(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
Vice Primo Ministro Desalegn,
rappresentanti del mondo delle imprese,
Signore e Signori,
sono lieto di inaugurare, insieme al collega Desalegn, il Forum Italia-Etiopia sul commercio e gli investimenti. Mi fa particolarmente piacere constatare la presenza di una nutrita e qualificata rappresentanza del mondo economico italiano ed etiope.
Il compito di dare avvio agli interventi mi è tanto più gradito alla luce dell’eccellente stagione che stanno vivendo i rapporti tra i nostri due Paesi. Relazioni che affondano le loro radici in un legame tradizionale e che sono state rinsaldate e rinvigorite negli ultimi anni da una positiva consuetudine di colloqui ad alto livello. L’Etiopia è da sempre un interlocutore di riferimento dell’Italia nel Corno d’Africa. Questa regione, che sentiamo vicina e verso la quale sappiamo di avere una responsabilità storica, è oggi centrale nella definizione di nuovi equilibri geostrategici e di risposte valide alle moderne minacce alla sicurezza internazionale.
Ecco allora che l’attualità offre a Italia e Etiopia l’occasione di ampliare i confini della collaborazione bilaterale. Tra i nostri due Paesi ci sono importanti punti di convergenza su alcune crisi che scuotono il Corno d’Africa. Ne ho avuto conferma dal cordiale colloquio con il Vice Primo Ministro, Desalegn. Insieme possiamo fare molto nella lotta al terrorismo internazionale e al traffico di esseri umani, possiamo cooperare per stimolare l’attenzione della comunità internazionale verso la Somalia e verso una soluzione bilanciata delle controversie tra Sudan e Sud Sudan, e possiamo sviluppare nuove collaborazioni nell’ambito dell’IGAD.
Sul Corno d’Africa, inutile nasconderlo, si stagliano ancora tante ombre. Ma ci sono anche delle realtà, come l’Etiopia, che brillano di luce propria. Con la sua stabilità e il suo dinamismo, l’Etiopia può contribuire ad avviare un processo virtuoso di sviluppo regionale. Nel contempo, la dirigenza etiope sa di poter contare in questa sua missione sul ruolo di raccordo e di stimolo che l’Italia svolge all’interno dell’Unione Europea per favorire l’espansione e l’approfondimento delle relazioni tra l’Europa e l’Africa Orientale.
Partendo da queste premesse, sentiamo l’esigenza di conoscere e far conoscere meglio la realtà etiope anche al sistema produttivo italiano. Vogliamo promuovere i contatti bilaterali, sostenere le forze più vitali, quelle produttive, che creano lavoro, fanno circolare il know-how e le tecnologie, distribuiscono ricchezza. E lo facciamo qui al Ministero degli Esteri perché crediamo nel positivo impatto politico di tali contatti. Quando si incentiva lo sviluppo economico, si pongono le premesse per favorire i processi di stabilizzazione della regione.
Oggi e domani saranno presentate alle imprese italiane le notevoli potenzialità economiche dell’Etiopia. Lascio agli oratori che mi succederanno il compito di entrare nei dettagli. Io mi limito a ricordare che il Paese ha registrato negli ultimi anni significativi tassi di crescita [nel 2011, un aumento reale del PIL di quasi l’8% e un incremento della produzione industriale del 9%]. In un mondo globale, fatto di interdipendenze, la crescita economica dell’Etiopia e le misure di progressiva apertura al mercato intraprese dalla sua dirigenza creano benefici anche per la comunità imprenditoriale italiana. Siamo il primo fornitore europeo dell’Etiopia e il quarto acquirente europeo di prodotti etiopi. Nel 2011, le nostre importazioni dall’Etiopia sono aumentate del 150%.
Sono dati incoraggianti, ma esistono ampi margini di miglioramento sia in termini di interscambio che di investimenti. In Etiopia operano più di 200 imprese italiane. Con questa country presentation ci prefiggiamo di favorire l’incremento dei nostri operatori disposti a investirvi. L’auspicio è che le informazioni che riceverete e i contatti che avvierete possano rivelarsi forieri di intese produttive. D’altra parte, confidiamo che la nostra attenzione all’Etiopia sia ricambiata dalla dirigenza etiope con un forte impegno a continuare nell’azione di progressiva apertura dell’economia e di tutela dei contratti e degli investimenti.
Abbiamo accolto con favore l’adozione alla fine del 2010 del piano quinquennale di “crescita e trasformazione” che mira a porre le basi di un solido sviluppo industriale per trasformare l’Etiopia in un Paese a medio reddito entro il 2025. Sappiamo che il Governo etiope è cosciente che un traguardo così ambizioso richiede l’intervento di tutti gli stakeholders, incluse le imprese estere. Snellire la burocrazia, smussare gli ostacoli alla partecipazione degli operatori privati, creare un clima sempre più favorevole all’attrazione degli investimenti sono obiettivi che incoraggiamo il Governo etiope a continuare a perseguire.
L’interesse del sistema produttivo italiano all’Etiopia è confermato dal fatto che sono state le stesse imprese a chiederci di organizzare il Forum. Vogliono esplorare le opportunità offerte dai settori trainanti dell’economia etiope, quali quelli delle infrastrutture e dei trasporti, dell’agro-industria, del tessile e dei servizi. E vogliono manifestare la disponibilità a contribuire a sviluppare la rete di infrastrutture richiesta dai complessi processi di modernizzazione dell’economia etiope. Confidiamo anche nella partecipazione dell’Etiopia a EXPO Milano 2015 per condividere idee e tecnologie nel settore di comune interesse dell’agro-alimentare.
Auspico che domani, nella seconda giornata dei lavori presso la sede di Confindustria, possa instaurarsi un dialogo diretto tra le imprese italiane e quelle etiopi venute al seguito del Vice Primo Ministro Desalegn. Per dare seguiti concreti a questa iniziativa, mi auguro inoltre che possa essere presto organizzata la visita di una delegazione imprenditoriale italiana in Etiopia.
Concludo con un’ultima osservazione. La recente storia di successo dell’economia etiope, come quella di altri Paesi africani, indica che è realistico pensare all’Africa come a una grande area permeabile alle spinte positive della globalizzazione e finalmente partecipe di un processo di sviluppo del pianeta. Un’Africa che possa essere così saldamente legata all’Europa da intensi e paritari scambi economici e commerciali, e non più solo dalla geografia. E la saldatura può essere assicurata da quei Paesi, come il nostro, che da sempre guardano al continente africano con sentimenti di naturale simpatia e calorosa apertura.
Passo ora la parola al Ministro Desalegn, che ringrazio per aver accolto l’invito a partecipare a questo Forum.