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Algeri, prospettive e opportunità oltre gli idrocarburi

Algeri, prospettive e opportunità oltre gli idrocarburi
Algeri, prospettive e opportunità oltre gli idrocarburi

Relazioni storiche, culturali, vicinanza geografica. Il rapporto tra Algeria e Italia ha radici profonde e il tema attuale è quello di estendere relazioni già importanti andando ben oltre gli idrocarburi. Infatti, se il presente e il passato del Paese nordafricano sono legati indubbiamente alle grandi risorse nel sottosuolo che ne hanno consentito lo sviluppo, è ormai evidente che l’attenzione debba rivolgersi anche ad altri ambiti: transizione energetica, agroalimentare e agroindustria, manifatturiero, infrastrutture, solo per citarne alcuni.

L’Algeria, il più esteso Paese dell’Africa e la terza economia araba, è stata riclassificata dalla Banca Mondiale tra gli Stati a reddito medio-alto. Negli ultimi 20 anni ha compiuto notevoli progressi nello sviluppo economico e umano grazie a investimenti in infrastrutture e politiche sociali che hanno ridotto i tassi di povertà. La sua economia però resta ancora fortemente dipendente dagli idrocarburi che, come sottolinea uno studio di Agenzia ICE, rappresentano il 43% delle entrate fiscali e il 79% delle esportazioni.

Nell’attuale contesto globale, secondo molti osservatori l’Algeria deve accelerare la diversificazione della sua economia per rendersi più indipendente dalle oscillazioni del mercato oil & gas e deve aumentare gli investimenti privati e la produttività per diversificare le entrate e garantire in questo modo una crescita resiliente.

Un riequilibrio delle finanze pubbliche – sottolinea Agenzia ICE – attraverso una migliore qualità della spesa e un orientamento più deciso allo sviluppo degli investimenti, è cruciale per preservare la stabilità monetaria. In altre parole, il modello di crescita basato sulla spesa pubblica, efficace negli anni 2000, sta mostrando i suoi limiti, con l’occupazione orientata verso settori a basso valore aggiunto. Di conseguenza, la trasformazione economica richiede maggiore produttività, una riallocazione dell’occupazione verso settori a più alto valore aggiunto e politiche mirate per stimolare il settore privato e le competenze dei lavoratori.

 

I rapporti con l’Italia

 Secondo l’ISTAT, l’interscambio Italia-Algeria nel 2024 è stato pari a 13,95 miliardi di euro: 11,05 miliardi di importazioni e 2,9 miliardi di esportazioni. Il gas naturale ha costituito la quasi totalità delle importazioni dell’Italia, che al contrario ha esportato principalmente macchinari, prodotti petroliferi raffinati, prodotti chimici e siderurgici. La tendenza per il 2025 è di un aumento dell’interscambio.

La presenza italiana è tradizionalmente legata ai grandi player del settore degli idrocarburi, dei lavori pubblici e della difesa. Tuttavia, sottolinea ancora ICE, le Autorità di Governo algerine al fine di diversificare l’economia puntano a coinvolgere anche le piccole e medie imprese italiane – considerate un modello – in settori come l’agricoltura, l’energia da fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, l’agroindustria, la farmaceutica, la meccanica, l’industria automobilistica.

Oltre all’estensione geografica, alla vicinanza, a una popolazione giovane di circa 47 milioni di abitanti e agli eccellenti rapporti bilaterali, l’Algeria ha alcuni elementi ulteriori di forte attrazione: i bassi costi dell’energia e delle materie prime che possono essere un vantaggio per la siderurgia, la meccanica, la metallurgia e la lavorazione della plastica; la spinta politica a diversificare; la presenza di un capitale umano specializzato con 115 istituti di livello universitario, 13 centri e 6 agenzie di ricerca; la vicinanza ai mercati dell’Africa subsahariana. Inoltre l’Algeria è uno dei Paesi prioritari sia del Piano Mattei, messo a punto dal Governo italiano per rafforzare le partnership con il continente africano, che del Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale, presentato lo scorso marzo dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani come strategia italiana per la diversificazione dei mercati di sbocco.

 

Settori produttivi e prospettive di sviluppo

Il settore agricolo è un pilastro dell’economia nazionale, con una lunga tradizione e un’importanza strategica per la sicurezza alimentare e offre già oggi molte opportunità di sviluppo e di investimento. Sebbene ci siano sfide significative, le iniziative governative, gli investimenti in tecnologia e infrastrutture e le opportunità di partenariato internazionale, possono agire da elementi trasformatori migliorando la produttività, la sostenibilità e la qualità della vita degli agricoltori e degli allevatori.

Il Governo ha messo a punto progetti per sviluppare l’agricoltura anche in aree semidesertiche e in zone montane, migliorando l’elettrificazione, estendendo le aree irrigue e la base logistica.

Strategico, per il Governo algerino, è anche lo sviluppo dell’industria agroalimentare che è la seconda industria del Paese dopo quella degli idrocarburi. Il settore avrebbe la possibilità di evolversi più rapidamente se il suo sistema di distribuzione fosse più sviluppato. L’obiettivo primario dell’Algeria – scrive ICE – è oggi quello di sviluppare la produzione locale per migliorare il tasso di autosufficienza nella produzione di prodotti di largo consumo. Un obiettivo secondario, a fronte del soddisfacimento degli standard internazionali, sarà quello di aumentare l’export. Esaminando il comparto i tre settori trainanti sono i prodotti cerealicoli, l’industria lattiero-casearia e le bevande.

Sul fronte dell’edilizia e dei materiali da costruzione, occorre sottolineare che la maggior parte degli appalti pubblici è riservata alle imprese locali. Tuttavia i committenti possono ricorrere a esecutori internazionali, in particolare per i grandi progetti. Inoltre, nonostante gli sforzi, l’offerta locale di macchine e apparecchiature per i cantieri resta insufficiente e ciò apre di conseguenza prospettive per le imprese italiane.

Spostandosi sulle tecnologie, l’automotive è oggi tra le priorità del Governo algerino che vuole portare il tasso di integrazione al 40% in cinque anni. Ma spazi importanti sono presenti anche nelle tecnologie per l’imballaggio e nelle tecnologie per la stampa.

Altri due campi in cui l’Italia può dare un suo contributo significativo sono infine l’industria siderurgica/metallurgica e le energie rinnovabili. In quest’ultimo caso, l’Algeria ha un potenziale solare tra i più importanti al mondo e si è dotata di una strategia nazionale che prevede la produzione di 15.000 megawatt (MW) di energia entro il 2035.

 

Italia-Algeria, un vertice per ampliare gli orizzonti di collaborazione

 L’impegno a ritrovarsi nel 2027 ad Algeri per quello che sarà il Sesto Vertice intergovernativo bilaterale ha suggellato una dichiarazione congiunta di trenta punti con cui si è concluso lo scorso 23 luglio a Roma il Quinto Vertice tra Italia e Algeria. Una giornata di incontri ai massimi livelli, accompagnata da un Forum imprenditoriale che ha visto la partecipazione di 500 delegati – rappresentanti di imprese e di istituzioni dei due Paesi – e la firma di una trentina di accordi di vario tipo.

 

Numeri importanti

 I numeri indicati all’Hotel Parco dei Principi di Roma li hanno forniti il Ministro degli Affari Esteri e Vice Presidente del Consiglio, Antonio Tajani, e il suo collega algerino, Ahmed Attaf: 14 miliardi di euro di interscambio, una presenza imprenditoriale italiana in Algeria in crescita (tra le 150 e le 200 imprese) e una dimensione di partenariato che poggia ancora fortemente sugli idrocarburi (le forniture algerine coprono il 40% del fabbisogno italiano) ma che sta cercando nuove strade, in linea con il processo di diversificazione economica in atto in Algeria e al quale l’Italia può contribuire fornendo competenze, know-how, macchinari. Così, se i numeri dell’export italiano (quasi 3 miliardi di euro nel 2024) non sono ancora significativi in valori assoluti, la loro rilevanza cresce se rapportata al contesto africano e se si analizzano i trend in dettaglio, come ha sottolineato il presidente di Agenzia ICE, Matteo Zoppas: nel 2024 l’export dell’Italia verso l’Algeria è aumentato del 2,7%, mentre nella prima parte del 2025 questa percentuale ha superato il 5%. Ma – e questo è il dato ancora più interessante – aumenti a doppia cifra (oltre il 20%) hanno fatto segnare l’export di macchine per impieghi generali e l’export di altre macchine per impieghi speciali.

Di certo, anche alla luce di contesti internazionali complessi, quello tra Algeria e Italia – hanno sottolineato le parti – è un rapporto che si spinge oltre le semplici relazioni commerciali e punta a elevarsi a partenariato economico, indicando una precisa dimensione politica che schiaccia l’occhio alla comune collocazione geografica. “L’Algeria è un Paese fondamentale, un partner strategico. È il nostro primo partner nel Mediterraneo. Insieme lavoriamo per la stabilità, la pace nel Mediterraneo, la crescita e il benessere dei nostri popoli. Questa è un’occasione preziosa per ampliare e diversificare la nostra partnership, per renderla più forte”, ha detto Tajani, aggiungendo: “Dobbiamo garantire stabilità e pace nell’area cruciale del Mediterraneo, affinché sia un mare di commercio e prosperità, non di morte, non un cimitero di migranti”.

 

I punti salienti del vertice

 La relazione tra Italia ed Algeria prova dunque ad allargarsi oltre gli sperimentati lidi energetici, nel tentativo di dare una duplice risposta: da una parte all’Algeria, che vuole ampliare la propria composizione economica e può ricavare un vantaggio dal know-how e dai prodotti del Made in Italy (i macchinari in particolare); dall’altra parte all’Italia, che insegue l’obiettivo di arrivare a quota 700 miliardi di euro in valore di export entro la fine del 2027 e che, limitatamente all’Algeria, intende andare oltre la soglia dei 3 miliardi.

Uno dei concetti più volte emersi nel corso del vertice è stato quello di partenariato win-win: Italia e Algeria sono due Paesi dalla storia comune, che insistono nello stesso spazio geografico e che per questo hanno diversi interessi condivisibili, ma allo stesso tempo sono anche due Paesi differenti e questo consente alle rispettive economie di poter crescere insieme. Le ambizioni dell’Algeria (che ha l’Italia come suo terzo fornitore e come primo cliente) risiedono nella consapevolezza che la ricchezza su cui finora si è poggiata deve essere utilizzata per cambiare rotta e impostarne una che sia sostenibile nel tempo, resiliente e capace di valorizzare un mercato interno e risorse finora lasciate in secondo piano. Si è parlato di energia – l’Eni era presente così come erano presenti i rappresentanti di Sonatrach – ma anche di infrastrutture energetiche (Medlink), idrogeno verde (South H2 Corridor) e rinnovabili. Si è parlato di agricoltura, con il progetto di Bonifiche Ferraresi su 36 mila ettari di terra semidesertica, ma anche di trasformazione agroalimentare e di formazione. Anzi, quello della formazione è stato un tema trasversale, toccato a più riprese: nell’ambito del Piano Mattei, è stato firmato un memorandum d’intesa per la creazione di un centro italo-algerino, il Centro Enrico Mattei, a Sidi Bel Abbes, per la formazione, l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo nel settore agricolo con una dimensione regionale (non limitata quindi alla sola Algeria). L’Algeria è inoltre uno dei Paesi target del Piano d’azione per l’export italiano nei Paesi extra-UE ad alto potenziale, a riprova dell’importanza del partenariato bilaterale, anche in ottica futura.

Entrambe le parti hanno sottolineato l’importanza delle relazioni culturali, della comune radice mediterranea, e in tale contesto hanno accolto la firma di un accordo nel campo della coproduzione cinematografica.

Nella Dichiarazione congiunta ampio spazio è stato dedicato alle questioni regionali e alla sicurezza. “A fronte di relazioni mai così solide – ha detto la premier Giorgia Meloni – c’è l’obiettivo di esplorare nuovi campi di collaborazione e di battere nuove strade” mettendo a disposizione gli strumenti del Sistema Paese. Parole raccolte dal presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, che ha parlato di “diverse opportunità” su cui i due Paesi possono allargare il partenariato e ha elencato i settori in cui vede la possibilità di una maggiore presenza italiana: rinnovabili, farmaceutico, agro-trasformazione, infrastrutture, minerario, turismo, servizi finanziari.

 

Intervista all’Ambasciatore d’Italia in Algeria Alberto Cutillo

 Oltre agli idrocarburi, secondo Lei, con quali settori l’Italia potrebbe ulteriormente rafforzare le proprie relazioni economiche e commerciali con l’Algeria? Può presentarci alcune iniziative italiane che verranno attuate in Algeria nell’ambito del Piano Mattei?

L’Algeria è un Paese che sta investendo molto per diversificare la sua economia e attrarre nuovi investimenti. L’energia rimane certamente l’ambito che caratterizza maggiormente le nostre relazioni commerciali. Ma oltre agli idrocarburi, la nostra collaborazione energetica va ampliandosi in altre direzioni, dall’estrazione di fosfati fino alle energie rinnovabili, passando per le infrastrutture energetiche. Penso al SoutH2 Corridor per il trasporto di idrogeno verde dal Nord Africa all’Europa e al Medlink, un progetto di cavo sottomarino che trasporterà energia rinnovabile verso l’Europa. Oltre alle infrastrutture energetiche, un ruolo chiave in futuro giocheranno le infrastrutture digitali. Anche in tale ambito vi è un interesse condiviso dei nostri Paesi per lo sviluppo di un nuovo cavo sottomarino di connettività digitale, annunciato da Sparkle e Algerie Telecom in occasione del Forum imprenditoriale Italia Algeria, tenutosi a Roma lo scorso 23 luglio a margine del Quinto Vertice bilaterale.
Proprio in tale occasione, sono state firmate circa trenta intese tra imprese italiane e algerine che testimoniano l’interesse concreto e reciproco ad ampliare le relazioni industriali e commerciali.
Tra i settori prioritari su cui puntare vi è l’industria avanzata, a partire dall’automotive, la farmaceutica, l’industria della difesa, i trasporti, l’innovazione tecnologica e, soprattutto, l’agroindustria, classificata come prioritaria e strategica dal Governo algerino. L’obiettivo primario dell’Algeria oggi è quello di sviluppare la produzione locale per migliorare il tasso di autosufficienza nei prodotti di largo consumo. Il Paese è, pertanto, alla ricerca di partner più che di esportatori e le PMI italiane, apportando esperienza, competenze e tecnologie, rappresentano i partner ideali per sostenere tale processo. Risulta, tuttavia, fondamentale conoscere bene il quadro normativo e valutare il business climate di ciascun settore al fine di meglio valutare ogni decisione di investimento.

Agricoltura e formazione professionale sono al centro degli interventi previsti dal Piano Mattei per l’Africa, di cui l’Algeria costituisce un “Paese pilota”. Tra questi, rivestono particolare rilevanza il progetto sulla sicurezza alimentare che prevede il recupero all’agricoltura di vaste aree desertiche nel Sud dell’Algeria, gestito da Bonifiche Ferraresi, per la produzione di cereali e legumi, e la creazione a Sidi Bel Abbes di un grande Polo di formazione professionale nel settore agricolo e agroindustriale, dedicato alla memoria di Enrico Mattei, che ambisce a diventare un punto di riferimento non solo in Algeria ma per l’area del Sahel e per l’Africa nel suo complesso.

 

Quali sono i settori più promettenti in Algeria per le imprese estere, anche alla luce dei programmi del Governo o della legislazione locale? Sono in corso o in preparazione piani e progetti di interesse nel Paese?

Tra i settori più promettenti per le imprese estere in Algeria bisogna citare sicuramente quello automobilistico. L’attrazione degli investimenti esteri e l’aumento del tasso di integrazione locale rappresentano un obiettivo chiaro delle Autorità per rafforzare l’industrializzazione del Paese e lo sviluppo della filiera. Alcuni degli stabilimenti già esistenti dovrebbero raggiungere tassi di integrazione del 40% entro cinque anni. In tale quadro si inserisce l’attività di Stellantis che, nel dicembre 2023, ha inaugurato un impianto di produzione a Tafraoui (vicino Orano), con l’obiettivo di produrre annualmente 90.000 unità entro il 2026 e di raggiungere un tasso di integrazione locale del 35%. Oltre a sviluppare la subfornitura della componentistica auto, in particolare la produzione di parti in plastica, un’attenzione particolare viene rivolta alla fornitura di pezzi di ricambio, con la possibilità interessanti anche per i produttori tali componenti.

Prospettive importanti emergono anche nel settore della siderurgia e metallurgia. L’Algeria risulta essere, infatti, tra i principali produttori di ferro tra i Paesi arabi. Di qui la necessità di reperire attrezzature di produzione, tecnologie per la lavorazione dei metalli, attrezzature per il trattamento dei rifiuti, sistemi di automazione e robotizzazione, manutenzione e ricambi.

Un altro settore che richiede profondi aggiornamenti tecnologici, a fronte di una ricchezza di materie prime, è il settore del marmo e delle pietre ornamentali. In tale ambito è stata siglata un’importante intesa tra Agenzia ICE e Sonarem Ettakwine, principale società algerina per le attività di formazione nel settore estrattivo e filiale del gruppo minerario statale Sonarem. L’intesa prevede la costituzione di un Centro Italo-Algerino di formazione tecnologica nel settore del marmo e delle pietre ornamentali in Algeria. Tale Centro sarà dotato di macchinari italiani di ultima generazione e vedrà da parte di ICE il coordinamento di tutte le attività di formazione tecnica per il trasferimento di competenze e know-how alle maestranze locali.

Importanti prospettive di sviluppo, come già anticipato, si profilano nel settore agricolo e agroalimentare, dove l’Algeria mira a raggiungere l’autosufficienza, riducendo le importazioni di numerosi prodotti. Le principali filiere (prodotti cerealicoli, prodotti lattiero – caseari e bevande) dipendono tuttavia per il 75% dalle importazioni di attrezzature e di materie prime. La volontà delle Autorità locali di sostituire le importazioni con la produzione locale induce l’offerta straniera ad orientarsi dalla mera esportazione alla realizzazione in loco, mediante la creazione di joint venture che si avvalgono di attrezzature per la produzione e trasformazione del latte, della carne e dei prodotti ortofrutticoli di manifattura straniera.

Tra i settori strategici una menzione particolare merita quello delle energie rinnovabili. L’Algeria ha infatti un potenziale solare tra i più importanti del bacino del Mediterraneo. L’attuazione della strategia nazionale per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica ha come obiettivo il raggiungimento di una capacità di produzione di 15.000 megawatt entro il 2035. Inoltre, in base al piano nazionale per la produzione di idrogeno verde, l’Algeria prevede di investire da 20 a 25 miliardi di dollari per la produzione di idrogeno verde, con l’obiettivo di divenire un riferimento a livello regionale e internazionale. In tema sostenibilità ambientale, interessanti prospettive si profilano in materia di gestione dei rifiuti, ambito in cui si registrano forti criticità e nel quale l’expertise straniera è attualmente richiesta.

 

Ci può fare un quadro dell’attuale presenza italiana (soprattutto delle imprese) in Algeria? Ha osservato un’evoluzione di questa presenza nel corso degli anni?

Sono presenti in Algeria circa 200 imprese italiane. Lo stock complessivo di IDE italiani in Algeria nel 2024 ammontava a circa 8,6 miliardi di euro. La presenza italiana più consistente si registra ovviamente nel settore energetico, dove le nostre aziende contribuiscono da decenni allo sviluppo di progetti chiave per l’Algeria, garantendo sviluppo, lavoro e crescita economica.

Le nostre imprese sono protagoniste anche in altri settori, tra cui quello delle infrastrutture e dei trasporti con la realizzazione di opere di primo piano in tutto il Paese, nel settore dell’industria della difesa, ove vi è l’interesse a sviluppare collaborazioni industriali che, secondo le richieste della controparte, prevedano trasferimenti di tecnologia, e nel settore dell’automotive che, come già evidenziato, costituisce uno dei settori strategici per il Paese e per le nostre imprese.

Abbiamo osservato un’evoluzione della presenza italiana nel corso degli anni, così come anche un interesse crescente da parte delle nostre aziende, interessate a sostenere i progetti del Governo algerino per rafforzare e diversificare l’industria nazionale, come nel settore dell’agro-industria, della farmaceutica, della manifattura e delle nuove tecnologie.

 

Ci sono settori in particolare nei quali osserva una forte domanda del Made in Italy in Algeria?

La richiesta della nostra expertise si distribuisce su molti settori industriali con l’aspettativa, come già accennato, di creare partnership e investimenti congiunti per espandere l’industria nazionale. Il trasferimento di conoscenze e di expertise, oltre all’investimento economico, rappresentano oggi i fattori determinanti nella scelta di un partner industriale in Algeria. L’attrattività del nostro Paese è determinata anche dalla somiglianza nella composizione del tessuto imprenditoriale: in Italia come in Algeria prevalgono le piccole e medie imprese, che sono di fatto i principali attori economici e svolgono un ruolo determinante nella realtà algerina.

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