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Gentiloni: strumento di politica estera e occasione per la diplomazia economica (Il Sole 24 Ore)

«L’Expo è stata probabilmente la più grande operazione di diplomazia economica fatta in Italia negli ultimi decenni». Ne è convinto il ministro degli Affari esteri e della cooperazione Paolo Gentiloni che al Sole 24 Ore prova a consegnare un bilancio nell’ultimo giorno dell’esposizione: «Non è certo esagerato dire che in questi sei mesi il mondo è passato per Expo: circa 250 delegazioni di livello ministeriale, 62 delle quali a livello di Capi di Stato e di Governo, hanno visitato l’esposizione creando opportunità di confronto e dialogo sui grandi temi globali dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile». Insomma l’Expo per il ministro è stato anche un importante strumento di politica estera e di promozione del made in Italy. Che ha prodotto anche atti concreti: dopo un ampio dibattito sul tema del cibo, «il processo è culminato – ricorda il ministro – con la consegna della Carta di Milano a Ban Ki Moon».

In realtà il lavoro della Farnesina è partito ben prima dell’apertura di Expo. È cominciato con la presentazione della candidatura di Milano al Bie nel 2006 ed è proseguito iniziando ufficialmente nel 2011 con il coordinamento della campagna di adesione dei partecipanti internazionali, (130 ufficiali oltre 140 contando tutti quelli che hanno promossi eventi). E passando poi per la gestione nel corso dei sei mesi della manifestazione con l’organizzazione delle visite istituzionali dall’estero, che hanno riguardato circa 250 delegazioni di livello ministeriale accolte dal cerimoniale diplomatico. La Farnesina ha poi organizzato direttamente 36 eventi sul fronte della cooperazione allo sviluppo rilanciando il dibattito sull’agenda post-2015 delle Nazioni Unite.

E poi c’è la dimensione commerciale, quella “diplomazia economica” che sta diventando una delle missioni centrali del ministero degli Esteri Che a Expo ha promosso progetti di business matching con Promos, Ice e Camere di commercio e si è associato alle Regioni italiane per massimizzare le ricadute di visitatori stranieri – si stima un numero compreso fra 6 e 7 milioni, circa il 3o% del totale (nell’Expo di Shanghai erano stati il 5%) – su tutto il territorio nazionale. Expo ha significato poi anche commesse importanti: i Paesi partecipanti hanno investito oltre un miliardo di euro per la realizzazione delle loro strutture espositive impiegando in gran parte imprese e personale italiani. Dunque un grande “spot” per il nostro made in Italy, in linea con quella diplomazia economica che anche la Farnesina sta spingendo con varie iniziative contribuendo con la sua rete di strutture in tutto il mondo. In pista c’è l’attuazione del piano per la promozione straordinaria del made in Italy previsto dalla manovra dell’anno scorso e ora entrato nel vivo, così come il road show in corso Italia – si concluderà il 16 dicembre a Como – per aiutare le imprese potenzialmente esportatrici a imboccare la strada dei mercati internazionali. Mentre dalla manovra appena varata arrivano buone notizie perla cooperazione allo sviluppo che vede crescere la sua dote per il 2016 di in milioni, circa il 40% in più rispetto ai fondi attuali, che passano così da 297 a 418 milioni di euro.

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