Le «feluche» stringeranno un po’ la cinghia, e diversi immobili di proprietà all`estero verranno venduti. Ieri il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha annunciato (in Parlamento e poi ai sindacati) tagli da 108 milioni nel triennio 2014-2016. «Dobbiamo fare la nostra parte», spiega l`ambasciatore Elisabetta Belloni, direttore del personale della Farnesina e stretto collaboratore di Mogherini.
Ambasciatore, sono tempi di vacche magre anche per la diplomazia…
«Le risorse del Mae sono state tagliate del 25%, erano 2,5 miliardi nel 2008, sono 1,8 miliardi oggi. Pesiamo solo lo 0,2% del bilancio dello Stato: basti pensare che la Francia è all`1,8%, la Germania a11`1,15%. Una politica estera efficace, che come ha detto la ministro Mogherini vuol dire contribuire alla sicurezza e alla stabilità del Paese e tutelare gli interessi nazionali, presuppone una macchina dotata di adeguate risorse umane e finanziarie. Tuttavia dobbiamo fare la nostra parte anche oggi».
In che modo risparmierete questi 108 milioni?
«Un risparmio verrà dalla ristrutturazione della rete diplomatico-consolare-culturale all`estero, conseguenza del decreto legge 95 che ci chiede un taglio del personale e di 33 strutture all`estero. Una seconda voce sarà un utilizzo razionale dei nostri immobili all`estero: verificheremo quali sono strettamente necessari e quali invece possono essere dismessi e venduti. I proventi li useremo per ristrutturare, ammodernare e “compattare” gli uffici: per esempio a Vienna (ma ci sono anche altri casi) abbiamo sedi una rappresentanza presso l`Osce, una presso l`Onu, la sede bilaterale, i consolati, l`istituto di cultura… possiamo spendere meno in affitti e vendere il superfluo. Poi ci sarà un “ritocco sostenibile” dei contributi alle organizzazioni internazionali. E infine avremo una revisione del trattamento e delle indennità di servizio dei dipendenti della Farnesina all`estero».
Un tema spinoso: c`è chi sostiene che i diplomatici italiani guadagnano il doppio dei colleghi francesi o tedeschi…
«C`è stata una polemica a mio avviso fuorviante. La verità che la struttura degli stipendi, che nel complesso sono inferiori, è stata finora poco comprensibile per l`opinione pubblica. Per questo la ministro ha annunciato una riforma che semplificherà e renderà leggibili le remunerazioni. Comunque noi non siamo una “casta”, ma professionisti competenti che garantiscono la presenza dell`Italia all`estero,,.
Ma la rete diplomatica italiana va bene così com’è, o va adeguata spostando risorse?
«Va riorientata: certe aree del mondo, come i paesi emergenti e le nuove aree di approvvigionamento delle materie prime, vanno assolutamente presidiate. La nostra rete è ancora una delle più importanti ed estese, ma è ancora troppo orientata su logiche da anni ‘60. È giusto guardare alle comunità degli italiani nel mondo, ma certi servizi possono essere garantiti ín modo diverso e razionale. E dobbiamo “esserci” in tanti altri paesi in cui la nostra presenza oggi è più necessaria».