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L’Ambsciatore a Delhi: subito passi importanti

Giacomo Sanfelice di Monteforte, 65 anni, ambasciatore a New Delhi da poco più di due anni, non è più concentrato solamente sulle coste dello stato sud-occidentale del Kerala dove si trovano in carcere i due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Ora, con il sequestro dei due turisti italiani nello stato orientale dell’Orissa, si trova tra due fuochi. Ma, seppur al termine di una domenica difficile e faticosa, con (sicuramente) tanta voglia di riposarsi un po’, risponde al telefono con toni assolutamente sotto controllo.


Ambasciatore, da due a quattro sequestrati. Quale fronte la preoccupa di più: quello occidentale con i due marò o quello orientale con Paolo Bosusco e Claudio Colangelo?


«Io non assimilerei i due fatti. Si tratta di due vicende assolutamente distinte».


Però anche quello dei marò è un duplice sequestro?


«Stiamo parlando di quello che è successo in Orissa».


Non potrà però negare che al nostro console generale di Calcutta Joel Melchiori, incaricato di seguire il duplice sequestro in Orissa, sia capitato un primo ministro locale più disponibile e simpatico di quello capitato al sottosegretario Staffan de Mistura in Kerala?


«Probabilmente sì, sicuramente c’è collaborazione, anche se devo ribadire che i due contesti non sono assimilabili».


Lei stesso ha annunciato l’avvio di una trattativa con i maoisti che hanno rivendicato il rapimento dei nostri connazionali. È fiducioso che possa portare a una soluzione?


«Sì, lo sono. Innanzitutto perché questi gruppi di opposizione armata («terroristi» li definiscono le autorità locali e centrali indiane n.d.r) hanno sempre seguito e rispettato un modello di trattativa, cosa che ci è stata confermata dalle autorità dell’Orissa. Poi perché parlando con il chief minister Naveen Patnaik mi ha assicurato che l’offerta del governo ai maoisti di una pubblica trattativa è il passo fondamentale per avviare il dialogo. Ho la sensazione che ci sia davvero la volontà di un forte impegno da parte del governo locale e questo mi conforta».


E anche perché non ci sono, come per il Kerala, elezioni di mezzo?


«No, non ci sono elezioni».


Conferma che mai i maoisti avevano catturato degli stranieri?


«Sì, non era mai successo. Ci sono precedenti con funzionari di governo, conclusi positivamente».


Avete idea di dove possano essere stati portati Bosusco e Colangelo?


«No, non abbiamo avuto notizie».


Non crede che essendo in atto tra Italia e India la grave crisi per i due marò, New Delhi abbia particolarmente voglia di chiudere il più in fretta possibile questo duplice sequestro? E non crede che i maoisti abbiano scelto apposta due italiani con la speranza di poter ottenere, in questo particolare momento, qualcosa in più?


«Mi sembra una domanda un po’ troppo fantasiosa. Preferisco parlare di cose più concrete e poi le ribadisco che non ho alcuna intenzione di mischiare le due cose».


Ascoltando radio e tv indiane ha fatto caso se qualcuno, invece, ha accostato le due vicende?


«No, nessuno. La pensano come me».

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