Il 15 aprile 2021, l’UE e l’Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) hanno parafato l’accordo sul nuovo quadro giuridico per le relazioni dell’UE con i 79 Paesi ACP, destinato a sostituire il precedente Accordo di Cotonou. Il nuovo Accordo ha natura mista: oltre all’UE, sono quindi parti contraenti anche gli Stati membri. In attesa dell’entrata in vigore del nuovo Accordo, è stata finora prorogata la validità del previgente Accordo di Cotonou.
Il nuovo strumento si basa su un Accordo comune a livello ACP e tre protocolli regionali rispettivamente per l’Africa, i Caraibi e il Pacifico, contenenti strategie specifiche per ciascuna delle tre aree. Tale struttura – insieme a una nuova architettura istituzionale anch’essa basata su tre Consigli regionali – consentirà di garantire un andamento più flessibile e coerente nelle relazioni UE-ACP e di attuare decisioni e strategie in maniera più rapida, efficace e puntuale rispetto alle esigenze delle singole regioni.
Tra i settori indicati come prioritari dall’Accordo comune si segnalano democrazia e diritti umani; migrazione e mobilità; sviluppo e crescita economica sostenibili; cambiamenti climatici; sviluppo umano e sociale; pace e sicurezza. Un capitolo specifico è stato inoltre dedicato alla cooperazione internazionale, con l’impegno al rafforzamento delle istituzioni multilaterali e al rispetto e all’attuazione dei trattati e delle convenzioni internazionali.
L’Italia ha sostenuto il nuovo Accordo, che rispetta le nostre sensibilità nazionali su tematiche prioritarie: dialogo sull’abolizione della pena di morte e sull’adesione dei Paesi ACP alla Corte Penale Internazionale (CPI); diritti sessuali e della salute riproduttiva; legame con gli Accordi di partenariato economico (EPA) in vigore tra UE e Stati ACP; patrimonio culturale.