Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Intervento del Ministro Antonio Tajani in apertura della XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori

Intervento del Ministro Antonio Tajani in apertura della XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori
Intervento del Ministro Antonio Tajani in apertura della XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori

Signor Presidente della Repubblica, la ringrazio per la sua presenza, di cui siamo molto onorati e che conferma la sua grande attenzione per la politica estera in questo frangente internazionale così complesso e delicato.
Saluto i rappresentanti del Senato e della Camera dei Deputati, Saluto i colleghi di Governo, Autorità civili e militari, Cari Ambasciatori, benvenuti a tutti al Ministero degli Esteri per la Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia nel mondo.
Il quadro internazionale in cui viviamo ha riportato la politica estera al centro del nostro dibattito pubblico.
Di fronte a tante incognite, una certezza: l’Italia e il Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono sempre più protagonisti a livello globale.
Pace, sviluppo e crescita: questi i cardini della nostra azione, mettendo sempre la persona al centro.
L’udienza con Papa Leone di sabato scorso, per il Giubileo della Diplomazia, ci ha ricordato il dovere di essere ogni giorno costruttori di pace, di riconciliazione e futuro.

Le parole del Santo Padre mi hanno toccato profondamente, come hanno toccato tutto il personale del Ministero – 5000 persone – che era in sala.
Portiamo con noi la spinta a ispirarci al nostro umanesimo cristiano, le radici della nostra società e dell’Europa.
Il terribile attacco terroristico di ieri a danno della comunità ebraica di Sidney ci ricorda quanto sia urgente e necessario questo impegno per la pace e il dialogo.
La nostra vigilanza e mobilitazione contro l’antisemitismo e l’odio razziale deve continuare ad essere massima.
I miei pensieri sono rivolti a tutte le persone colpite, ai loro cari e alle comunità ebraiche.

Signor Presidente,
Il Ministero che si presenta a Lei oggi è in profondo rinnovamento, a partire da questa sala, che riapre oggi per la prima volta dopo mesi di attento restauro.
Il 1° gennaio entrerà in vigore la riforma del Ministero che ho fortemente voluto per essere meglio attrezzati alle nuove sfide.
Le parole chiave sono: crescita ed export; semplificazione; servizi a cittadini e imprese; cybersicurezza.
Il Ministero sarà bicapite. Ci sarà una testa politica, per assicurare maggiore efficacia all’attuazione delle linee di indirizzo politico su tutte le questioni più complesse.

Ci sarà poi una testa economica, per sostenere in maniera sempre più coordinata l’internazionalizzazione delle imprese.
Abbiamo creato una nuova Direzione generale per le questioni cibernetiche, l’informatica e l’innovazione tecnologica.
Vogliamo essere al passo con le esigenze dell’era digitale, dare più sicurezza al nostro lavoro e portare la nostra visione etica nelle nuove tecnologie, in primo luogo l’Intelligenza artificiale.
Sarà un Ministero sempre più vicino ai cittadini. Vogliamo abbattere le barriere.
L’anno prossimo organizzeremo una Conferenza dei Consoli Generali per rafforzare ancora di più l’impegno per servizi rapidi, efficienti e puntuali per cittadini e imprese.
Di fronte a uno scenario internazionale complesso, il Governo ha ben saldi i due cardini della propria politica estera, il rapporto transatlantico e l’Europa.
Il Governo ha instaurato da subito relazioni eccellenti con la nuova Amministrazione USA.
La nostra posizione è chiara: l’USA non può fare a meno dell’Europea e l’Europa non può fare meno degli USA.
Sulla base di questo assunto l’Italia è in prima linea per alimentare le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico.
Le sfide del sistema economico e commercio globale sono sempre più complesse. Ne abbiamo parlato ieri sera con la Direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Georgieva.

È trascorso un anno dall’avvio del nuovo ciclo istituzionale dell’Unione Europea, che ora ha davanti scelte difficili e determinanti per il proprio futuro.
L’Europa è a un punto di svolta. I conflitti non sono più distanti.
Toccano la nostra sicurezza, le nostre economie.
Nei giorni scorsi ho usato la parola “elettroshock” per definire l’entità del cambiamento che dobbiamo saper imprimere.
È il momento di difendere i benefici di quasi 70 anni di integrazione europea e 80 anni di multilateralismo onusiano.
Dobbiamo ritrovare l’anima politica dell’Europa, le nostre radici cristiane, i principi dell’illuminismo, il rispetto per la persona.
Dobbiamo creare le condizioni per un’Europea che sappia prendere decisioni efficaci e veloci.
Serve uno scatto: dalla difesa al mercato unico, nella concorrenza, nell’energia. Serve una politica industriale forte.
Fondamentale il tema dell’allargamento, su cui l’Italia è sempre più in prima linea. Penso in primo luogo ai Balcani ma anche agli altri Paesi candidati, a partire dall’Ucraina.
È un investimento strategico chiave. Non possiamo lasciare questi Paesi nelle mani dei nostri avversari.
Sono felice che il Ministro degli Esteri tedesco Wadephul abbia accettato di essere con noi stasera.
Con il Governo tedesco condividiamo gli stessi principi e la stessa visione del futuro dell’Europa e dei rapporti con i Paesi partner. Insieme possiamo essere “motore” del cambiamento.

La definizione del ruolo e del contributo dell’Europa per la gestione della crisi ucraina è un banco di prova cruciale.
Le prossime settimane possono essere decisive e, ancora una volta, sarà essenziale restare uniti.
L’iniziativa di pace americana è un’opportunità che non dobbiamo farci sfuggire. Dobbiamo riportare la pace in Europa!
Dobbiamo farlo naturalmente a determinate condizioni.
L’Ucraina merita una pace giusta e duratura. La sicurezza dell’Europa deve uscire rafforzata da questo processo.
Le garanzie di sicurezza sono fondamentali e siamo fieri che si stia lavorando attorno a un’idea lanciata proprio dall’Italia.
L’Italia resta fermamente al fianco dell’Ucraina e impegnata in Europa per mantenere alta la pressione su Mosca.
I nodi delicati da sciogliere sono tanti, anche per l’Europa. Penso in particolare alla gestione dei beni congelati russi.
Il progetto di sostegno al settore energetico da oltre 100 milioni che abbiamo lanciato è un segnale concreto di vicinanza al popolo ucraino, a fronte dei continui bombardamenti russi.
È la cifra del nostro impegno, che guarda già ora alla ricostruzione, come ha confermato il successo della Conferenza Internazionale di luglio qui a Roma.
Portiamo questo stesso impegno anche in Medio Oriente, una regione che assiste a sviluppi epocali.
La situazione di Gaza è emblematica. Da un lato, abbiamo assistito a una tragedia profonda, che ci ha segnato. Dall’altro, siamo ora di fronte a una storica prospettiva di pace.
Abbiamo sostenuto dal primo momento l’iniziativa di pace americana, mantenendo un dialogo aperto e costruttivo con Israele e con i palestinesi, e con tutti i Partner regionali.
Il nostro obiettivo resta quello di due Stati in grado di convivere in pace e sicurezza.
Lavoriamo senza sosta per consolidare il cessate il fuoco e arrivare a una pace vera.
Abbiamo confermato alla Casa Bianca la nostra intenzione a svolgere un ruolo di primo piano per la ricostruzione.
Siamo pronti a fare la nostra parte anche sul versante della sicurezza, e siamo in prima linea nell’assistenza umanitaria.
Con “Food for Gaza” abbiamo portato nella Striscia oltre 2.400 tonnellate di aiuti. L’ultimo aereo è partito da Brindisi solo pochi giorni fa.
In questi mesi abbiamo portato in Italia 232 bambini di Gaza malati, per curarli nei nostri ospedali, e 149 studenti palestinesi, per farli studiare da noi.
In totale abbiamo portato in Italia oltre 1400 persone. Siamo il Paese occidentale che ha fatto di più.
Il Presidente Abbas, di nuovo in Italia nei giorni scorsi, ci ha ringraziato molto per questo nostro sostegno.
Un impegno che unisce tutto il Paese: non solo il personale del Ministero, cui va il mio ringraziamento, ma anche i tanti soggetti privati, imprese, università, ospedali, terzo settore, che si sono uniti in una straordinaria gara di solidarietà.
La questione israelo-palestinese è centrale per tutta la regione.
Penso non solo alla questione iraniana, in un anno che ha visto per la prima volta un confronto aperto tra Israele e Teheran, ma anche al fragile percorso di consolidamento istituzionale in Siria, al Libano dove siamo presenti con UNIFIL, al Mar Rosso, un’area cruciale per i nostri interessi strategici dove abbiamo i nostri uomini nella missione navale europea ASPIDES.
Sarò a Gibuti per un saluto natalizio al contingente italiano presso la base militare e la fregata Antonio Marceglia.
Nell’ultimo anno abbiamo consolidato la nostra azione e la presenza in Africa, una nostra priorità strategica assoluta.
L’impegno umanitario e per la pace, anche per i conflitti spesso dimenticati, come in Sudan, resta prioritario. Con la nuova iniziativa Italia per il Sudan daremo un sostegno concreto.
Nella missione nel Sahel insieme al Ministro Piantedosi, in Mauritania, Senegal e Niger, ho avuto conferma che stiamo operando nella giusta direzione.
Abbiamo impostato una strategia incentrata su un dialogo alla pari e su partenariati concreti, anche attraverso il Piano Mattei.
Tanti i temi prioritari di questo grande sforzo: gestione delle migrazioni irregolari, contrasto al traffico di esseri umani, lotta al terrorismo, sicurezza energetica, sicurezza alimentare, ma soprattutto crescita e nuove opportunità economiche.
Abbiamo aperto Ambasciate, Istituti di Cultura, Uffici delle Agenzie dell’Internazionalizzazione. Perché la crescita dell’Africa è la nostra crescita.

Signor Presidente,
Anche quest’anno, per riflettere il ruolo sempre più centrale della diplomazia della crescita, ho voluto confermare una tappa a Milano della Conferenza dei nostri Capi Missione.
Abbiamo convocato i lavori della II Conferenza Nazionale dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese.
I nostri Ambasciatori e i rappresentanti della squadra dell’internazionalizzazione – ICE, SACE, Simest e CDP – saranno a disposizione per incontrare le imprese e sostenerle.
Gli ultimi dati lo confermano: l’export resta una componente essenziale della crescita dell’economia italiana.
L’Italia ha superato anche il Giappone nella graduatoria dei Paesi esportatori, siamo ora al quarto posto al mondo.
Dopo 23 anni, abbiamo avuto un upgrade di Moody’s sull’Italia.
Nonostante le tendenze protezionistiche e le sfide alle catene di approvvigionamento, l’export italiano continua a crescere.
Ho voluto fissare un obiettivo ambizioso, raggiungere 700 miliardi all’anno entro la fine della legislatura.
Per questo, ho lanciato quest’anno il Piano per l’Export nei mercati a più alto potenziale.
Lo abbiamo valorizzato con missioni in tutti i continenti.
La settimana scorsa sono stato in India per affinare il nostro partenariato strategico con il mercato più popoloso e con la crescita più veloce al mondo e per dare un impulso al progetto di corridoio logistico IMEC, di importanza strategica.
Il Ministro dell’industria indiano Goyal interverrà con un videomessaggio alla nostra Conferenza di Milano.
In precedenza, ero stato in missione in Arabia Saudita, un Partner strategico con cui l’interscambio cresce a doppia cifra.
Abbiamo lasciato l’impronta unica del nostro Paese al Padiglione italiano all’EXPO di Osaka.
Una grande vetrina di tutto il meglio che l’Italia può offrire, a cui è stato tributato il primo premio.
Voglio ricordare poi il grande sforzo del Ministero degli Esteri e di tutta la nostra rete per il grande successo del riconoscimento della cucina italiana all’UNESCO. Un grazie sincero a tutti!
Siamo in prima linea in Europa per favorire una politica di apertura al commercio internazionale, e per migliorare con approccio costruttivo l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti.
La promozione culturale sarà centrale in questo impegno per la crescita.
La prima Conferenza sull’Italofonia è stata un grande successo.
Abbiamo creato un grande spazio politico per riunire tutti i Paesi e i soggetti che amano l’Italia, la nostra lingua e la nostra cultura, per farne uno strumento di crescita condivisa.
Nel nostro impegno a tutto campo per la crescita abbiamo dato un ruolo chiave anche allo sport.
Siamo ormai ai blocchi di partenza delle prossime Olimpiadi Invernali di Milano e Cortina.
Sono orgoglioso del risultato a New York con la Risoluzione ONU sulla Tregua Olimpica.
Non un passaggio scontato, ma la promessa di un impegno concreto e il riconoscimento di una diplomazia, quella italiana, che costruisce sempre ponti e mai muri.
Di fronte a queste sfide epocali, è cruciale incoraggiare i giovani ad appassionarsi e occuparsi di politica estera. Abbiamo bisogno delle loro idee e delle loro energie positive.
È una mia priorità. Solo nell’ultimo anno hanno fatto il proprio ingresso al Ministero oltre 1.200 nuove unità di personale.
Abbiamo anche riformato il concorso diplomatico per attrarre professionalità variegate e con competenze specialistiche.

Signor Presidente della Repubblica,
la realtà internazionale di oggi richiede presenza costante, capacità di ascolto e di dialogo.
È questo il DNA della nostra diplomazia che sempre più si mette a disposizione del Paese, dei suoi cittadini e delle imprese, in maniera concreta e operativa, per favorire la pace, il dialogo, il benessere e la crescita. La ringrazio.

Ti potrebbe interessare anche..