L’Accordo di Partenariato Economico (EPA – Economic Partnership Agreement) UE-Giappone ha un’importante valore politico ed economico, in quanto rappresenta il primo accordo siglato con il secondo partner commerciale dell’UE in Asia, nonché quarta economia del mondo per PIL.
I negoziati per l’EPA UE-Giappone sono stati avviati nel 2013 e l’intesa politica è stata raggiunta a fine 2017, dopo 18 round negoziali.
L’accordo, ambizioso e di larga portata, è entrato in vigore il 1° febbraio 2019. Esso crea una zona commerciale aperta che, nel suo complesso, copre 635 milioni di persone e quasi un terzo del PIL totale del mondo. Favorisce il rafforzamento del legame tra i due partner, attraverso un maggiore accesso ai rispettivi mercati per merci, servizi e appalti pubblici, l’eliminazione delle barriere non tariffarie (BNT), la tutela delle indicazioni geografiche e dei diritti di proprietà intellettuale, la protezione degli standard dell’UE, l’armonizzazione normativa tra le due economie.
La materia della protezione degli investimenti, la cui base giuridica è mista, è fuori dall’Accordo EPA, inserita in un altro accordo ancora da concludere.
E’ prevista una liberalizzazione del 99% delle linee tariffarie UE (corrispondente al 75% delle importazioni) e del 97% di quelle del Giappone (corrispondente al 91% delle importazioni dall’UE).
Tale asimmetria viene compensata dalla maggiore apertura giapponese sulle misure non tariffarie: è stata, infatti, eliminata la maggior parte delle barriere (regolamenti, certificazioni o requisiti tecnici particolarmente onerosi) che ostacolavano in precedenza l’esportazione dei prodotti europei verso il Paese del Sol levante.
L’EPA offre, in particolare, grandi opportunità per l’export di merci italiane in settori come quello dei prodotti agroalimentari, dei veicoli a motore, dei prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici.
L’agroalimentare è il settore in cui l’Italia beneficia maggiormente dell’accordo.
Un buon risultato è stato raggiunto, in particolare, nel settore vitivinicolo: gli alcolici, che avevano un dazio del 15% sono stati liberalizzati dall’entrata in vigore dell’accordo.
Sono previsti contingenti tariffari annuali (TRQ) per alcune voci agricole dell’UE ritenute sensibili dai giapponesi, come ad es. grano e prodotti derivati, zucchero, burro, caffè e formaggi.
Pasta, cioccolato, biscotti e salsa di pomodoro arriveranno al dazio zero attraverso periodi di staging dai 10 ai 5 anni.
Un altro importante traguardo nel settore agroalimentare è stato il riconoscimento di 205 IIGG europee, che beneficeranno in Giappone dello stesso livello di tutela garantito nell’UE; di queste, 45 IIGG sono italiane (tra cui 26 vinicole).
Nei settori industriali è previsto l’azzeramento dei dazi con staging diversi a seconda dei prodotti: in particolare, 15 anni per le calzature, 10 anni per i prodotti in pelle, 7 anni per le auto, da 0 a 7 anni per le componenti auto.
Per gli esportatori dell’ UE l’abbattimento tariffario dovrebbe tradursi in un risparmio complessivo di circa 1 miliardo di euro l’anno di dazi risparmiati, con l’apertura di un mercato di 127 milioni di consumatori.
Infine, l’EPA UE-Giappone è il primo accordo che include uno specifico impegno sull’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
Maggiori informazioni sull’accordo
Contatti:
Ufficio IX DGUE
Politica commerciale comune
E-mail: dgue-09@esteri.it
Per informazioni relative all’attuazione dell’accordo e problemi di accesso al mercato:
Ufficio X DG UE
E-mail: dgue-10@esteri.it