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Tajani: «Sulla Striscia stiamo col Papa: sì agli aiuti. Le Pen disgrega l’Ue» (Il Fatto Quotidiano)

Tajani «Sulla Striscia stiamo col Papa sì agli aiuti. Le Pen disgrega l’Ue» (Il Fatto Quotidiano)
Tajani «Sulla Striscia stiamo col Papa sì agli aiuti. Le Pen disgrega l’Ue» (Il Fatto Quotidiano)

Venerdì, dopo la commemorazione per le vittime del terrorismo e prima del Consiglio dei ministri, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha pranzato a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che ieri ha parlato di pace in Ucraina anche al telefono con Erdogan – e il collega leghista Matteo Salvini. Un incontro alla vigilia del vertice di Kiev di sabato in cui Meloni ha dato la linea spiegando che non sarebbe andata al summit coi “volenterosi” perché non condivideva il formato (“chiedetelo a lei perché non è andata”, aggiunge Tajani) e imponendo agli alleati “unità” sulla politica estera – la situazione in Ucraina e la crisi a Gaza su tutto – senza fughe in avanti. Non è un caso che Salvini abbia deciso di non intervenire più sulle due crisi internazionali. Di elezioni regionali, invece, si parlerà più avanti, dopo le elezioni amministrative.

Sono proprio i due fronti di guerra che preoccupano il governo. E lo spiega il titolare della Farnesina Tajani all’ora di pranzo, dopo aver riunito i responsabili dei dipartimenti di Forza Italia nella sede di San Lorenzo in Lucina e incontrato il coordinatore toscano azzurro Marco Stella e il sindaco di Pontremoli Jacopo Ferri in vista delle elezioni regionali di autunno. Alla vigilia dei colloqui di domani a Istanbul, Tajani non sembra fidarsi della volontà della Russia di trattare: “Ieri (lunedì, ndr) sono stato con il vicepremier ucraino Kuleba e abbiamo parlato della Conferenza per la ricostruzione che faremo a luglio – dice al Fatto Tajani -. Speriamo ovviamente che la Russia voglia veramente la pace, ma devo essere sincero: mi fido poco di Putin e della sua volontà di trattare”. Questa è anche la posizione di Meloni che ha chiesto a più riprese al presidente russo di sedersi al tavolo delle trattative proposto da Zelensky e dal presidente americano Donald Trump.

MA IL FRONTE che preoccupa maggiormente Tajani è quello di Gaza, su cui andrà a riferire in Parlamento entro fine maggio. Da circa due mesi il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha bloccato qualsiasi aiuto alimentare alla popolazione civile di Gaza. Stoppando anche l’iniziativa Food for Gaza a guida italiana. “Anche stamattina ho parlato con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sarr che vuole gli aiuti americani – aggiunge Tajani – poi ho sentito il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa e lui non vuole gli aiuti americani: insomma la situazione non è semplice, ma noi stiamo spingendo a livello diplomatico, bisogna far entrare a Gaza gli aiuti il prima possibile”.

Ma perché il governo non condanna il piano di occupazione di Gaza di Netanyahu con parole chiare? D’altronde anche Trump adesso sta prendendo le distanze dal primo ministro israeliano: “Noi su Gaza stiamo con Papa Leone XIV che domenica, nel suo primo Angelus ha chiesto il cessate il fuoco – afferma Tajani – e quando diciamo che appoggiamo il piano di pace dell’Egitto mi sembra che la nostra posizione sia piuttosto chiara”. Non una condanna diretta, ma uno scetticismo che sta aumentando sempre di più ai piani alti del governo.

NON CI SARANNO invece nuovi vertici di maggioranza in settimana con Meloni e Salvini: “Io domani (oggi, ndr) vado ad Antalya, in Turchia, dove c’è il vertice dei ministri degli Esteri della Nato”, aggiunge il titolare della Farnesina che tornerà in Italia per l’intronizzazione a San Pietro proprio di Papa Leone XIV. Ci sarà probabilmente Zelensky, ma Tajani è scettico sulla possibilità che possa esserci anche Trump. Sempre a San Pietro, domenica, scorsa, si è presentato il leghista Salvini assieme alla leader del Front National, Marine Le Pen. Cosa ne pensa il ministro degli Esteri? “Noi ci opporremo a qualsiasi tentativo di disgregare l’Unione europea, come vuole fare la signora Le Pen”, aggiunge il leader di Forza Italia criticando quindi la principale alleata di Salvini in Europa.

Un concetto ribadito anche ieri nel suo discorso alla fondazione De Gasperi: “Scellerato è cercare di dividere l’Unione europea, io non farei mai parte di un governo anti-Ue”, ha detto Tajani.

Sul Mes, che è tornato in auge per la richiesta degli Stati europei di ratificarlo all’Ecofin di lunedì, Tajani ribadisce che “anche Forza Italia ha delle perplessità, siamo pronti a votarlo solo con una forma di controllo democratico, ovvero deve almeno essere chiamato a rispondere al Parlamento”.

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