Dal 23 giugno al 3 luglio 2025 Milano sarà sede delle Riunioni Consultive del Trattato Antartico (Antarctic Treaty Consultative Meetings – ATCM).
All’ATCM partecipano rappresentanti di tutti gli Stati firmatari del Trattato sull’Antartide, osservatori ed esperti invitati. Si svolge ogni anno “allo scopo di scambiare informazioni, consultarsi su questioni di interesse comune relative all’Antartide, e formulare, considerare e raccomandare ai propri governi misure a sostegno dei principi e degli obiettivi del Trattato” (Art. IX). Le riunioni sono ospitate ogni anno dagli Stati decisionali, le cosiddette “Parti Consultive”, che contano 29 dei 58 Stati firmatari. Ai membri è concesso lo status consultivo con una Decisione dell’ATCM, basata sul consenso degli Stati decisionali.
L’ATCM è dotato di un Segretariato permanente basato a Buenos Aires con il compito di supportare lo svolgimento della Riunione Consultiva annuale e di facilitare il raggiungimento degli obiettivi del Trattato. L’ATCM si struttura in un Comitato di Protezione Ambientale (Committee on Environmental Protection – CEP) ed in tre gruppi di lavoro, rispettivamente dedicati a: 1) questioni giuridiche ed istituzionali; 2) cooperazione scientifica; 3) turismo antartico.
Sia il CEP che i tre gruppi di lavoro sopra ricordati sottopongono alla Plenaria dell’ATCM le varie questioni da approvare. Fondamentale a tale riguardo è la regola del consensus, per cui l’unanimità è richiesta per l’approvazione.
L’ATCM opera attraverso tre tipi diversi di atti: le Misure, che contengono disposizioni intese ad essere legalmente vincolanti una volta approvate da tutte le Parti Consultive del Trattato, secondo i rispettivi principi interni; le Decisioni, operative dall’adozione o in momenti diversamente specificati; le Risoluzioni, aventi carattere esortativo.
Le riunioni dell’ATCM si svolgeranno nel 2025 presso la Fiera Milano Congressi (MI.CO.), uno dei più prestigiosi centri congressi in Italia ed in Europa, con ampi spazi a disposizione e diverse soluzioni operative per lo svolgimento di eventi congressuali.
Facilmente raggiungibile con i trasporti pubblici, Fiera Milano dispone di diverse possibili soluzioni alberghiere nelle immediate vicinanze. Per tutte le informazioni sulla sede e sulle sue caratteristiche rimandiamo al sito www.fieramilanocongressi.it
Firmato a Washington il 1 dicembre 1959 da dodici Stati (Argentina, Australia, Belgio, Cile, Francia, Giappone, Norvegia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Unione Sovietica, Regno Unito e Stati Uniti d’America), il Trattato Antartico ha lo scopo di assicurare l’uso pacifico dell’Antartide e la libertà di ricerca scientifica nel Continente. Nei decenni, diversi Stati hanno acceduto al Trattato che oggi conta 58 Stati Firmatari.
Al Trattato Antartico si sono aggiunti altri accordi internazionali sull’Antartide che formano oggi il “Sistema del Trattato Antartico”. Tali Accordi sono, in ordine cronologico: 1) Il Trattato sulla Conservazione delle Foche Antartiche, firmato a Londra nel 1972; 2) La Convenzione sulla Conservazione delle Risorse Marine Viventi dell’Antartide, firmata a Canberra nel 1980; 3) Il Protocollo sulla Protezione Ambientale, firmato a Madrid nel 1991, con sei Annessi. Di tali Accordi, la Convenzione di Canberra ha dato vita ad un Organismo Internazionale, la Commissione sulla Conservazione delle Risorse Marine Viventi dell’Antartide (Commission on Conservation of Antarctic Marine Living Resources – CCAMLR), con sede a Hobart, in Australia.
Il Protocollo Ambientale di Madrid ha messo al centro delle questioni antartiche le tematiche di protezione ambientale. Per una loro più esaustiva valutazione è stato creato il Comitato di Protezione Ambientale (Committee on Environmental Protection – CEP) che costituisce il principale organo sussidiario dell’ATCM, cui il CEP sottopone le varie misure da adottare in materia ambientale.
Pietra angolare del Sistema del Trattato Antartico è la trasparenza delle attività scientifiche che vengono condotte nel Continente. Tale principio è incorporato nell’Art. VII del Trattato di Washington che prevede che “Tutte le aree dell’Antartide, incluse tutte le basi scientifiche, installazioni ed equipaggiamenti all’interno di tali aree … dovranno essere aperte in ogni circostanza ad ispezioni “.
A settantacinque anni di distanza dalla firma del Trattato di Washington, il Sistema del Trattato Antartico costituisce un corpus di accordi che regola la cooperazione tra gli Stati in Antartide e rappresenta un caposaldo dell’odierno sistema di relazioni internazionali.
L’Italia ha firmato il Trattato per l’Antartide nel 1981 e nel 1987 ne è divenuta membro Consultivo. Nel 1985 è stato istituito il Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA) con il compito di promuovere e sostenere la ricerca nazionale in Antartide allo scopo di contribuire alla conoscenza del continente e di supportare il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) nella partecipazione alle attività del Sistema del Trattato Antartico.Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) è responsabile del PNRA e si avvale della Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide (CSNA) per definire gli obiettivi, le strategie e la programmazione delle ricerche. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è responsabile del coordinamento delle attività di ricerca scientifica in Antartide L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) si occupa dell’organizzazione tecnico-logistica della ricerca e cura la costruzione e manutenzione degli impianti e degli strumenti installati in Antartide. L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) è responsabile della gestione tecnico-scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi.
Due le stazioni italiane in Antartide: la Stazione estiva costiera “Mario Zucchelli” situata nell’area di Baia Terra Nova lungo la costa della Terra Vittoria settentrionale (74°42’ Sud e 164°07’ Est) e la Stazione Concordia – gestita insieme alla Francia – aperta ininterrottamente dal 2005 che è situata sul plateau antartico a 3.233 m di altitudine nel sito denominato Dome C (75°06’ Sud e 123°21’ Est). Recentemente, in prossimità della Stazione Zucchelli, è stata realizzata un’aviopista permanente su ghiaia che migliorerà notevolmente l’accesso all’area della Baia Terra Nova
Oltre a queste infrastrutture l’Italia dispone di 15 osservatori permanenti sismologici, geomagnetici, geodetici, terrestri, marini, atmosferici e astrofisici per il monitoraggio continuo di parametri fisici, chimici e biologici indispensabili per studi del sistema Terra, del Cosmo e dei cambiamenti di clima, ambiente ed ecosistemi. Le informazioni fornite dagli osservatori permanenti contribuiscono allo sforzo internazionale di monitoraggio dello stato del continente antartico e sono di supporto a numerose ricerche multidisciplinari.
Il PNRA è anche impegnato nel monitoraggio per Area Marina Protetta del mare di Ross, e delle Aree Antartiche Specialmente Protette ASPA 161 Terra Nov Bay Ross Sea; ASPA 165: Edmonson Point, Wood Bay Terra Nova Bay; ASPA 173: Cape Washington and Silverfish Bay (con US), ASPA 178: Inexpressible Island and Seaview Bay, Ross Sea (con Cina e Korea).
Le linee scientifiche prioritarie del PNRA riguardano: a) Interazioni Terra/Ghiaccio/Clima, b) vita in Antartide, c) Impatto antropico e contaminazione ambientale, d) Biomedicina e psicologia, e) Astronomia, astrofisica e space weather. A queste si aggiunge lo sviluppo di nuova tecnologia, in grado di trasformare la ricerca in Antartide estendendo le applicazioni al di fuori del continente e migliorando al tempo stesso la logistica di supporto alla scienza.
L’Italia come membro del Comitato Scientifico per la Ricerca Antartica (SCAR), collabora attivamente a numerosi programmi di ricerca internazionali condividendo conoscenze, competenze e risorse. I dati prodotti durante le campagne antartiche del PNRA vengono raccolti nel National Antarctic Data Center (NADC) seguendo le raccomandazioni formulate dallo Standing Committee Antarctic Data Management (SCADM) dello SCAR e sono resi disponibili alle comunità scientifiche nazionale ed internazionale.
L’apporto dell’Italia all’esplorazione di questo vasto e unico continente gelato e dei suoi mari rafforza il ruolo internazionale del nostro Paese come attore chiave negli studi polari e contribuisce all’impegno collettivo volto a conoscere, preservare e proteggere il nostro pianeta.