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PISTELLI : «Paghiamo l`autismo dei nostri ministeri» (La Stampa)

«Esistono segmenti di pubblica amministrazione che si comportano autisticamente, con difficoltà a dialogare tra loro. Singoli vagoni, che fanno fatica a vedere l`immagine complessiva. Perciò paghiamo un prezzo».


Il vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli è a New York, per incontrare i vertici dell`Onu. Nell`agenda ha tutte le questioni scottanti del momento, Siria, Libano, Libia, Somalia, Mali, ma anche la conferma del ruolo centrale dello Staff college di Torino e la base di Brindisi. L`espulsione di Alma Shalabayeva però lo insegue anche qui, dopo che da Ginevra è arrivata la condanna dell`Italia da parte dell`Ufficio Onu per i diritti umani.


Il ministero degli Esteri da quando sapeva dell`espulsione?


«Dal 2 giugno ci siamo attivati per fare pressioni sul governo del Kazakhstan e tutelare i diritti della signora e di sua figlia».



Perché non si è saputo nulla fino a luglio?


«Un conto è la nostra attività, spesso silenziosa, e un altro l`attenzione mediatica».


Perché non avete agito contro i diplomatici del Kazakhstan?


«Sarebbe stato incompatibile con la tutela superiore degli interessi della signora Shalabayeva e di sua figlia. Se avessimo adottato la politica del petto in fuori, la signora sarebbe rimasta sola in Kazakhstan».


I famigliari dicono che non l`avete ancora chiamata.


«Due giorni fa è venuta da noi per firmare la procura alle liti. È arrivata da sola, a piedi, in buona condizione psicofisica. L`effetto positivamente perverso di tutto questo è che quando accendi il riflettore, è più difficile per un governo autoritario esercitare pressioni al riparo dell`attenzione pubblica».


Cosa vi aspettate adesso?


«Che l`attenzione le permetta di non subire ritorsioni politiche legate all`attività del marito. La revoca dell`espulsione rende teoricamente possibile che torni, ma il Kazakhstan ha aperto un procedimento su di lei, e quindi prima deve risolvere questo».


È credibile che il ministro Alfano non sapesse?


«Mi attengo a ciò che ha detto, sennò dovrei votare la sfiducia. Invece sono contro perché è un atto politico, e ho forti dubbi che chi la vuole abbia a cuore le sorti della signora. Svolge il ruolo di oppositore e pensa così di porre fine a questo governo. Noi invece siamo più attenti al problema dei diritti umani».



Nel suo stesso partito alcuni vogliono votare la sfiducia.


«C`è un dibattito, e malumori di alcuni. Ma dopo normali procedure democratiche, la decisione sarà votare contro la sfiducia».



Quali contributi offre l`Italia in Siria e Libia?


«In Siria ormai è in corso una guerra per procura tra sciiti e sunniti: non c`è una soluzione militare, bisogna convincere i sostenitori delle parti a interrompere il loro appoggio. In Libia l`Italia ha il mandato per organizzare una conferenza entro la fine dell`anno, allo scopo di ricostruire la sicurezza e le istituzioni del paese».

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