Origine ed evoluzione del ruolo del Fondo Monetario Internazionale
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), con sede a Washington, fu istituito nel 1945 a seguito degli accordi raggiunti nella Conferenza di Bretton Woods del 1944, a cui parteciparono le potenze Alleate nella seconda Guerra mondiale, finalizzata a scongiurare il ripetersi di gravi crisi economiche, come la Grande Depressione degli anni ’30.
Attualmente i Paesi membri sono 191. L’Italia è membro dal 27 marzo 1947.
Fini statuari dell’FMI:
- promuovere la cooperazione monetaria internazionale;
- facilitare l’espansione del commercio internazionale,
- promuovere la stabilità e l’ordine dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive;
- dare fiducia agli stati membri rendendo disponibili con adeguate garanzie le risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti;
- in relazione ai fini di cui sopra, abbreviare la durata e ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti degli Stati membri.
Con l’esplosione della crisi debitoria nei primi anni ’80, il FMI è diventato di fatto l’organizzazione deputata alla gestione degli shock finanziari a livello globale attraverso programmi di assistenza che hanno dato priorità alle politiche di liberalizzazione commerciale e finanziaria, di privatizzazione e di de-regolamentazione dei mercati.
Organizzazione
Il Fondo Monetario Internazionale è un’organizzazione a carattere universale composta da 191 Stati membri. Il Consiglio dei Governatori (Board of Governors) è il principale organo direttivo ed è composto da un Governatore (generalmente il Ministro delle Finanze) e da un Vice-governatore, nominati da ogni Paese membro. Il Consiglio dei Governatori può delegare i propri poteri al Consiglio d’Amministrazione, con l’eccezione di alcuni poteri riservati. Si riunisce di norma una volta all’anno, in occasione degli Incontri Annuali (“Annual Meetings”). Per l’Italia partecipano il Ministro dell’Economia e delle finanze in qualità di Governor e il Governatore della Banca d’Italia come vice rappresentante (Alternate Governor). La Banca d’Italia e il Ministero dell’Economia e delle finanze contribuiscono inoltre a determinare le posizioni del Direttore Esecutivo italiano presso il Consiglio di amministrazione del Fondo.
Il Comitato Monetario e Finanziario Internazionale (International Monetary and Financial Committee – IMFC) è l’organo consultivo che definisce gli indirizzi strategici del FMI. Ne fanno parte i ventiquattro paesi membri (rappresentati generalmente dai Ministri delle Finanze) presenti nel Consiglio di Amministrazione.
Il Consiglio di Amministrazione (Executive Board) è l’organo esecutivo del Fondo, esercita l’amministrazione dell’ente ed è composto da 25 Direttori Esecutivi. Il Board funziona in “sessione continua”, gestisce l’amministrazione corrente e decide sull’erogazione dei fondi. È coadiuvato dallo staff del FMI, ed è guidato dal Direttore Generale del FMI (Managing Director), che è eletto per un mandato di 5 anni (rinnovabile).
Dal 1 ottobre 2019 e rieletta per un secondo mandato quinquennale dal 1° ottobre 2024, la Direttrice del FMI è Kristalina Georgieva (nata a Sofia il 13 agosto 1953) economista e politica bulgara. Ha lavorato come Direttrice generale della Banca mondiale dal 2 gennaio 2017 al 30 settembre 2019, ha ricoperto il ruolo di presidente facente funzione del gruppo Banca mondiale dal 1 febbraio 2019 al 4 aprile 2019.
Durante la presidenza Barroso è stata Commissario europeo per la Cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi dal 2010 al 2014; dal 1 novembre 2014 al 31 dicembre 2016 ha ricoperto l’incarico di Vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per il bilancio e le risorse umane nella Commissione Juncker.
Nel 2001, è stato infine istituito l’Ufficio di Valutazione Indipendente (Independent Evaluation Office) quale struttura permanente all’interno del FMI ma indipendente dal management e dallo staff, con funzioni di vigilanza e controllo.
Il sistema di voto e i Diritti Speciali di Prelievo
Benché siano previste diverse maggioranze a seconda delle tematiche trattate, nel Consiglio di Amministrazione non si ricorre quasi mai al voto ma si decide per consenso. I diritti di voto in seno al Consiglio sono proporzionali al numero delle quote sottoscritte da ciascun Paese, che sono a loro volta calcolate sulla base di particolari indici determinati in ragione di alcuni fattori economici, fra cui PIL, transazioni di conto corrente e riserve ufficiali.
Le quote di partecipazione al FMI (ordinariamente soggette a revisione ogni cinque anni) sono espresse in Diritti Speciali di Prelievo – DSP (Special Drawing Rights, SDR), ovvero nell’unità di conto del FMI (determinata secondo un paniere ponderato di cinque valute: dollaro USA, Euro, Yen, Sterlina, Renminbi).
L’FMI conduce regolarmente revisioni generali delle quote. La 15a revisione si è conclusa nel 2020 senza alcun aumento della quota mentre la 16a – conclusasi a dicembre 2023 – ha approvato un aumento di quote pari al 50%, portandole a 715.7 miliardi di DSP (circa 320 miliardi di dollari).
La quota dell’Italia è pari a 15,07 miliardi di DSP, pari al 3,16% del totale (che dà diritto a 152.159 voti, ovvero al 3,02% del totale).
La funzione di Sorveglianza
L’attività di sorveglianza del Fondo Monetario Internazionale è esercitata sia nei riguardi dei singoli Paesi (sorveglianza bilaterale) sia a livello globale e regionale (sorveglianza multilaterale), evidenziando di volta in volta i possibili fattori di vulnerabilità domestica e internazionale e proponendo i necessari aggiustamenti.
L’assistenza finanziaria
Il Fondo fornisce assistenza finanziaria ai paesi membri per fronteggiare situazioni di squilibrio temporaneo della bilancia dei pagamenti tramite un accordo stipulato con le autorità, volto a definire le misure di politica economica e le riforme necessarie per il superamento della crisi. Nel corso degli anni il Fondo ha sviluppato numerosi strumenti di finanziamento per far fronte alle diverse esigenze dei paesi membri.
Il FMI partecipa attivamente anche alle principali iniziative multilaterali volte a favorire la ristrutturazione del debito dei Paesi in via di sviluppo, quali la Heavily Indebted Poor Countries (HIPC) Initiative e la Multilateral Debt Relief Initiative (MDRI), che prevedono l’erogazione di risorse a dono per la cancellazione del debito. A seguito della sospensione del servizio del debito estero (DSSI – Debt Service Suspension Initiative, promossa per far fronte a problemi di liquidità durante la pandemia del COVID-19), il FMI appoggia insieme alla Banca Mondiale l’iniziativa del G20 sul quadro comune di riferimento per la ristrutturazione del debito estero (Common Framework beyond the DSSI) promossa dalla presidenza saudita nel 2020.
Nel contesto dell’allocazione generale di Diritti Speciali di Prelievo dell’agosto 2021, l’Italia si è impegnata a destinare alle economie più vulnerabili il 20% della sua quota di DSP, pari a circa 4 miliardi di dollari, di cui circa 1,4 miliardi di dollari destinati al Poverty Reduction and Growth Trust (PRGT) che fornisce finanziamenti agevolati ai paesi più poveri; a questo si aggiungono risorse a titolo di dono nei limiti complessivi di 101 milioni di euro, equivalenti a 83 milioni di euro di Diritti Speciali di Prelievo (in cinque versamenti annuali di pari importo per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026). Tali impegni sono stati approvati dal Parlamento con la Legge di Bilancio per il 2022. I restanti 1,9 miliardi di Diritti Speciali di Prelievo (circa 2,6 miliardi di USD) sono stati versati al nuovo Resilience and Sustainability Trust (RST) istituito a fine aprile 2022 dal Fondo Monetario Internazionale, destinato ad una platea di paesi che include paesi a basso reddito, paesi vulnerabili a medio reddito e i piccoli stati – in totale, oltre 140 paesi; a questi si somma un ulteriore prestito di 31,5 milioni di DSP a valere sul bilancio dello Stato. Tali impegni sono stati approvati dal Parlamento con la Legge di Bilancio per il 2023.
L’obiettivo del trust è di fornire finanziamenti a lungo termine volti a ridurre i rischi di lungo periodo per la stabilità della bilancia dei pagamenti, concentrandosi principalmente sui rischi connessi al cambiamento climatico, nonché sulla prevenzione e la preparazione a future crisi pandemiche.
L’attività di assistenza tecnica e capacity development
Il FMI offre ai paesi membri assistenza tecnica e formazione in diverse aree tematiche: fiscale, monetaria, statistica e legale. Il maggiore sforzo, in termini di risorse del Fondo monetario dedicate all’assistenza tecnica, è rivolto al rafforzamento della capacità dei paesi membri di formulare e attuare politiche economiche più efficaci e allo sviluppo di solide istituzioni economiche e finanziarie (capacity building).
Il Personale Italiano nel Fondo Monetario Internazionale
I dipendenti totali del Fondo sono circa 3.900, da 150 Paesi.
A fine 2023 il personale di nazionalità italiana impiegato presso il FMI risultava pari a 138 unità (46 donne e 92 uomini) su un totale di 3.912 dipendenti del Fondo, corrispondente al 3,5 per cento.
L’Italia è tradizionalmente rappresentata nel Consiglio di Amministrazione (Executive Board) da un proprio Direttore Esecutivo, che viene indicato dal nostro Ministro dell’Economia e delle Finanze ed eletto dai Governatori (Ministri economici o Governatori delle Banche centrali) del gruppo di paesi che fanno parte della nostra constituency, che da alcuni anni include Albania, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e San Marino. Dal 1° novembre 2024 Il Direttore Esecutivo per l’Italia (DE) è il dott. Riccardo Ercoli. Fanno parte dell’Ufficio italiano anche un Vice direttore esecutivo (tradizionalmente di nazionalità greca), due senior advisor (di nazionalità italiana, uno nominato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’altro dalla Banca d’Italia), quattro advisor (tre di nazionalità italiana, due dal Ministero e uno dalla Banca, e uno di nazionalità portoghese) e due assistenti amministrativi (attualmente una di nazionalità italiana e una di nazionalità peruviana, normalmente provenienti dallo staff del FMI).
Il Direttore Esecutivo italiano rappresenta il nostro paese e la relativa constituency in tutti i rapporti multilaterali e bilaterali in seno al FMI, gode di una certa autonomia decisionale e definisce la posizione italiana sui maggiori temi di policy consultando e informando, ove necessario, il Ministro e il Direttore Generale del Tesoro e, più frequentemente, il Capo della Direzione per i Rapporti Finanziari Internazionali.
