“It is certainly impossible to stand by impotently; something different needs to be done”, Minister Giulio Terzi commented on the latest Russia-China UN Security Council veto on the Syrian crisis, suggesting that an “urgent meeting” of the Friends of Syria be called. At the end of a meeting at the foreign ministry in Rome with President of the Syrian National Council Abdulbaset Sieda, Terzi underscored how the group, which “by now includes more than 100 countries” could work “on a political plan for putting more pressure on the regime” and on how “to encourage truly firm support for sorely needed humanitarian initiatives”, the minister explained, recalling that “the aid fund decided in previous meetings is still lacking in reasonable resources”.
Going back to the Russia-China Security Council veto, Terzi added, “the major concern is that what happened a few hours ago in the Council will give the regime the impression that it can rely on the support of some of the permanent members” and that it “its hands are free to perpetrate even more horrifying violence”. Terzi revealed a “shocking coincidence between the increase in repression in Syria and the paralysis in the adoption of measures and decisions on the question”, adding that, thus far, of the Syrian population “2 million have been internally displaced, 20,000 killed, 70,000 wounded, 170,000 arrested and 70,000 are missing”.
Il presidente del CNS Sieda ha affermato che “le regole Onu sono superate, perché risalgono alla seconda guerra mondiale e non rispettano le esigenze dei giorni nostri”. Quindi, ha chiesto agli ‘amici della Siria’ “di intervenire e di parlare con una sola voce al regime siriano che viola i diritti del popolo siriano”.
Sieda ha poi sottolineato che gli “attacchi a Damasco ribadiscono che il regime vive i suoi ultimi giorni e si gretola dall’interno”, con continue defezioni, ed ha assicurato che “nella Siria del futuro non ci sarà setta, gruppo o individuo che avrà paura”. All’interno del principale gruppo di opposizione siriana, infatti, è in corso un processo di “ristrutturazione che ponga le basi per l’accesso ai rappresentanti della società civile e agli altri gruppi dell’opposizione”. Sieda ha quindi ribadito il ‘valore’ della pluralismo, ricordando che il cristianesimo “é parte della nostra cultura, é nato nella grande Siria e la lingua di Gesù è tutt’ora parlata in due nostri villaggi”. “La nuova Siria – ha rimarcato – sarà di tutti i siriani”.
