This site uses technical and analytics cookies.
By continuing to browse, you agree to the use of cookies.

Intervento del Ministro Terzi alla Seconda edizione del Forum Microfinanza e Politiche dell’Unione Europea

(fa fede solo il discorso effettivamente pronunciato)


Vice Presidente della Commissione Europea, On. Antonio Tajani,


Presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM), On. Mario Baccini,


Vice Presidente dell’ENM, Amb. Sergio Vento,


ringrazio gli organizzatori di questo Forum europeo sulla microfinanza, giunto alla sua seconda edizione. La mia presenza e il patrocinio del Ministero degli Esteri all’evento testimoniano la grande attenzione con la quale la Farnesina guarda alla microfinanza per favorire l’imprenditorialità, l’inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile. E’ un ulteriore aspetto di quella connotazione sempre più economica e orientata alla crescita assunta dalla nostra diplomazia.


Le imprudenze di un’irresponsabile finanza, di cui purtroppo continuiamo ad avere evidenza anche in questi giorni, hanno dimostrato la fragilità di teorie basate sulla supremazia del mercato e sulla sua capacità di autoregolamentarsi. Occorre dare risposte concrete alla gente, a chi ha idee e progetti ma non può realizzarli per mancanza di credito, a chi ha perso il posto di lavoro e stenta a ritrovarlo, agli immigrati che rischiano di essere emarginati in una società impaurita e diffidente.


Per riprendere a crescere, occorre uno sforzo collettivo, l’impegno di tutti per il rilancio delle attività economiche. Dobbiamo tornare a puntare su strumenti capaci di promuovere il passaggio dall’assistenza alla responsabilità dell’individuo. E’ necessario aumentare la partecipazione di quote significative della nostra società – come le donne e i giovani – al lavoro e alla libera iniziativa. Secondo i dati di un recente rapporto dell’ISTAT, nel nostro Paese il tasso di inattività – che misura chi non ha un posto, né lo cerca – tocca il 37,8% della popolazione. Non a caso l’aumento del tasso di attività al 75% è il primo dei cinque obiettivi della strategia EU 2020. Il suo raggiungimento avrebbe un impatto molto positivo sul PIL.


Arginare l’inattività e la fragilità sociale è essenziale per salvaguardare la qualità delle democrazie. Il disagio materiale può favorire derive populiste e regressioni della cittadinanza. Dobbiamo allora difendere i valori della nostra convivenza civile, quelli che ci hanno permesso di contemperare libertà economica e responsabilità sociale, profitto e uguaglianza, competitività e etica. Questi principi sono alla base del modello di economia sociale di mercato, che ha consentito all’Europa di essere ammirata sulla scena globale come area dal benessere diffuso, con un grande ceto medio e senza quelle sperequazioni che hanno frenato lo sviluppo di altre regioni del mondo.


La microfinanza amplia le opportunità di business, di accesso al credito e di profitto, ma nel contempo favorisce la partecipazione dei cittadini alla vita economica, libera le loro capacità di innovazione, rafforza l’inclusione sociale, innesca le dinamiche di sviluppo locale, stimola l’iniziativa privata e contrasta l’emarginazione. La diffusione della microfinanza può aiutare anche a contenere la spesa pubblica, contribuendo a ridurre quei costi di ammortamento sociale, che lievitano in tempi di recessione. E, soprattutto, la microfinanza consente alla società di sprigionare le energie più vibranti, trasformando i cittadini da passivi beneficiari di sussidi in attivi e dinamici operatori economici.


L’Italia ha molto apprezzato gli sforzi della Commissione Europea, e in particolare del suo Vice Presidente Antonio Tajani, volti a soddisfare le esigenze delle piccole e medie imprese anche con la microfinanza. Penso, in particolare, al programma quadro “Competitività e Innovazione 2007-2013”, che ha offerto la possibilità di ottenere garanzie per microcrediti. E penso alla European Progress Microfinance Facility, istituita nel 2010.


Abbiamo accolto con favore anche le iniziative comunitarie nel quadro dei fondi strutturali:


a) JEREMIE (Joint European Resources for Small and Medium-sized Enterprises) gestita da Commissione Europea e BEI;


b) JASMINE (European Commission Initiative to reinforce development of micro-credit in Europe) volta ad aumentare l’accesso al micro credito per i piccoli imprenditori e per gli individui vittime di esclusione sociale.


Per il periodo 2014-2020 guardiamo con favore alla proposta della Commissione Europea volta a creare un mercato europeo della microfinanza e a semplificare la fiscalità per consentire alle piccole e medie imprese di ricevere finanziamenti direttamente dai privati. Confidiamo anche nell’approvazione del Programma europeo COSME, che offrirà nuove opportunità alle piccole e medie imprese. Nel corso del negoziato, l’Italia ha contribuito a estendere il Programma anche alle microimprese.


Sempre a livello europeo, condivido l’esigenza di rivitalizzare il settore agricolo con un maggiore ricorso al microcredito. In questo modo si generano positive ricadute sulla produttività del settore, si limitano i rischi di disagio sociale e si sgrava il bilancio pubblico dagli oneri di erogazione di servizi alternativi.


Il sostegno dell’Italia alle iniziative europee è accompagnato da un’azione di promozione della microfinanza a livello nazionale e internazionale.


A livello nazionale, come sapete, l’Italia è uno dei tre Paesi europei – con la Francia e la Romania – ad aver adottato una legge sul microcredito. Sono in fase di elaborazione anche i regolamenti attuativi, che dovrebbero essere approvati entro l’anno. Abbiamo quindi tutte le carte in regola per far autorevolmente ascoltare la nostra voce nel dibattito internazionale sulle microimprese. Non sorprende che l’ENM e la Banca d’Italia abbiano partecipato ai recenti incontri sulla microfinanza organizzati a Vienna dall’UNCITRAL.


Contiamo anche sull’azione che l’ENM sta svolgendo con il Dipartimento della Funzione Pubblica per rafforzare le competenze in materia di microfinanza della Pubblica Amministrazione nella programmazione e gestione dei fondi strutturali. L’ENM è stato invitato a presentare questo progetto – il primo e unico a livello europeo – a un’importante Conferenza europea tenutasi a Varsavia. Il prestigio internazionale dell’Ente è stato confermato anche con la sua designazione da parte della Commissione Europea quale rappresentante del settore della microfinanza negli Open Days previsti a Bruxelles a ottobre.


Sul piano internazionale, Ministero degli Esteri e ENM agiscono insieme – “in sinergia”, secondo la definizione normativa – per promuovere la microfinanza. Puntiamo sulla partnership tra pubblico e privato per favorire la nascita di micro e piccole imprese nei Paesi impegnati a ricostruire o a rafforzare il tessuto economico e sociale. Penso ai Paesi delle primavere arabe, dove la microfinanza può svolgere un ruolo di diplomazia preventiva e di sostegno alle fragili transizioni democratiche.


In Tunisia, l’ENM è già attivo per rafforzare le competenze della classe dirigente in materia di microcredito. In altri Paesi, come la Libia, stiamo valorizzando – lo abbiamo fatto ad esempio a un recente Business Forum svoltosi a Milano – gli strumenti della microfinanza. Non solo per favorire la ripresa economica, ma anche per promuovere la libertà di iniziativa e consentire all’individuo di riappropriarsi responsabilmente del proprio futuro, troppo a lungo negato dal regime dittatoriale.


Anche i Paesi dell’America Latina chiedono la collaborazione italiana per diffondere le piccole e medie imprese, modernizzare economie ancora troppo dipendenti dalle risorse naturali e contrastare l’emarginazione sociale. Ne ho avuto conferma a un recente incontro a Milano. Il terreno è fertile. Uno studio dell’OCSE ha evidenziato la crescita del microcredito in America Latina: + 45% nell’ultimo decennio, con un portafoglio di 28 miliardi di dollari e 18 milioni di beneficiari.


Tale forte domanda di Italia nella microfinanza e nello sviluppo delle piccole e medie imprese ci ha spinti a finanziare con i fondi della Cooperazione italiana alcune significative iniziative: in Senegal abbiamo puntato sul microcredito per creare nuove imprese nelle zone rurali; in Marocco abbiamo fornito assistenza tecnica a organizzazioni locali dimicrofinanza; in favore di Ecuador e Perù, abbiamo di recente approvato due programmi di microcredito; in Afghanistan abbiamo realizzato un programma di sostegno alla microfinanza e alle piccole e medie imprese nelle Province di Herat e Farah.


Un’ultima osservazione. La ragione per cui la microfinanza è un po’ ovunque apprezzata è la sua ottica paritaria, di co-ownership, e non di aiuto. In questo spirito la Farnesina sta lavorando con Poste Italiane e con l’ENM per promuovere servizi di microfinanza nei principali Paesi beneficiari – come il Marocco – delle rimesse inviate dagli immigrati in Italia. Il flusso finanziario è enorme: 7 miliardi di euro all’anno. Il 75% di tale importo è destinato a consumi in quanto serve generalmente a soddisfare i bisogni primari delle famiglie. Ma le rimesse talvolta non si traducono in investimenti finanziari perché i beneficiari non hanno accesso a basilari servizi finanziari o non riescono a sostenerne i costi di intermediazione, oppure sono privi di un’adeguata educazione finanziaria. Se riuscissimo a espandere tali opportunità, potremmo moltiplicare le risorse e favorire lo sviluppo sostenibile delle realtà locali.


Con questo auspicio, auguro al Presidente Baccini e a tutti i partecipanti a questo Forum il miglior successo.

You might also be interested in..