«La liberazione di Paolo Colangelo è avvenuta in tempi rapidi, ma adesso la cautela è d’obbligo per la sorte del secondo italiano in mano ai terroristi». Invita alla prudenza Margherita Boniver, deputato Pdl ex sottosegretario agli Esteri, ora presidente del comitato Schengen e inviato speciale della Farnesina per le esperienze umanitarie. «Solitamente per questo genere di cose occorrono tempi lunghissimi, spesso si parla di mesi per ottenere qualche progresso, mentre le trattative con i maoisti avviate dal governo dell’Oressa hanno dato frutti velocemente».
Lei è ottimista sulla sorte dell’altro italiano ancora in mano ai rapitori?
Non ho una base concreta per esserlo, ma la liberazione di Colangelo mi sembra un buon inizio.
Ieri il leader dei maoisti ha detto che per la liberazione del secondo ostaggio si aspetta che il governo accolga le sue richieste. Pensa che l’India possa accettarlo?
Dei precedenti ci sono stati. Premesso che l’India può fare quello che vuole, ricordo che all’epoca del sequestro di Daniele Mastrogiacomo in Afghanistan, nel 2007, il governo Prodi fece pressioni su Karzai per la liberazione di cinque terroristi richiesta dai talebani in cambio del rilascio del giornalista. Karzai, pur con riluttanza, accettò e Mastrogiacomo fu liberato, anche se purtroppo il suo autista fu trucidato. Certo va detto che ogni sequestro ha una sua dinamica e non si può mai conoscerne in anticipo l’esito.
Sempre in India sta destando preoccupazione la vicenda dei nostri marò arrestati.
Intanto va detto che sono due cose distinte, entrambi gravi ma diverse. I nostri militari stanno constatando la pirateria in una zona infestata dai pirati, una rotta dove passa il 40% dei traffici commerciali globali che si potrebbe definire uno scenario di guerra, con un’azione che ha una sua fonte nell’Onu. Per questo devono essere giudicati in Italia.
Sulla giurisdizione deve decidere a giorni l’Alta corte indiana.
Purtroppo le norme introdotte sul pattugliamento dei mercantili a rischio pirateria evidentemente sono difettose per quel che riguarda la posizione giuridica dei militari addetti alla difesa delle imbarcazioni. Al più presto il Parlamento dovrà rivedere la norma che, per distrazione o sciatteria involontaria, ha permesso l’incredibile sequenza che ha portato a questa gravissima situazione. Naturalmente ci auguriamo che il processo ma soprattutto le prove balistiche portino alla sicura discolpa e assoluzione dei nostri Lagunari.
Intanto dalla Urru alla Mariani sono ancora tanti i nostri connazionali sequestrati.
L’Italia, a differenza di altri paesi come la Gran Bretagna o gli Stati Uniti, si impegna attivamente per gli ostaggi» con tutti i canali a sua disposizione, e riesce a farli liberare sempre, come è stato con le due Simone, Carolina Cantoni, Cicala, e tanti altri.
Lei è recentemente stata in Mauritania.
Per conto del governo sono impegnata in missioni politico-diplomatiche, in un’ottica di cooperazione con i paesi della zona del Maghreb, dove le due italiane sono detenute, e di altre zone calde nel globo.
Nei giorni scorsi Alfano ha annunciato dei briefing delle forze di maggioranza in appoggio alla politica estera del governo. Li ritiene utili?
Era un’ipotesi, ma certamente sensata.