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Tajani: «Pace più vicina, pronti a ricostruire. Le piazze? In Aula cattivi maestri» (Corriere della Sera)

Il ministro: sulla Flotilla ho fatto il mio dovere

Hamas ha aperto al piano Trump, ma Israele non cessa il fuoco. Lei la vede la pace, ministro Tajani?

«Non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo, ma la pace a Gaza è più vicina. Confido nel lavoro di Turchia, Qatar ed Egitto per convincere definitivamente Hamas, e negli Usa per influire su Israele. Mancano poche ore all’anniversario di quel tragico 7 ottobre, questa guerra deve finire».

Qual è il ruolo a cui punta il governo italiano nel board che governerà Gaza?

«Già il 9 ottobre a Parigi avrò una riunione con i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito e con i Paesi Arabi e dopo, in Egitto, ci sarà la Conferenza per la ricostruzione. Noi siamo pronti a partecipare a un processo politico post-guerra per la ricostruzione e riunificazione della Palestina, con la possibilità di schierare eventualmente nostri militari. I Carabinieri sono già in Cisgiordania, gli italiani sono ben visti e questo potrebbe essere utile».

II riconoscimento della Palestina è un miraggio?

«Lavoriamo giorno dopo giorno, il primo passo è la fine della guerra. Siamo soddisfatti di come è andato il voto in Parlamento con la nostra proposta di mozione, non c’è stato un voto contrario. Quello di Trump è l’unico piano possibile e bisogna sostenerlo. Poter lavorare forti di questo voto parlamentare è positivo. Ci dedicheremo all’obiettivo di costruire un vero Stato di Palestina e riconoscerlo».

La piazza di Roma si è riempita di nuovo nel nome di Gaza. State sottovalutando l’onda di indignazione e solidarietà?

«Non sottovalutiamo niente, seguiamo con attenzione. In Europa, l’Italia ha fatto molto più di altri Paesi che hanno riconosciuto la Palestina. Abbiamo portato in Italia il più alto numero di rifugiati e bambini malati, nonostante tutte le critiche che abbiamo avanzato al governo di Israele. E se stiamo riportando indietro velocemente gli attivisti della Flotilla è perché abbiamo tenuto un canale aperto con Gerusalemme».

Avete condannato tardi il massacro di 67 mila civili e non vi siete battuti per le sanzioni Ue a Israele. Cosa pensa quando vede in piazza cartelli con su scritto «Tajani complice del genocidio»?

«Io sono a posto con la mia coscienza. Quali sarebbero le colpe del governo? Abbiamo detto sì alle sanzioni per i coloni e per alcuni ministri».

Nessuna sanzione a Netanyahu, né al suo governo.

«Non abbiamo detto di no, le proposte arriveranno al prossimo Consiglio Ue. Le piazze? Sin dall’inizio ci hanno dipinti a testa in giù e si sono visti anche striscioni che inneggiavano al 7 ottobre. Sono cattivi maestri. Se qualcuno lo grida in Parlamento, poi lo fa anche la piazza. A me interessa che mi ringrazi il palestinese, più che il manifestante di sinistra».

Le piazze sono «guerra al governo», come dice Salvini?

«Io in Aula ho detto che per la pace serve unità, ma serve anche un linguaggio diverso da parte delle opposizioni. Si può incitare a sfasciare le vetrine per la rabbia popolare, come ha fatto in Aula Ricciardi innanzi a Conte? Si può scrivere “fascista di m…” sulla statua di Wojtyla?».

No, non si può. Ma bastano i pochi che spaccano, cercano lo scontro o inneggiano ad Hamas per sporcare una protesta simile?

«No, io non critico chi manifesta. Dico solo che tutti devono rispettare le regole. È stato uno sciopero politico, non per il diritto al lavoro, tanto che Cisl, Conf-Sal, Uil e Ugl non hanno aderito. Cosa c’entra con Gaza bloccare porti, aeroporti, autostrade?».

Cosa c’entra ironizzare, come ha fatto Meloni, su rivoluzione e week end lungo? O minacciare maxi multe per chi sciopera, come ha fatto Salvini? II diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione.

«Delle multe chieda a Salvini. Lo sciopero è stato dichiarato illegittimo, eppure nessuno ha precettato».

Sbaglia Landini quando ricorda che il suo stipendio lo paga chi sta in piazza?

«Osservazioni che non mi toccano. Ogni giorno ai miei collaboratori e diplomatici della Farnesina dico “lo stipendio ce lo pagano gli italiani”. Sono così rispettoso che nel 2014, quando c’era la crisi dell’auto, ho rinunciato a 462 mila euro di buonuscita da commissario Ue».

I naviganti della Flotilla denunciano violenze. Avete fatto il possibile per tutelarli? A sinistra vi criticano anche perché ad Almasri e Chico Forti avete offerto il volo di Stato e a loro no…

«Sono tornati in Italia? Sì. E altri stanno per tornare, Israele ha messo a disposizione il volo fino a Istanbul e il consolato i biglietti per l’Italia. La mia idea era che sarebbe stato meglio usare i canali del Patriarcato latino per consegnare i beni alla popolazione civile. Invece non si sa che fine abbiano fatto, quei beni».

Davvero pensa che le barche fossero vuote?

«Io non ho le prove, lo dicono gli israeliani. Ma siamo intervenuti continuamente, con forza, perché i nostri connazionali non fossero trattati come terroristi e li stiamo facendo tornare tutti in Italia. Era una missione legittima, ma politica. Lo hanno detto loro. Noi abbiamo fatto il nostro dovere. Li abbiamo informati dei rischi in zona di guerra, abbiamo garantito l’assistenza dell’Unità di crisi. Non potevamo avvicinarci di più con la Marina e rischiare un conflitto militare con Israele».

Abbiamo visto arresti illegali di gente disarmata, che lei aveva chiesto di non fermare in acque internazionali.

«Abbiamo chiesto di non violare i diritti delle persone, e stiamo chiedendo trattamenti migliori per chi è rimasto ancora in Israele».

Conferma che «il diritto internazionale è importante fino a un certo punto», come ha detto in tv?

«Il diritto internazionale è centrale e va rispettato. Quella sera in tv volevo far percepire il momento di crisi molto grave per decine di cittadini italiani a ridosso di una zona di guerra. Dovevamo risolvere l’emergenza. Il mio compito era tutelare e riportare in Italia gli italiani, non avviare una discussione giuridica sulle basi del diritto».

Cosa ha fatto il governo dopo lo show del ministro Ben Gvir, che ha chiamato «terroristi» gli italiani minacciando loro sei mesi di cella?

«Noi siamo pronti a infliggere sanzioni a ministri come Ben Gvir ».

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