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Minister Terzi’s speech at the opening of the Ministerial Meeting

(fa fede solo il discorso effettivamente pronunciato)




Segretario di Stato Gonzalo de Benito Secades,


Ministri,


Eccellenze,


Delegati,


Desidero darvi nuovamente il mio benvenuto a Roma. La vostra partecipazione a questa Riunione, organizzata da Spagna e Italia, è una concreta testimonianza del vostro impegno e attaccamento alla diplomazia multilaterale e al Sistema delle Nazioni Unite in particolare. Per la terza volta, dopo le Conferenze ministeriali del 2009 e del 2011, abbiamo riunito a Roma rappresentanti di Paesi provenienti dalle diverse aree del mondo per stimolare una riflessione congiunta sulle prospettive e sulle criticità del processo di riforma del Consiglio di Sicurezza, nella consapevolezza che l’Assemblea Generale rimane l’unico legittimo foro di decisione su tale importante questione. La riforma del Consiglio di Sicurezza è un tema di assoluta rilevanza, che mette in gioco la credibilità di un’Organizzazione – l’ONU – che credo, senza retorica, possa essere definita una delle più importanti realizzazioni del Ventesimo Secolo. E’ grazie a questa Organizzazione, infatti, che a partire dal secondo dopoguerra sono stati compiuti importanti progressi sul piano internazionale ed è stato definito un quadro normativo su questioni fondamentali quali, ad esempio, la tutela dei diritti umani, l’affermazione dello stato di diritto e la promozione di uno sviluppo sostenibile. Ed è sempre grazie al lavoro compiuto in ambito ONU che si è affermato un principio basilare del diritto umanitario, quello della responsabilità degli Stati e della comunità internazionale di proteggere le popolazioni civili vittime di gravi, persistenti e sistematiche violazioni dei diritti umani. L’Italia ha sempre svolto un ruolo di primo piano in questo impegno comune teso a fare prevalere i principi di umanità e di legalità: penso alla nostra azione su temi quali l’abolizione della pena di morte, la libertà religiosa o la creazione e il rafforzamento delle giurisdizioni internazionali, come dimostrato nel 1998 quando Roma ospitò la Conferenza istitutiva della Corte Penale Internazionale. Nel corso degli anni l’ONU ha dimostrato, inoltre, di saper agire con efficacia come garante di pace e stabilità. Il successo della missione a Timor Est, la missione nel sud del Libano, il sostegno al completamento della transizione in Somalia sono solo alcuni esempi recenti in cui l’azione delle Nazione Unite ha contributo a ripristinare sicurezza, legalità istituzionale e stabilità. La cornice di legalità assicurata dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e il particolare impegno profuso per il raggiungimento di un ampio consenso hanno permesso alla comunità internazionale di intervenire in Mali per far fronte alla minaccia del terrorismo e del crimine organizzato, con contributi forniti da tutti i principali stakeholders e organizzazioni regionali. Allo stesso tempo, rileviamo con preoccupazione come l’immobilismo del Consiglio di Sicurezza di fronte alla drammaticità della crisi siriana e ai suoi tragici risvolti umanitari comporti un elevato costo politico per l’Organizzazione, in termini di credibilità e capacità di assolvere in maniera efficace al proprio mandato. Un costo politico che rischia di offuscare, presso l’opinione pubblica, l’immenso contributo che le Nazioni Unite hanno fornito, nel corso degli anni, alla promozione dei diritti fondamentali dell’uomo, della dignità e del valore della persona umana e al progresso economico e sociale di tutti i popoli.

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