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Dettaglio intervento

(fa fede solo il discorso effettivamente pronunciato)


La presentazione del rapporto ANCE alla Farnesina ha assunto, come hanno sottolineato in molti, la connotazione di un appuntamento ormai tradizionale – è la quinta volta che ci onoriamo di ospitarlo.


Anche alla luce degli interventi che mi hanno preceduto, in particolare quelli del Ministro Terzi e del Presidente Buzzetti, mi sembra che oggi, in questa sala, si siano confermate due certezze.


La prima è che il core business della Farnesina investe sempre di più la promozione del sistema economico italiano all’estero. L’azione della nostra rete diplomatica-consolare è sempre più orientata verso la diplomazia economica, nella consapevolezza che la capacità di creare una capillare rete di relazioni nei Paesi di accreditamento costituisce un asset formidabile per le nostre imprese che vogliono inserirsi nei mercati. In Italia, la co-presidenza della Cabina di Regia, la presenza nel Gruppo di Lavoro sugli investimenti esteri e nel consiglio di amministrazione della nuova Agenzia ICE sono solo alcuni degli strumenti che assicurano alla Farnesina la possibilità di contribuire a determinare le strategie in materia di internazionalizzazione del Sistema Paese.


La seconda certezza è l’importanza della dimensione estera per il settore delle costruzioni e dell’ingegneria civile. Pur tenendo conto che si tratta di statistiche estrapolate da un campione di quaranta aziende, in prevalenza medio-grandi, i dati indicano che il comparto estero è ormai diventato una componente rilevante – talvolta la principale componente – del fatturato, quanto meno per quanto riguarda le aziende cosiddette “globali”. Non solo, le statistiche mostrano anche che il fatturato estero delle imprese di costruzioni è negli ultimi anni aumentato in maniera esponenziale, garantendo una crescita del settore anche in una fase di grave contrazione del mercato interno, che si conferma invece fattore di debolezza.


In questo quadro, una stretta collaborazione tra le imprese associate ad ANCE e la Farnesina diventa, più che un’opportunità, una scelta obbligata. Devo però dire che, obbligata o meno, i risultati di questa collaborazione mi sembrano più che incoraggianti.


È sempre difficile quantificare i risultati delle missioni imprenditoriali, ma a giudicare dalle opinioni espresse dagli stessi imprenditori che vi hanno preso parte – ad esempio alla missione congiunta del maggio scorso in Colombia o a quella in Cile di una settimana fa – si tratta di iniziative che hanno una loro utilità. Le aziende apprezzano soprattutto la possibilità di avere accesso diretto alle autorità, accesso non sempre assicurato alle aziende che si muovono da sole, e la disponibilità delle istituzionali locali a fornire, nel quadro di seminari e incontri organizzati per l’occasione, chiarimenti e indicazioni sul quadro normativo, regolamentare e congiunturale entro il quale muoversi.


Al di là delle missioni congiunte, credo sia giusto e opportuno sottolineare anche l’importanza del lavoro svolto dai nostri uffici all’estero, l’assistenza fornita giorno per giorno dalla nostra rete diplomatica alle imprese italiane che partecipano a gare e appalti. E’ un’attività spesso sottovalutata e che invece merita il giusto rilievo.


Ci sono, naturalmente, ampi margini per una collaborazione ancora più stretta e simbiotica tra MAE e ANCE. Dobbiamo quindi chiederci in quali aree e settori questa partnership strategica può spiegare più efficacemente i propri effetti.


In primo luogo nei mercati emergenti, e con questi non intendo necessariamente i BRIC, le cui economie attraversano una fase di minore dinamismo, ma Paesi più piccoli con grandi potenzialità. Senza avventurarsi nella giungla delle sigle – CIVETs, N11 etc. – mi riferisco in generale a Paesi che presentano alti tassi di crescita e si caratterizzano per la presenza di una nuova classe media benestante, con una forte domanda di opere infrastrutturali, come porti, aeroporti ponti, autostrade, interconnessioni elettriche, gasdotti, centrali.


I dati del rapporto mostrano che in America Latina si concentra il 32% delle commesse in corso e confermano che la scelta di avviare un’intesa azione diplomatica in quel continente, compiuta sulla base delle indicazioni fornite dalle nostre Ambasciate e dalle associazioni imprenditoriali, si è rivelata corretta. A parte le due missioni già citate, ho personalmente compiuto due visite in Argentina, una in Messico e una in Brasile, e stiamo preparando, proprio insieme all’ANCE, una missione in Peru ad inizio dicembre. Se ce ne sarà il tempo, si cercherà di compiere una visita a Panama. Di questi Paesi, solo il Brasile appartiene al gruppo dei BRIC.


Ragionamento analogo vale per l’Africa, che fa registrare anch’essa alti tassi di crescita: Algeria, Sud Africa, Etiopia, Mozambico, Angola. In alcuni di questi Paesi è già andato il Ministro Terzi, accompagnato da una qualificata rappresentanza imprenditoriale, ed altri missioni sono in fase di organizzazione.


Più in generale, la Farnesina può fornire un insostituibile valore aggiunto nel favorire la presenza delle imprese italiane in quei Paesi in cui la presenza dello Stato nelle decisioni economiche è preponderante, quali le economie del Golfo, la Russia e la Cina, così come nella maggior parte dei Paesi asiatici. E’ soprattutto in questi casi che un’azione diplomatica diretta a sostenere le imprese italiane in commesse o grandi lavori può risultare decisiva ai fini dell’assegnazione delle opere, come molti di voi hanno avuto modo di verificare in prima persona.


Infine, non bisogna dimenticare i nostri partner tradizionali, che rappresentano ancora, malgrado la “carica” degli emergenti, una fetta rilevante del mercato. Anche in questo caso la collaborazione tra MAE e ANCE è suscettibile di produrre buoni risultati, perché la fitta rete di rapporti di cui disponiamo accresce la possibilità che le imprese italiane possano vedersi assegnare lavori di grande importanza, non solo economica ma talvolta anche simbolica: le fondamenta del nuovo World Trade Center a New York sono state poste proprio da una vostra associata (ndr: il Gruppo Trevi).


Ad una progressiva espansione in nuove aree del mondo, si accompagna un’evoluzione nei settori in cui le imprese italiane sono presenti nei cinque Continenti. Dal rapporto ANCE emerge, infatti, che il nuovo business delle imprese di costruzioni si sta spostando sempre più verso i grandi progetti infrastrutturali, anche in joint ventures con imprese straniere, e verso il settore minerario, in cui le nostre aziende sono in grado di realizzare impianti e fornire attrezzature specializzate ai colossi del comparto in quei Paesi che dispongono di grandi giacimenti, come ad esempio il Cile e l’Australia. A questo proposito vorrei dire che mi spiace molto di non poter partecipare, per ragioni di agenda, alla missione che proprio in Australia l’ANCE si appresta ad effettuare a fine novembre. In compenso saremo insieme in Peru la settimana successiva.



Mi viene in mente un altro settore di attività che offre margini di crescita: la green economy, e più in particolare le energie rinnovabili; le nostre aziende possono vantare il possesso di una tecnologia avanzata e una notevole expertise nella realizzazione degli impianti, soprattutto in aree come il Sud America o i Balcani. Si tratta, per definizione, di una sfera di attività che è fortemente dipendente dal quadro normativo e che vede dunque le nostre strutture impegnate ad assicurare condizioni favorevoli per i nostri operatori, attraverso negoziati non sempre facili con i governi locali.

Vorrei concludere osservando che questa fruttuosa e positiva collaborazione tra Farnesina e ANCE, sicuramente una best practice nei rapporti del Ministero con i rappresentanti del sistema produttivo italiano, è favorita e potenziata dal distacco di un funzionario diplomatico presso l’associazione di categoria (ndr: il Ministro Massimo Rustico), che rende senza dubbio più semplice per le nostre strutture comprendere il linguaggio degli operatori economici e aiutarli nelle specifiche istanze che possono emergere. Ci sono quindi tutte le basi per affinare e rendere ancora più efficace la nostra attività congiunta, anche in un’ottica di lungo periodo che vada oltre l’orizzonte immediato di questo governo.

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