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Napoli, Italia: ll Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, S.E. Antonio Tajani, sarà probabilmente in visita in Qatar entro la fine dell’anno per “rafforzare ulteriormente il dialogo strategico” tra Qatar e Italia.
“Ho intenzione di effettuare una visita a Doha entro la fine dell’anno per rafforzare ulteriormente il dialogo strategico tra i nostri Paesi ed esplorare nuove strade per approfondire la nostra cooperazione in settori di reciproco interesse”, ha dichiarato Tajani al Direttore del quotidiano The Peninsula, Prof. Khalid Mubarak Al-Shafi, in un’intervista esclusiva.
Ha aggiunto: “Lo scorso settembre abbiamo firmato un accordo sulla cooperazione in materia di sicurezza per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, a seguito della proficua collaborazione già instaurata durante la Coppa del Mondo FIFA 2022 tenutasi a Doha. Siamo lieti di poter contare sul sostegno del Qatar in vista di questo importante evento”.
Descrivendo il Qatar come un “partner fondamentale per l’Italia” anche dal punto di vista economico e commerciale, il Ministro degli Affari Esteri italiano ha affermato che ciò è dimostrato dall’andamento molto positivo degli scambi commerciali negli ultimi sette anni.
“Nei primi due trimestri del 2025, l’interscambio commerciale con il Qatar ha raggiunto i 3 miliardi di euro, in crescita del 21% rispetto allo stesso periodo del 2024. La firma a Roma, nell’ottobre 2024, di un Memorandum d’intesa per la promozione degli investimenti rappresenta un’opportunità per avviare nuove discussioni congiunte volte a rafforzare i settori che entrambi consideriamo prioritari.”
Ha sottolineato che una solida cooperazione bilaterale è particolarmente importante in settori fondamentali quali l’energia, la difesa, le infrastrutture e i trasporti. “Siamo pronti ad ampliare la nostra cooperazione in nuove aree, contribuendo al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi della Qatar National Vision2030, che offre promettenti opportunità per nuovi partenariati, anche in settori innovativi quali la transizione digitale”.
Il Direttore del quotidiano The Peninsula ha partecipato all’undicesima edizione della Conferenza MED Dialogues, tenutasi a Napoli dal 15 al 17 ottobre. Tajani ha elogiato gli sforzi di mediazione del Qatar per porre fine ai conflitti nella regione e nel resto del mondo, affermando: “Riconosciamo e lodiamo gli sforzi diplomatici del Qatar nella regione e nel resto del mondo. Per quanto riguarda l’Afghanistan, il Qatar continua ad essere un attore cruciale nel quadro del “Processo di Doha”, la piattaforma ONU in cui l’Italia continua a essere impegnata, per promuovere un possibile graduale riavvicinamento dell’Afghanistan alla comunità internazionale, a partire dal rispetto dei diritti umani.
“Vediamo il Qatar sostenere con forza l’apertura di questa nuova pagina della storia siriana, che anche l’Italia segue da vicino, consapevole dell’importanza strategica di questo Paese per la regione. Il ruolo di mediazione del vostro Paese per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza e liberare gli ostaggi è di enorme aiuto e ci auguriamo che continuiate a guidare questi sforzi insieme ai partner della regione.”
Il futuro delle relazioni bilaterali
Parlando del futuro delle relazioni tra Qatar e Italia nei prossimi cinque-dieci anni, Tajani ha osservato: “Date le solide basi su cui si fonda il nostro partenariato, sono certo che le relazioni bilaterali non potranno che rafforzarsi nei prossimi anni. Siamo profondamente impegnati ad approfondire il dialogo politico su questioni regionali e internazionali, nonché a ricercare nuove opportunità per ampliare la cooperazione nel commercio e negli investimenti.
“Intendiamo ampliare la cooperazione anche in campo culturale tramite iniziative ambiziose, a seguito della firma a Roma, nell’ottobre 2024, della Dichiarazione d’Intenti sulla Cooperazione nel Settore Culturale, con l’obiettivo condiviso di proclamare e organizzare un Anno della Cultura congiunto.”
La soluzione dei due Stati
Rispondendo a una domanda sulle grandi manifestazioni organizzate in tutta Italia, ivi compresa Roma, per esprimere solidarietà a Gaza e alla causa palestinese, ma anche sulla resistenza del governo italiano alle richieste di riconoscimento formale dello Stato di Palestina, ha affermato che l’Italia è molto vicina alla popolazione di Gaza e si è impegnata senza sosta per mitigare le ingiuste conseguenze sul popolo palestinese di un brutale conflitto tra Hamas e Israele.
Rispondendo a una domanda sullo scopo principale dell’organizzazione annuale di un evento così importante, il Ministro degli Affari Esteri italiano ha affermato che i MED Dialogues sono la principale Conferenza sul Mediterraneo promossa dall’Italia dal 2015.
“Abbiamo deciso di spostare questa edizione, per la prima volta, a Napoli, una delle più antiche capitali del nostro mare che celebra quest’anno i 2500 anni dalla sua fondazione. I MED Dialogues consentono di ripensare gli approcci tradizionali all’area, apportando nuove idee e proposte, e di elaborare un’agenda positiva per l’intera regione, che affronti le sfide socio-economiche e di sicurezza tramite visioni e strategie comuni”.
Ha aggiunto: “I MED Dialogues sono stati il primo incontro internazionale di alto livello a tenersi dopo gli accordi di Sharm El-Sheikh sulla crisi a Gaza. È stata un’opportunità straordinaria per iniziare a lavorare insieme sul percorso che dovrebbe portare la regione da un fragile cessate il fuoco a una pace duratura”. Ha affermato che i fatti, più delle parole, dimostrano che i MED Dialogues sono davvero una piattaforma efficace per riunire tutte le nazioni del Mediterraneo. “Vogliamo un mare di pace, sviluppo, commercio e giustizia per tutti. Nel corso dei MED Dialogues, i Ministri degli Esteri di Israele, Gideon Saar, e dell’Autorità Nazionale Palestinese, Varsen Aghabekian, sono stati presenti per la prima volta nella stessa sede dopo il cessate il fuoco. Con entrambi ho avuto incontri proficui per discutere l’agenda per la pace e la ricostruzione nella Striscia di Gaza. La loro presenza a Napoli ha dimostrato la volontà di entrambe le parti di mantenere una stretta cooperazione con il governo italiano.”
Ha affermato che l’accordo raggiunto a Sharm El-Sheikh, in Egitto, ha ridato speranza dopo tante tragedie. “Per costruire una pace condivisa, abbiamo bisogno della partecipazione di tutti gli attori coinvolti, sia a livello regionale che internazionale. Molti di questi erano presenti a Napoli, dove insieme abbiamo discusso sfide e opportunità, tenendo presente che geografia e storia ci uniscono in un futuro comune. In questa occasione, abbiamo adottato la “Dichiarazione di Napoli”, per riaffermare l’importanza delle possibilità di pace aperte a Sharm El-Sheikh, ma anche per chiedere un’azione urgente e responsabile da parte di tutti i Paesi della regione, al fine di costruire un futuro di prosperità e coesistenza pacifica”.
Diplomazia umanitaria
Rispondendo a una domanda sui meccanismi per impedire che tragedie umanitarie come quella di Gaza si ripetano, ha affermato che la storia ha dimostrato chiaramente che la diplomazia, il dialogo e la comprensione reciproca sono gli unici veri antidoti a guerre e tragedie umanitarie come quella di Gaza.
“Se vogliamo apprendere dalla nostra storia comune, dobbiamo con urgenza promuovere la comprensione reciproca, ampliare gli spazi di dialogo aperto e franco, quali i MED Dialogues, e soprattutto accrescere la nostra interdipendenza economica e commerciale con grandi progetti quali il Corridoio India-Medio Oriente (IMEC). Questo può rappresentare un vero punto di svolta, che potrebbe aiutare tutto il Mediterraneo a ristabilire la pace e la prosperità condivisa per tutti.”
Ha aggiunto: “Guardiamo all’esperienza europea. Gli Stati europei sono stati in guerra per secoli. Centinaia di milioni di vite sono andate perdute in conflitti brutali in tutto il nostro continente. Tuttavia, abbiamo goduto di una pace duratura dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945. Perché? Perché tutti gli europei hanno imparato a cooperare, a condividere risorse, quali carbone e acciaio inizialmente, poi a condividere tecnologie ed a viaggiare e lavorare liberamente nel nostro continente. Apprendiamo le lingue e le usanze dei nostri vicini e loro fanno lo stesso con noi. Cooperazione e integrazione, come ci hanno insegnato i nostri padri fondatori, sono gli unici veri meccanismi per evitare guerre, carestie e devastazioni.”
Immigrazione irregolare
Con riferimento all’Italia e agli altri Stati membri dell’UE che coordinano gli sforzi per affrontare le sfide dell’immigrazione irregolare nel Mediterraneo, ha affermato che il Mediterraneo rimane un crocevia strategico per l’Italia e l’Unione Europea, una regione in cui si intrecciano sfide e opportunità comuni.
“L’Italia è impegnata appieno nell’ambiziosa attuazione del Patto per il Mediterraneo, che incarna la determinazione dell’UE a essere un partner equilibrato, rispettoso e non paternalistico per i nostri vicini meridionali.
“L’immigrazione irregolare continua a porre problemi significativi. Negli ultimi anni, l’Italia è stata costantemente il principale punto di ingresso per gli arrivi irregolari via mare in Europa. In risposta, abbiamo sviluppato una strategia nazionale in materia di immigrazione, in linea con gli sforzi dell’UE, incentrata sullo smantellamento delle reti della tratta di esseri umani, affrontando le cause profonde dell’immigrazione e offrendo alternative sicure, legali e dignitose a coloro che cercano un futuro migliore. Anche in questo contesto, il Qatar è un prezioso partner per la sicurezza.”
Ha affermato che l’approccio dell’Italia si basa sulla cooperazione, sia bilaterale che multilaterale, con i paesi di origine e di transito. “Iniziative come il Processo di Roma e il Piano Mattei sono al centro di questo sforzo collaborativo. A livello europeo, stiamo promuovendo partenariati solidi e globali con i principali paesi africani e mediterranei per ridurre i flussi irregolari, rafforzare i controlli alle frontiere e promuovere lo sviluppo sostenibile”.
Ha affermato che l’obiettivo dell’Italia è consentire a coloro che ne hanno diritto di entrare attraverso canali sicuri e prevenire la morte di innocenti in mare. “Il Mediterraneo non può essere un simbolo di morte. Deve piuttosto essere uno spazio comune di crescita e prosperità per tutti”.