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Bangladesh, una nuova alba di riforme e opportunità per gli investitori globali

Bangladesh, una nuova alba di riforme e opportunità per gli investitori globali
Bangladesh, una nuova alba di riforme e opportunità per gli investitori globali

Determinato a posizionarsi come un attore chiave nell’economia globale con un volto rinnovato, il Bangladesh ha accolto a maggio il primo Summit sugli Investimenti. L’evento ha catalizzato l’attenzione di 3.500 partecipanti, tra cui 400 investitori stranieri da 50 Paesi e messo in luce l’impegno verso ambiziose riforme, con la trasparenza e la lotta alla corruzione come pilastri di una nuova governance.

L’ottavo Paese più popoloso al mondo, una forza lavoro giovane e a basso costo di 114 milioni di persone e una posizione strategica che funge da sbocco marittimo per i vicini Nepal, Bhutan e India orientale, il Bangladesh ambisce a diventare un hub manifatturiero e logistico per l’area. Sono già in corso investimenti domestici di rilievo in settori strategici. Nel comparto energetico spiccano la centrale nucleare di Rooppur e diversi progetti di energie rinnovabili, mentre nel settore logistico il nuovo porto in acque profonde di Matarbari rappresenta un’infrastruttura cruciale per decongestionare il sovraccarico scalo di Chittagong e potenziare le capacità portuali del Paese.

Il ruolo del Bangladesh come secondo produttore mondiale di abbigliamento è consolidato, ma il settore, che rappresenta l’84% dell’export nazionale, è a un bivio, soprattutto alla luce dell’attiva concorrenza praticata dal Vietnam.

Il Summit di maggio organizzato dall’Agenzia per lo Sviluppo degli Investimenti del Bangladesh (BIDA) ha inoltre acceso i riflettori su settori ad alto potenziale finora inesplorati. Tra questi spiccano i servizi sanitari – considerando che la vasta classe media di 35 milioni di persone oggi si rivolge all’estero per cure specialistiche –, la trasformazione alimentare, le energie rinnovabili (eolico off-shore, biomasse, solare) e la formazione professionale. Da parte sua, nel suo rapporto “Private Sector Diagnostic”, la Banca Mondiale ha identificato quattro aree specifiche dove le riforme politiche possono sbloccare ingenti investimenti privati: l’abbigliamento “verde” (green garment), l’edilizia residenziale per la classe media, il settore chimico (vernici e coloranti) e i servizi finanziari digitali.

Per trasformare il potenziale in realtà, il Governo bengalese è chiamato ora a intraprendere azioni mirate. In primo luogo, deve accelerare la semplificazione burocratica e doganale, sulla scia del progetto “Bangladesh Single Window” (BSW), volto a unificare le procedure di 19 agenzie governative in uno sportello unico per gli investitori. Per mantenere la competitività, è anche cruciale superare ostacoli come la carenza di manodopera qualificata e le debolezze della rete logistica, nonché diversificare con urgenza la propria base produttiva per rafforzare il tessuto economico interno.

Al lavoro per una crescita sostenibile

Il Summit sugli Investimenti è stato anche il palcoscenico di iniziative concrete per delineare un futuro verde e innovativo in Bangladesh. In un panel dedicato alle Energie Rinnovabili e condotto dalla Delegazione dell’Unione Europea, è stato siglato un Memorandum d’Intesa tra il colosso svedese del fast fashion H&M, il gruppo agro-alimentare bengalese PRAM e l’IFC (braccio finanziario della Banca Mondiale). L’intesa stabilisce un “Corporate Power Purchase Agreement” per collegare direttamente la domanda di energia delle fabbriche tessili che producono per H&M con l’energia rinnovabile generata da aziende agro-alimentari locali. Un progetto pilota che apre la strada a un nuovo modello di governance energetica, fondato sul principio del MPP (Merchant Power Plant).

Il Summit ha anche dato spazio all’innovazione presentando 30 start-up di giovani imprenditori. Tra queste ha spiccato GREENSECT, fondata da due italiani residenti nel Paese e intenta a utilizzare larve alimentate con scarti dell’industria alimentare per produrre una super-proteina per mangimi, olio e fertilizzante ad alto rendimento. L’impresa ha consentito di riciclare 1.100 tonnellate di scarti organici, risparmiando l’emissione di 465 tonnellate di CO2 e di 300 tonnellate di metano.

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