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ICCROM – Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali

Pagina in aggiornamento

Il Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali (International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property) è noto dal 1971 come ICCROM, sigla nata dalla fusione delle due formule International Centre for Conservation e Centre of Rome.

L’ICCROM è un’organizzazione intergovernativa che promuove la conservazione e il restauro del patrimonio culturale in tutte le sue diverse espressioni e in tutte le regioni del mondo. Ne fanno parte 137 stati membri.

Il Centro nacque nel secondo dopoguerra, dall’esigenza di linee guida condivise nella ricostruzione postbellica e nella conservazione del patrimonio. Nel corso della nona sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO, tenutasi a New Delhi nel 1956, venne approvata una risoluzione che prevedeva la creazione di un centro internazionale per la conservazione e il restauro. In seguito a un accordo stipulato con il governo italiano nel 1957, il Centro fu istituito a Roma nel 1959. Questa ubicazione, non casuale, venne a comprovare l’eccellenza nazionale nel campo della conservazione e del restauro dei beni culturali, già attestata da vent’anni di attività dell’Istituto Centrale del Restauro (fondato a Roma nel 1939) e qualche anno dopo confermata dalla sottoscrizione a Venezia nel 1964 della Carta internazionale del Restauro, redatta dall’architetto Piero Gazzola, rappresentante italiano nel Consiglio ICCROM per quasi vent’anni, dal 1960 al 1978.

L’ICCROM svolge il ruolo di organo consultivo della Convenzione UNESCO sul Patrimonio mondiale (1972) e collabora strettamente anche con altre organizzazioni internazionali, università e istituti scientifici dei vari stati membri. Per l’Italia è di particolare rilievo la collaborazione con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.

L’operato dell’organizzazione si concentra nell’individuazione dei metodi più idonei per prevenire e contenere il più possibile il deterioramento del patrimonio, dovuto al lento decadimento o a cambiamenti rapidi o improvvisi prodotti dalle calamità naturali e dai conflitti armati. L’elaborazione di tali metodi e la diffusione dei medesimi su scala mondiale sono perseguite attraverso una vasta opera di formazione, informazione, ricerca, cooperazione e sensibilizzazione.

  • Formazione: l’ICCROM organizza corsi e attività di formazione professionale in tutto il mondo, mettendo a disposizione programmi didattici innovativi, strumenti e materiali all’avanguardia, formatori di comprovata competenza ed esperienza.
  • Informazione:il Centro possiede una delle biblioteche più ricche del mondo nel settore della conservazione e una vastissima collezione fotografica sul patrimonio culturale mondiale. Diffonde informazioni sulle proprie attività scientifiche e formative attraverso pubblicazioni, sito web e social media.
  • Ricerca: L’ICCROM indirizza i programmi di ricerca delle istituzioni impegnate nella conservazione e coordina la condivisione di conoscenze ed esperienze, fornendo occasioni di confronto interdisciplinare e ambienti di incontro stimolanti e collaborativi ai vari professionisti del settore del patrimonio.
  • Cooperazione: l’ICCROM offre consulenze tecniche e visite sul campo e promuove la cooperazione su scala interregionale e internazionale nei settori della conservazione e del restauro, anche sulla scorta della più ampia cooperazione tra i vari paesi sul piano diplomatico.
  • Sensibilizzazione: l’ICCROM si adopera per sensibilizzare organismi internazionali, governi e comunità alla conservazione e al restauro del patrimonio culturale; promuove un coinvolgimento sempre maggiore delle comunità nella gestione e nella conservazione del patrimonio, in linea con obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica; si impegna nel contribuire alla creazione di società più inclusive, stabili e giuste.

Negli ultimi anni è divenuto sempre più rilevante l’impegno della comunità internazionale sotto l’egida dell’UNESCO per la protezione del patrimonio culturale nei contesti di crisi dovuti a catastrofi naturali o conflitti armati e per la lotta al traffico illecito dei beni culturali, anche a seguito di alcune Risoluzioni approvate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (2199 e 2253 del 2015, 2347 del 2017). L’ICCROM partecipa a numerose iniziative intraprese in questo settore, come i programmi “ProCultHer” (Protecting Cultural Heritage from the consequences of disasters) e “First Aid to Cultural Heritage in times of conflict”.

I programmi dell’ICCROM risultano inoltre perfettamente coerenti con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, perseguiti con una particolare attenzione rivolta al continente africano.

Sede: Via di San Michele 13, 00153 Roma