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Consiglio d’Europa

Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa

“È con grande soddisfazione che ho visto le idee che noi qui difendiamo percorrere molto cammino sulla via delle realizzazioni concrete. […] Io credo che tutti i paesi qui rappresentati siano ormai d’accordo sul principio che bisogna arrivare ad una forma d’integrazione europea”. Queste le parole pronunciate dall’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi nel 1953 all’Assemblea del Consiglio D’Europa.
Ispirandosi a queste parole, dopo quasi 70 anni e dopo oltre 20 anni dall’ultima volta, l’Italia ha assunto la Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che è iniziata il 17 novembre 2021 e si è conclusa il 20 maggio 2022.
E’ possibile approfondire il legame tra il nostro Paese e il Consiglio d’Europa attraverso la pubblicazione online “L’Italia e il Consiglio d’Europa”, curata dal Rappresentante permanente italiano presso il Consiglio d’Europa, Ambasciatore Michele Giacomelli.
La pubblicazione, arricchita da una prefazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da un’introduzione del Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, fornisce un’inedita ricostruzione del ruolo dell’Italia all’interno dell’Organizzazione e delle sette precedenti Presidenze italiane.

Riguardo agli esiti della Presidenza italiana, è altresì disponibile online la pubblicazione “Una presidenza memorabile”, sempre a cura del Rappresentante permanente italiano presso il Consiglio d’Europa.

 

IL CONSIGLIO D’EUROPA

Il Consiglio d’Europa, con sede al Palais de l’Europe di Strasburgo (Francia), è un’organizzazione intergovernativa istituita con il Trattato di Londra del 5 maggio 1949 da 10 Stati fondatori (Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Danimarca, Norvegia, Irlanda, Italia e Svezia) con l’obiettivo di favorire la creazione di uno spazio democratico e giuridico comune in Europa, garantendo il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto.

L’Organizzazione di Strasburgo ha oggi acquisito una dimensione paneuropea, comprendendo 46 Stati (tra gli stati europei la Bielorussia è rimasta esclusa, mentre a seguito della decisione presa dal Comitato dei Ministri il 16 marzo 2022, la Federazione russa non è più un membro del Consiglio d’Europa). Hanno status di osservatore la Santa Sede, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e il Messico.

Sulla base di questi valori, l’organizzazione ha progredito con successo nel conseguimento dei suoi obiettivi, la cui evoluzione si è sviluppata in parallelo al progresso tecnologico, scientifico, politico, sociale ed economico: ha risposto ai grandi cambiamenti nel panorama politico e sociale dell’Europa e fronteggiato l’emergere di nuove minacce ai diritti umani della popolazione europea.

Il Consiglio d’Europa (da non confondere con il Consiglio Europeo, che è la regolare riunione dei Capi di Stato e di Governo dei 27 Stati Membri dell’Unione Europea) tratta una vasta gamma di questioni rilevanti per la società europea, ad eccezione della difesa. Il suo programma di lavoro abbraccia, fra gli altri, i seguenti settori: diritti dell’uomo, mass media, cooperazione giuridica, coesione sociale, salute, educazione, cultura, patrimonio, sport, gioventù, democrazia locale e cooperazione transfrontaliera, ambiente e assetto territoriale.

Le iniziative promosse dal Consiglio d’Europa assumono spesso la forma di convenzioni, volte ad armonizzare tra loro le legislazioni degli Stati membri ed a renderle conformi agli standard del Consiglio. Più di 200 Convenzioni sono state adottate fino ad oggi; la più nota è la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che delinea i diritti e le libertà fondamentali che gli Stati membri sono tenuti a garantire a tutti gli individui nell’ambito della loro giurisdizione, prevedendo un avanzatissimo sistema di tutela incentrato sul ruolo della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Alle convenzioni si aggiungono inoltre numerose risoluzioni e raccomandazioni indirizzate agli Stati membri.

I principali organi del Consiglio d’Europa

– Segretario GeneraleEletto per un mandato di 5 anni dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, sulla base di una raccomandazione del Comitato dei Ministri, il Segretario Generale ha la responsabilità della gestione strategica del programma di lavoro del Consiglio d’Europa e del suo bilancio, nonché del controllo del funzionamento dell’Organizzazione e del Segretariato. La carica è attualmente coperta da Marija Pejčinović Burić, eletta nel 2019.

– Comitato dei Ministri: Organo decisionale del Consiglio d’Europa che, rappresentando  i 46 Stati membri, determina le priorità politiche e approva il bilancio ed il programma di attività dell’Organizzazione. Si riunisce una volta all’anno a livello di Ministri degli Affari Esteri (tradizionalmente a maggio) e una volta a settimana a livello di delegati dei Ministri (Rappresentanti Permanenti a Strasburgo). La Presidenza del Comitato dei Ministri è assunta a turno dagli Stati membri per un periodo di sei mesi, seguendo l’ordine alfabetico inglese del nome degli Stati. L’Italia assumerà la Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a novembre 2021 (fino a maggio 2022).

– Assemblea Parlamentare (PACE): Composta da 648 membri (tra rappresentanti e membri supplenti) dei Parlamenti dei 46 Stati membri, l’Assemblea elegge il Segretario Generale, il Commissario per i diritti umani e i giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Fornisce, inoltre, un forum democratico di dibattito e osserva le elezioni. L’Assemblea Parlamentare non deve essere confusa con il Parlamento Europeo (organo parlamentare dell’Unione Europea comprendente 736 deputati eletti a suffragio universale nei 27 Stati membri UE).

– Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: Giurisdizione internazionale competente a pronunciarsi sul rispetto dei diritti e delle libertà enunciati nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed entrata in vigore il 3 settembre 1953. La Corte, che ha sede a Strasburgo, si compone di un numero di giudici pari a quello degli Stati contraenti (attualmente 46), eletti per nove anni dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, non rieleggibili e con mandato che termina una volta compiuto il settantesimo anno d’età. I giudici siedono nella Corte a titolo individuale, non rappresentando nessuno Stato, essendo legati ad un obbligo d’indipendenza e imparzialità nell’esercizio delle loro funzioni. Dal 18 maggio 2020, il Presidente della Corte è il giudice islandese Robert Spano. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo non deve essere confusa con la Corte Internazionale di Giustizia (organo giudiziario delle Nazioni Unite, con sede all’Aia), né con la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (con sede in Lussemburgo, che garantisce il rispetto delle norme di diritto comunitario, nonché l’interpretazione e l’applicazione dei Trattati istitutivi dell’Unione Europea).

– Commissario per i Diritti Umani: Istituzione indipendente incaricata di promuovere l’educazione, la sensibilizzazione e il rispetto dei diritti umani negli Stati membri del Consiglio d’Europa, attraverso il dialogo con i governi e le visite istituzionali, raccomandazioni e la collaborazione con le istituzioni nazionali per la protezione dei diritti umani. La carica è attualmente ricoperta da Dunja Mijatovic’, che ha iniziato il suo mandato di sei anni nel 2018.

– Congresso dei Poteri Locali e Regionali (CPLRE): Assemblea politica paneuropea composta da 648 membri che rivestono cariche elettive (consiglieri regionali o comunali, sindaci o presidenti di regioni), in rappresentanza di più di 150.000 autorità locali e regionali dei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa. Il CPLRE promuove la democrazia a livello locale e regionale, la governance locale e regionale e il rafforzamento dell’autonomia delle autorità locali. Il CPLRE, inoltre, incoraggia i processi di decentramento e di regionalizzazione, nonché la cooperazione transfrontaliera tra città e regioni.

– Conferenza delle Organizzazioni Internazionali non Governative: Organo che rappresenta la società civile nel Consiglio d’Europa, associando più di 300 ONG internazionali al processo decisionale e all’attuazione dei programmi del Consiglio d’Europa, attraverso diverse modalità di consultazione.