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Afghanistan, Luigi di Maio: «Pronti a evacuare ma non lasceremo mai solo il popolo afghano» (Corriere della Sera)

«Ho sentito il presidente Draghi per fare il punto della situazione».

Ministro Luigi Di Maio, quanto è alta la preoccupazione del governo sull’Afghanistan?

«Alla Farnesina stiamo monitorando la situazione 24 ore al giorno, in stretta sinergia con la nostra ambasciata a Kabul, con i ministeri della Difesa e dell’Interno e con la nostra intelligence. La priorità è mettere in sicurezza i nostri connazionali».

L’impegno di 50 mila soldati italiani in vent’anni e il sacrificio di 50 vite è stato vano?

«E’ doloroso vedere quello che sta succedendo, ancor più doloroso è pensare a tutte le vittime che ha causato questa guerra. Ma non dobbiamo dimenticare il contributo che i nostri militari hanno dato in questi 20 anni a sostegno delle comunità afghane».

Ci sarà un nuovo impegno dei militari italiani?

«Non ci sarà un nuovo impegno militare, ma non possiamo pensare di abbandonare dopo 20 anni il popolo afghano».

Per le donne torna l’obbligo di indossare il burqa e il divieto di uscire di casa. Sembra di essere tornati al 2001. Come può essere sicuro che il popolo afghano non sarà abbandonato?

«Non sarà abbandonato, no. Vent’anni di presenza internazionale e di cooperazione con le autorità afghane hanno restituito agli afghani tutele e diritti, a partire da donne e bambini. Adesso dovremo lavorare con tutte le forze affinché i talebani diano le dovute garanzie sul rispetto dei diritti acquisiti. La comunità internazionale dovrà riflettere sul futuro dell’Afghanistan anche in un’ottica regionale, facendo leva su un maggiore coinvolgimento dei Paesi della regione che possono influire per riportare stabilità e pace».

Non pensa che per l’Occidente sia una sconfitta storica? E cosa faranno la Nato e l’Europa per evitare che si apra un nuovo periodo di instabilità, con il rischio di attacchi terroristici anche in Italia?

«Sicuramente l’Occidente ha commesso degli errori ed è giusto ammetterlo. Adesso l’Europa dovrà recitare un ruolo di primo piano e porsi come interlocutore credibile sullo scacchiere geopolitico. Serve una politica estera e di difesa comune. In questi 20 anni si è provato a mettere un argine al potere e all’ideologia dei talebani, ma se l’avanzata di questi giorni è stata così veloce e rapida dobbiamo almeno interrogarci sulle ragioni».

La sua spiegazione?

«Qui le responsabilità sono di tutto l’Occidente. E’ doveroso pensare a una strategia comune, anche per evitare che quanto accade in Afghanistan si ripeta in altri teatri».

Gli Stati Uniti hanno sbagliato ad abbandonare il campo?

«Qui le responsabilità non sono degli Usa, ma di tutto l’Occidente. Quasi tutti i parlamenti dei Paesi della coalizione votarono ad ampie maggioranze per l’intervento in Afghanistan, anche in Italia. Al di là degli errori commessi in passato, adesso dobbiamo pensare al futuro e ritornare a una nuova fase di stabilità senza l’uso delle armi. Le armi hanno fallito, hanno generato solo morte e sofferenza».

A Kabul impera il terrore. L’ambasciata italiana sarà evacuata?

«Ci stiamo preparando ad ogni evenienza, anche quella dell’evacuazione. Dobbiamo pensare alla sicurezza del personale della nostra ambasciata e dei nostri connazionali. Se sarà necessario, con l’importante aiuto della Difesa, porteremo tutti in sicurezza in Italia, in tempi rapidi. Nel caso di evacuazione, l’ambasciata rimarrà operativa da Roma e i fondi destinati al sostegno delle forze di sicurezza afghane potranno essere riorientati verso la tutela dei collaboratori delle nostre componenti diplomatiche, militari e civili».

Solo dall’Afghanistan scapperanno centinaia di migliaia di profughi, mentre la ministra Lamorgese è sotto l’attacco continuo della Lega. Ha ragione Salvini? La politica del governo Draghi deve cambiare marcia sui migranti?

«C’è il problema dei flussi migratori irregolari e c’è anche il rischio di infiltrazioni terroristiche. La strada è quella della cooperazione con altri Paesi per gestire I flussi e prevenire i rischi per la sicurezza. Con gli attacchi al proprio governo si ottiene il risultato di alimentare tensioni, ma non quello di trovare soluzioni».

Letta sprona ad aprire un tavolo in Parlamento per fare una nuova legge sulla cittadinanza. Con la Lega al governo passerà mal lo ius soli? E il M5S lo voterà?

«Dovrà essere il Parlamento a discutere e decidere sullo ius soli e come sempre si troverà una soluzione».

Conte sosterrà lealmente Draghi, o alla ripresa comincerà a smarcarsi? «Conte ha detto chiaramente che il Movimento sostiene il governo e che allo stesso tempo ci faremo rispettare. Siamo stati determinanti all’interno di questa larga maggioranza già in passato e continueremo ad esserlo con ancora più determinazione, portando avanti le nostre idee. Ci sono i soldi del Pnrr da spendere al meglio e una manovra di bilancio da approntare per pianificare nuovi interventi economici, ad esempio riducendo le tasse e dando sostegno alle imprese. Dobbiamo rimanere concentrati su questo».

Il presidente Mario Draghi deve restare a Palazzo Chigi, o candidarsi al Quirinale? E il M5S chiederà a Mattarella di sacrificarsi per un bis al Colle? «L’elezione del capo dello Stato è un momento di grande importanza e va trattato con rispetto. Se ne discuterà al momento opportuno».

Ci sono i voti per sfiduciare Claudio Durigon?

«Ci aspettavamo delle scuse che non sono arrivate. Far propaganda andando contro figure simbolo della lotta alla mafia come Falcone e Borsellino è inaccettabile. Ritengo doveroso che il sottosegretario faccia un passo indietro».

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