Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Intervista ad Antonio Tajani «A Gaza l’accordo è possibile ma Hamas se ne deve andare» (Il Messaggero)

Intervista Tajani Gaza
Intervista Tajani Gaza

Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, Hamas avrebbe aperto sul piano del presidente degli Stati Uniti per porre fine alla guerra a Gaza, che prevede anche l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. Che scenario si prospetta?
«Lo scenario deve essere quello di arrivare a un cessate il fuoco per mettere fine alla carneficina di un popolo vittima di una guerra scatenata da Hamas e della reazione sproporzionata di Israele. Come Italia sosteniamo che si possa arrivare a un accordo. Dopodiché bisognerà costruire una fase intermedia, con un’amministrazione differente e senza Hamas. Vedremo con quale formula. Siamo pronti a dare il nostro contributo per la costruzione di un’amministrazione temporanea che porti alla costituzione di uno Stato palestinese».

La presidente Meloni ha avuto un incontro con Tony Blair che sta lavorando su un piano per il day after a Gaza con l’avallo di Trump. Può funzionare?
«Sarebbe una proposta a cui potremmo vedere con favore nel caso in cui ci fosse un accordo generale, anche da parte dei paesi arabi. Tra l’altro quando era primo ministro inglese, Blair aveva rapporti di vicinanza con Berlusconi. E’ una persona che potrebbe svolgere un ruolo importante. Negli incontri fatti si è parlato di questo piano ma vediamo come andrà a finire. Sosteniamo ogni iniziativa di mediazione. Ben venga la proposta americana se accolta dai paesi arabi e se prevederà l’esclusione di Hamas, la liberazione immediata degli ostaggi, e un percorso che possa portare alla costituzione dello Stato palestinese. Mi pare di aver ascoltato dai Paesi Arabi un giudizio positivo. Lavoriamo per costruirlo».

Passando all’Ucraina. Per alcuni le parole di sostegno giunte da Donald Trump a Zelensky sono apparse “tardive”…
«Trump ha indurito la sua posizione visto che da Putin non arrivavano riposte positive a favore di un accordo con l’Ucraina per chiudere la guerra. Questo ha prodotto una reazione più ferma da parte del presidente americano. Non è mai troppo tardi per arrivare alla pace».

Che impressione ha avuto dalla chiamata con la portavoce italiana della Global Sumud Flotilla?
«Ho detto la mia posizione: abbiamo sconsigliato di proseguire. La portavoce ci ha ascoltato, capiva le nostre preoccupazioni. Ho ribadito che il mio telefono è sempre aperto. La linea da seguire è quella indicata da Mattarella, soprattutto sapendo che è pericoloso andare verso il blocco navale. In quel caso non potremmo fare più nulla, solo dare assistenza consolare agli italiani presenti».

Come Piantedosi teme ripercussioni nelle piazze in caso di nuove criticità?
«Dobbiamo scongiurare tutti gli aspetti negativi. Le opposizioni hanno risposto positivamente all’appello del presidente Mattarella, c’è stata la disponibilità della Chiesa e ricordo il lavoro del governo italiano per convincere Israele ad accettare questa proposta».

Il ministro Salvini ha parlato di introdurre una cauzione per gli organizzatori delle protese in piazza. Che ne pensa?
«Ne discuteremo, è una proposta, anche se la responsabilità penale è individuale. Vorrei che in Italia non ci fossero più cattivi maestri che danno indicazioni e pronunciano parole violente che poi qualcuno interpreta in maniera sbagliata. Uno può attaccare alla forza politica ma non indicare al pubblico ludibrio una persona come è stato fatto, ad esempio, con la ministra Bernini. E credo che tutte le persone esposte debbano avere un atteggiamento che non deve essere mal interpretato perché se una persona è nota è in grado di condizionare gli altri. Anche quando faccio critiche o attacchi politici non li personalizzo mai».

Qualche polemica per il video che la ritrae mentre balla, alla festa di Forza Italia, a Telese, sulle note di Lucio Battisti. Per molti non sarebbe stato opportuno vista la situazione e il suo ruolo da Ministro.
«Non sono andato a una festa privata, ma alla festa del mio partito dove si parlerà di politica estera anche oggi. Il concerto di Mogol era in programma e Lucio Battisti fa parte del nostro Pantheon valoriale. Il ministro è una persona normale: mangia, beve, dorme. Non ho mai abbandonato il mio ruolo di ministro, ma sono un segretario di partito e ho il dovere di stare in mezzo alla mia gente e i fare quello che fa la mia gente».

Le è dispiaciuto questo attacco?
«No, sono attacchi di chi evidentemente teme una presenza sempre più forte di Forza Italia. Io rifarei tutto quello che ho fatto».

Ha qualche aspettativa per questo turno elettorale? In un panel di ieri si citava «obiettivo 20 per cento». Non è ambizioso?
«In Calabria – dove ci sono tre liste – lo raggiungeremo e lo supereremo abbondantemente. Magari non sarà il 20% alle Regionali, ma tutti i sondaggi pubblicati ci danno in crescita, anche in Toscana. Questo vuol dire che bisognerà sempre fare i conti con le idee e i valori di Forza Italia».

A proposito di valori, oggi presentate il nuovo manifesto di Forza Italia che include anche un forte richiamo ai valori liberal, come i diritti civili. Pensa di avvicinare il mondo moderato a sinistra?
«Da noi c’è uno spazio lasciato vuoto. La sinistra ormai è solo sinistra e non più centro. Basta vedere la scelta di Fico in Campania. Credo che ci sia un elettorato ex democristiano ed ex socialista che ha più assonanze con noi che con altri. A quegli elettori noi diciamo: noi ci siamo. Siamo diversi sia dalla Lega che da Fratelli d’Italia».

Dalla famiglia Berlusconi apprezzano l’orientamento del nuovo manifesto?
«Pensò di sì, gliel’ho inviato. La famiglia Berlusconi è sempre stata presentata come qualcosa in antitesi con il partito, ma non è così: abbiamo ottimi rapporti e ascolto i loro consigli come quelli degli amici. È un matrimonio indissolubile quello tra FI e Berlusconi».

Come sarà la campagna per il referendum sulla giustizia?
«Sarà basata sugli esempi, ma anche sul tentativo di far comprendere cosa rappresenti davvero: più garanzie e più libertà».

di Valentina Pigliautile

Ti potrebbe interessare anche..