La regione del Sahel è di fatto la frontiera meridionale dell’Europa ed assume per l’Italia valore strategico sotto il profilo della sicurezza, della gestione del fenomeno migratorio e del contrasto ai traffici illeciti favoriti dal fragile tessuto, economico e istituzionale.
Nell’area saheliana, caratterizzata da precarietà socio-economica, vulnerabilità ambientale, frammentazione e difficoltà di funzionamento delle istituzioni nei territori periferici, si sono aggiunti ulteriori fattori di instabilità derivanti dai cambiamenti climatici, dalla crescita demografica, dalla pandemia e dall’estremismo jihadista.
Di concerto con l’UE, l’Italia assicura un crescente impegno a favore della stabilizzazione della regione, promuovendo un bilanciamento tra il contributo sul piano della sicurezza, del rafforzamento delle istituzioni e della Cooperazione allo Sviluppo. L’azione dell’Italia continua attraverso le attività della MISIN (missione militare di addestramento alle forze del Niger), con la partecipazione alle missioni dell’UE e promuove il ruolo di Organizzazioni Regionali come l’ECOWAS e l’Unione Africana.
In Africa occidentale sono evidenti le interconnessioni tra sostenibilità, pace, lotta al terrorismo, alla criminalità e ai traffici illeciti, sviluppo, progresso, flussi di migranti e rifugiati e cambiamenti climatici.
L’Italia è impegnata a indirizzare le risorse della cooperazione e gli investimenti privati verso i settori prioritari della formazione, dell’educazione, nonché verso la creazione di una rete di imprese locali. Inoltre è essenziale il dialogo sui diritti umani e la governance.