibili e aggiornate”.


“Chi non comunica in tempo reale non esiste”. Anche in questo caso la tecnologia aiuta e i “26.000 followers del Ministro Terzi su Twitter sono lì a dimostrarlo. La chiamiamo “Twiplomacy”.


“Non ci può essere nessuna contraddizione fra la complessità dei temi di politica estera e la loro sintesi comunicativa. L’esattezza è inoltre fondamentale quando sono in gioco vite umane. Oppure quando la comunicazione diviene parte integrante della gestione delle crisi. E’ il principio al quale si ispirano i servizi offerti, su tutte le piattaforme multimediali e ora anche sui social media, dalla nostra Unità di Crisi: “Viaggiare Sicuri” e “Dove Siamo nel Mondo”.


Visibilità


Il portale del MAE “racconta le storie della nostra gente – cooperanti, funzionari, esperti – che portano il meglio dell’Italia nelle aree di crisi più lontane: storie che pubblichiamo sui nostri canali flickr e youtube”, e “un’unità multimediale realizza campagne di comunicazione, video e spot”.


Molteplicità di strumenti


“In 300 giorni di attività di Governo: 170 incontri con la stampa, 300 comunicati, 50 interviste in Italia e all’estero. Tutto ciò anche con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dei cittadini su un’azione di politica internazionale che tocca i quattro angoli del mondo e incide direttamente sulle speranze, le prospettive di vita e di lavoro di ciascuno di noi”.