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‘Cocaine Route Programme’, il contrasto al narcotraffico targato UE (in translation)

Un mercato superiore ai 300 miliardi di dollari, occupato per un quarto delsuo valore dal traffico di cocaina e che ha nell’Africa Occidentale un nuovo, temibile crocevia. E’ contro questa rete illecita globale, che va dall’America Latina all’Europa, che l’Ue ha messo in campo il ‘Cocaine Route Programme’, progetto lanciato nel 2009 per rafforzare, attraverso una più concreta cooperazione internazionale,la lotta al traffico di cocaina. Programma che dal 28 maggio al 30 maggio sarà al centro della conferenza internazionale “Improving responses to organised crime and drug trafficking along the Cocaine Route”, che raccoglie190 partecipanti provenienti da 45 Paesi del mondo ed è stataorganizzata dalla Commissione europea e dal Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) insieme al Ministero degli Esteri proprio per fare il punto sulla situazione


Dal 2009 da Ue 30 milioni di euro per ‘Cocaine Route Programme’


Dal 2009, sotto l’egida dello Strumento per la Stabilità (Ifs), l’Ue ha impegnato quasi 30 milioni di euro nei 36 paesi situati lungo la ‘rotta della cocaina’, dei quali la metàassicurati agli Stati africani, 5 milioni ai Caraibi e i fondi rimanenti al Sud e Centro America. Scopo del programma,e’ sostenere, anche sotto gli aspetti tecnici, i Paesi interessati dal traffico della cocaina, promuovendo il coordinamento degli sforzi, la condivisione delle informazioni, rafforzando l’applicazione della legge e della giustizia e puntando anche alla lotta al riciclaggio. ”La lotta deve essere trans-nazionale e deve basarsi sulla cooperazione. Nessun Paese o organizzazione internazionale puòlottare da solo” contro il traffico e il consumo di droga, ha sottolineando, intervenendo all’apertura della conferenza, Sandro De Bernardin, direttore generale per gli Affari Politici e di Sicurezza della Farnesina, ricordando come, nel contrasto al narcotraffico,il rafforzamento della sicurezza debba andare di pari passo ad un maggior impegnonello sviluppo sostenibile dove operano maggiormente i produttori e i trafficanti di stupefacenti.


Africa Occidentale nuovo ‘hub’ narcotraffico. Obasanjo, mina stabilità


Transito che, tra il 2004 e il 2008, ha trovato nuovo terreno fertile nell’Africa Occidentale contribuendo all’indebolimento delle democrazie della regione e al rafforzamento dei gruppi estremisti locali. A causa del narcotraffico ”l’Africa Occidentale affronta una crescente minaccia alla stabilitàe al benessere sociale”, ha sottolineato nel corso del convegno il capo della Commissione dell’Africa Occidentale sulle Droghe ed ex presidente nigeriano Olugesun Obasanjo ricordando che, nel solo 2010, il traffico di cocaina nella regione ha raggiunto un valore pari a 1,25 miliardi di dollarie che da qualche anno anche il flusso di eroina e la produzione di metanfetamine hanno raggiunto livelli preoccupanti. ”L’Africa Occidentale non è equipaggiata per affrontare questa minaccia. Le nostre istituzioni giuridiche e politiche sono fragili, la povertàe l’ignoranza diffuse”, ha aggiunto Obasanjoringraziando il supporto dell’Ueper il contrasto ai traffici illecitie al riciclaggioma ribadendo come ilproblema abbia “responsabilitàcondivise e necessita dell’assistenza dei Paesi produttori e di quelli destinatari”.Anche perché in Africa Occidentale esiste ormai un “solido” legame tra narcotraffico, traffico d’armi, riciclaggio, traffico di essere umani e flussi finanziari diretti al terrorismo.


In Europa consumo cocaina raddoppiato tra 1998 e 2009


Tra le aree di destinazione della ‘Cocaine Route’l’Europa registra una preoccupante ascesa. Tra il 1998 e il 2009 il consumo di cocaina è raddoppiato passando da 63 a 124 tonnellate, seguendo una tendenza inversa a quella registrata negli Usa. E’ in questo contesto ”Il problema del narcotraffico non può essere relegato solo ad un problema di polizia. Il contesto dell’antidroga deve essere complessivo e includere le scelte dei governi” anche in chiave ”sociale, di supporto alle famiglie e all’istruzione”, ha spiegato il prefetto Alessandro Marangoni, vicecapo vicario della polizia di Stato, sottolineando come nel contrasto al traffico e al consumo di stupefacenti, occorra ”fare sistema e da questo punto di vista l’Italia non è seconda a nessuno”.