Volata finale per la “conquista” dell’Ema, l’Autorità europea del farmaco che a seguito della Brexit dovrà essere trasferita da Londra in un’altra capitale europea. I rappresentanti del governo e delle istituzioni milanesi e lombarde si sono recati ieri a Bruxelles per illustrare il valore aggiunto di Milano rispetto alle altre candidate, in tutto diciannove. Presenti il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, l’incaricato speciale del governo per la candidatura italiana Enzo Moavero Milanesi, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuseppe Sala.
L’obiettivo è convincere la Commissione Ue, epoi il Consiglio europeo, della bontà della candidatura milanese, riuscendo a portare a Milano la nuova sede di questo ente che da lavoro a circa 900 funzionari provenienti da tutta Europa (che potrebbero trasferirsi con le loro famiglie), e che ogni anno organizza una media di 500 incontri internazionali, caratterizzati da spostamenti fino a 100mila persone. Un indotto prezioso per la città e per l’Italia.
Il dossier di candidatura di Milano valorizza quattro punti salienti: la sede già pronta per ospitare i 900 funzionari (Palazzo Pirelli, oggi sede del consiglio regionale lombardo); i collegamenti di aeroporti e treni; la presenza di scuole internazionali; la qualità della vita (inclusa la sicurezza). Tutti elementi già elencati in una brochure inviata questa estate a Bruxelles, e che ora verrà relazionata a voce.
Oltre a Milano, corrono altre 18 città: Amsterdam, Atene, Barcellona, Bonn, Bratislava, Bruxelles, Bucarest, Copenhagen, Dublino, Helsinki, Lille, Porto, Sofia, Stoccolma, Malta, Vienna, Varsavia e Zagabria. Ufficiosamente i dossier tecnicamente più forti – ovvero con requisiti pratici e culturali messi ben in evidenza – sono quelli inviati a Bruxelles da Milano, Amsterdam, Barcellona e Vienna. In particolare, Milano e Barcellona hanno dalla loro la sede già pronta, e non da costruire. La qualità della vita è paragonabile in tutte queste quattro città, ma c’è anche da dire che la Spagna ha già altre 6 autorità europee, mentre Milano ne ha soltanto 3, di più piccola entità.
Tuttavia, se dovessero prevalere criteri non tecnici ma “politici”, si teme l’arrivo di Bratislava, candidatura funzionale soprattutto a riequilibrare il peso dei paesi dell’Est di recente ingresso in Europa, e per ora privi di importanti Autorità.
La Commissione Ue dovrebbe pubblicare una valutazione delle offerte il 30 settembre, basandosi sui criteri stabiliti dai 27 paesi nel Consiglio europeo a giugno. Potrebbe dare un voto esplicito o un giudizio complessivo sulle candidature. La prima possibilità è quella preferita dai paesi del Vecchio continente, che sperano di valorizzare la forza dei loro dossier, a prescindere dalle considerazioni politiche sui paesi dell’Est.
La decisione finale avverrà a novembre con un voto a 27 al Consiglio affari generali. Il voto sarà articolato in tre fasi, con una prima eliminatoria e poi con la scelta del vincitore. Già al secondo turno potrebbero crearsi alleanze strategiche per il sostegno dei paesi. L’Italia punta ad avere il supporto soprattutto dell’area mediterranea.