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Discorso dell’On. Ministro all’evento “Qualità del Sistema sanitario italiano – turismo e attrattività dei territori”

Fa fede solo il testo effettivamente pronunciato

 

Onorevole Giovanni Lolli,

Direttrice Mariadonata Bellentani,

Direttore Generale Francesco Palumbo,

Signori Ambasciatori, Cari Ospiti, Signore e Signori,

All’inizio di quest’anno, l’Indice Bloomberg della Salute ci ha consacrati il Paese più sano al mondo.

Non è una sorpresa: anche le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci collocano da anni in posizioni di vetta in termini di longevità degli italiani e qualità del nostro sistema sanitario.

La stessa OMS ci dice, attraverso le sue analisi, che la salute non è più soltanto la cura o l’assenza di malattia, ma è la pienezza del vivere, dal punto di vista fisico, psicologico e sociale.

Ecco, noi italiani questo concetto ce l’abbiamo nel DNA. E possiamo dire di essere molto consapevoli delle diverse sfaccettature dello “stare bene”, che dipende dall’ambiente, dalla cultura e dalla bellezza che ci circondano; dal cibo che coltiviamo per i nostri alimenti; dalla dieta mediterranea che consumiamo – riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO – e senza dubbio dall’accesso e dalla qualità dei servizi sanitari a nostra disposizione rispetto a tanti altri Paesi.    

Secondo il Medical Tourism Index – ed è questo il dato su cui vorrei riflette con voi oggi – l’Italia  è al 4° posto in Europa (dopo Regno Unito, Germania e Francia) e al 9° posto al mondo come meta del “turismo sanitario”.

Le opportunità sono notevoli. Il mercato globale del “turismo sanitario” è in forte espansione: uno studio di Deloitte stima che il fatturato mondiale sia pari a 100 miliardi di dollari, con oltre 11 milioni di persone che ogni anno varcano le frontiere per curarsi.

In Italia ci sono già numerose strutture di qualità che attraggono pazienti internazionali, e molte altre si stanno attrezzando.  

Progetti di rete – come “Health in Italy”, rappresentata qui oggi – sono importanti perché ci aiutano a costruire un’offerta strutturata e di grande livello qualitativo.

Il nostro obiettivo è di promuovere l’Italia come destinazione di cure mediche di altissima qualità, che si basano su know-how, protocolli e tecnologie di cui il nostro comparto sanitario ha una leadership.

Il ruolo della Farnesina è di aiutare tutti a “fare sistema”, a “giocare di squadra” per presentare in maniera integrata la qualità e l’efficacia del nostro sistema sanitario.

L’impegno della Farnesina è già molto concreto e riguarda innanzitutto la concessione di visti sanitari da parte della rete di Ambasciate e Consolati. Partiamo oggi da una base significativa, ma che senza dubbio può migliorare ancora molto: quasi 6 mila visti concessi negli ultimi tre anni per finalità sanitarie.

Oltre al dato numerico, ce n’è uno qualitativo: i visti per cure mediche godono di una corsia preferenziale e ci raccomandiamo sempre con le nostre Ambasciate e Consolati di assicurarne la più rapida trattazione possibile. Non è un caso che nessuno si è mai lamentato dell’attesa per ottenere un visto per cure mediche, anche in sedi che trattano centinai di migliaia di visti. Ovviamente, se avete proposte su come migliorare ulteriormente i servizi da noi offerti fatecele avere. Siamo aperti all’ascolto di nuove idee. 

La nostra non è soltanto una politica dei visti. La Cooperazione sanitaria è uno strumento qualificante della politica estera: pensate, ad esempio, ai feriti libici che abbiamo curato in Italia, sia dell’Est che dell’Ovest del Paese, contribuendo alla riconciliazione di un Paese per noi prioritario.

Pensate anche alla Cooperazione allo Sviluppo italiana, che si articola in tantissime iniziative di cooperazione sanitaria bilaterale (umanitaria e ordinaria), di sostegno al Fondo Globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria (Global Fund) e inoltre  all’Alleanza Globale per le Vaccinazioni (GAVI).

Complessivamente, attraverso la Cooperazione allo Sviluppo, l’Italia ha destinato negli ultimi tre anni (2014-16), più di 270 milioni di euro in progetti a favore della salute nel mondo.

Il settore sanitario è poi parte della diplomazia economica. Anche qui, pensate a tutti gli sforzi che abbiamo fatto come Farnesina, in squadra con tanti altri attori pubblici e privati, per sostenere la candidatura di Milano come sede dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA).

L’assessment pubblicato da Bruxelles, il 30 settembre scorso, conferma la solidità della nostra candidatura e l’elevatissima qualità dell’offerta di Milano e della Regione Lombardia. Il riconoscimento della Commissione europea è la prova che quando il Sistema Italia agisce unito ottiene i migliori riconoscimenti. 

Anche oggi, con questa iniziativa, stiamo mettendo insieme i principali attori del Sistema Italia. Abbiamo con noi il Ministero della Salute, il Ministero dei Beni e delle Attivi Culturali e del Turismo, le Regioni, l’Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT) e tante prestigiose strutture sanitarie pubbliche e private.

Se vogliamo avere successo, dobbiamo guardare a tutta la filiera del turismo sanitario: che parte da ospedali e cliniche private, e passa dai centri benessere, ai territori italiani, arrivando agli alberghi, alla cucina, alla cultura; contando anche sull’apporto degli operatori turistici e sull’attrattività del Made in Italy.

Oggi è il primo importante appuntamento di una rete di attori che si è messa in moto per espandere e fare un salto di qualità all’offerta turistico-sanitaria italiana. L’avvio di una nuova ed importante iniziativa per la quale la Farnesina farà la sua parte, con tutto il peso della nostra straordinaria rete di Ambasciata e di Consolati nel mondo.

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