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Antonio Tajani: «No tax area e taglio Irpef. Ius scholae? È buonsenso. E così lavoriamo alla pace» (Il Tempo)

Si inizia a smontare il palco della convention dei giovani di Forza Italia «Azzurra libertà» a Bellaria e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, segretario nazionale azzurro, ragiona a tutto campo con Il Tempo dopo aver svolto le conclusioni della kermesse. «Sono giovani che hanno solide radici e un grande futuro davanti», dice orgoglioso del suo vivaio.

Lei è ministro degli Esteri. Come si parla a ragazzi di vent’anni di questo mondo attraversato da crisi e guerre?

«Bisogna far capire loro che la Pace non è una condizione immodificabile, un valore scontato, ma bisogna lavorare ogni giorno per costruirla e difenderla. Stesso discorso vale per la libertà».

A Cernobbio, il presidente ucraino Zelensky ha affermato di avere in cantiere un piano per il cessate il fuoco. Ha detto che ne parlerà il prima possibile con Biden, e con i due candidati alla Casa Bianca Trump e Harris. La volontà di fare così presto cosa indica?

«Che tutti sono convinti della necessità di operare per raggiungere la pace. Mi auguro lo capisca anche la Russia. Noi stiamo lavorando per una nuova conferenza, dopo quella in Svizzera di due mesi e mezzo fa. Ne ho parlato con il ministro degli Esteri svizzero nella mia visita nella confederazione elvetica poco prima di Ferragosto. India e Arabia Saudita, insieme ad altri Paesi, sono impegnate in azioni diplomatiche simili che possono portare a riattivare il canale del confronto politico. È necessario, però, che stavolta siano presenti anche Russia e Cina. Quest’ultima, infatti, può avere un ruolo importante per convincere la Russia a fare un passo indietro».

L’alto commissario uscente europeo per la politica estera, Borrell, continua a pungere l’Italia per la contrarietà all’utilizzo delle proprie forniture belliche all’Ucraina per colpire in Russia. Come replicare?

«Mi pare abbia già risposto lo stesso Zelensky, che è pienamente soddisfatto di quanto sta facendo l’Italia».

Altro tema a voi caro, il Venezuela. Il leader dell’opposizione Gonzalez si è rifugiato in Spagna. Cosa può fare l’Occidente per contrapporsi alla deriva autoritaria di Maduro?

«Continuare con la pressione. In Venezuela non si conoscono i risultati certi delle elezioni del 28 luglio scorso, il regime continua nella repressione dell’opposizione attraverso la violenza. Continueremo a impegnarci per riaffermare la libertà».

Venendo a questioni di casa nostra. Da Bellaria lei e tutto il partito avete rilanciato sullo ius scholae. La Lega a stretto giro ha risposto alzando un muro. Come se ne esce?

«Il programma del centrodestra, al punto 6, fissa l’impegno per favorire l’integrazione economica e sociale degli immigrati regolari. È l’obiettivo che ci siamo posti con la proposta cui stiamo lavorando. Noi vogliamo lavorare a una riforma complessiva della normativa della cittadinanza, compreso lo ius sanguinis. La legge attuale sancisce che si può diventare cittadino italiano al compimento dei 18 anni. Noi, invece, crediamo sia meglio che si diventi cittadini italiani in maniera consapevole, dopo aver studiato con profitto per 10 anni. Dopo aver studiato italiano, la grammatica, storia e geografia. Se una persona si conquista questo diritto, è giusto riconoscerglielo. Anche Paolo Del Debbio, dal palco di Bellaria, ha espresso favore per questo principio, che è di buonsenso. La normativa che abbiamo in mente sarebbe più rigida di quella attuale».

Quella attuale ha un automatismo e la vostra no.

«Esatto. E comunque, in generale, noi abbiamo il diritto di fare le nostre proposte, ben consapevoli che ora la priorità è la manovra economica».

Quali proposte Forza Italia porterà sul tavolo del governo?

«Se vogliamo abbattere il debito pubblico, dobbiamo puntare sulla crescita. E per fare questo è necessario intervenire sull’economia reale. Quindi confermare il taglio al cuneo fiscale, affinché le imprese possano assumere e favorire la crescita. Se cresce la base imponibile, crescono le entrate nelle casse dello Stato. È una ricetta molto semplice, che esprime la visione di Silvio Berlusconi. Vogliamo lavorare sulle aliquote Irpef, passando dal 35 al 33% fino a 60mila euro di reddito, alzando dunque il tetto minimo di chi trae beneficio. Riteniamo necessaria una zona “zero tasse” fino ai 12 mila euro. E poi rimpinguare i fondi di garanzia per l’acquisto prima casa e per l’università. E infine, sempre trovando le coperture, un ulteriore intervento sulle pensioni minime. È necessario che la Bce tagli il costo del denaro, visto che si è abbassata l’inflazione. Così le imprese possono tornare ad investire».

Com’è il day after nel governo dopo il caso Sangiuliano?

«Rimane il dispiacere per aver perso un ministro capace, che ha scelto di dimettersi per difendere la propria dignità e la propria integrità. Sono sicuro che raggiungerà l’obiettivo. È stato nominato subito il nuovo ministro, al governo non ci sono problemi. Lavoriamo in perfetta sintonia essendo forze diverse ma c’è un’unità di intenti e sono convinto che questo governo durerà fino alla legislatura».

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