L’accordo di libero scambio (ALS) tra l’Unione europea e la Nuova Zelanda è entrato in vigore il 1° maggio 2024. L’accordo crea significative opportunità economiche per le aziende, gli agricoltori e i consumatori di entrambe le Parti, oltre a rafforzare i legami dell’UE con un alleato strategico nella regione, economicamente dinamica, dell’Indo-Pacifico.
L’UE rappresenta il terzo partner commerciale della Nuova Zelanda con cui, negli ultimi anni, ha registrato un costante incremento dell’interscambio di beni. Secondo una valutazione d’impatto commissionata da Bruxelles, con l’entrata in vigore dell’accordo gli scambi commerciali tra la Nuova Zelanda e l’UE dovrebbero aumentare del 30% e la sola eliminazione dei dazi doganali farebbe risparmiare alle imprese 140 milioni di euro l’anno. Anche i flussi di investimenti dell’UE in Nuova Zelanda potrebbero aumentare di oltre l’80%.
Sin dall’entrata in vigore, l’ALS elimina i dazi sui prodotti industriali (che arrivavano fino al 10% in Nuova Zelanda), tra cui automobili e componentistica auto, macchinari, prodotti chimici, prodotti farmaceutici, calzature e abbigliamento, prodotti tessili.
Per quanto riguarda il settore agroalimentare, di grande interesse per il nostro Paese, l’accordo rimuove, all’entrata in vigore, tutte le tariffe sulle esportazioni dell’UE verso la Nuova Zelanda, compresi i principali prodotti di esportazione europei come carni suine, vini e spumanti, cioccolato, prodotti dolciari, prodotti lattiero-caseari, alimenti per animali. Al tempo stesso, tenendo conto della sensibilità di alcuni settori agricoli dell’UE, l’accordo prevede un accesso limitato e controllato (attraverso contingenti tariffari attentamente calibrati) dalla Nuova Zelanda per prodotti come carne bovina, formaggi, burro o latte in polvere. Significativa anche l’inclusione, nell’intesa, di un capitolo dedicato ai sistemi alimentari sostenibili, che rafforza la cooperazione su temi quali il benessere degli animali, l’uso di pesticidi e fertilizzanti.
L’accordo contempla la possibilità di risolvere eventuali pratiche commerciali sleali tra le Parti attraverso gli strumenti di difesa commerciale (antidumping, anti-sovvenzioni, salvaguardie globali). L’intesa prevede anche un meccanismo di salvaguardia bilaterale, che consente all’UE e alla Nuova Zelanda di imporre misure temporanee nel caso in cui un aumento significativo delle importazioni in regime preferenziale causi, o rischi di causare, un grave pregiudizio alle industrie nazionali.
Tra i punti di particolare sensibilità per l’Italia, la Nuova Zelanda si impegna a proteggere l’intera lista di Indicazioni Geografiche presentata dall’UE per vini e bevande spiritose e IIGG europee iconiche nel settore agroalimentare, con la possibilità di aggiungere nuove IIGG in futuro. Il totale di IIGG italiane tutelate è pari a 579. In relazione all’uso del termine “parmesan”, esso rimarrà consentito solo per i produttori che sono sul mercato neozelandese da oltre 5 anni e a patto di non confondere il consumatore sull’origine del prodotto. L’operatività della protezione delle IIGG scatta all’entrata in vigore dell’accordo.
Oltre alla liberalizzazione tariffaria, l’ALS prevede ulteriori possibilità di facilitazione degli scambi, come il divieto di dazi e tasse all’esportazione, l’esenzione dai dazi per le merci riparate e rigenerate e il riconoscimento del marchio “Made in EU”.
Per poter beneficiare dell’accordo, i prodotti esportati dall’UE devono essere considerati originari dell’Unione europea, ossia ottenuti interamente nell’UE (o prodotti nell’UE esclusivamente da materiali originari dell’UE o della Nuova Zelanda) oppure fabbricati nell’UE anche incorporando materiali non originari dell’UE o della Nuova Zelanda, a condizione che tali materiali siano stati sottoposti a una lavorazione o trasformazione sufficiente all’interno dell’UE.
Per quanto riguarda le misure non tariffarie, l’accordo contiene capitoli sulle questioni sanitarie e fitosanitarie (SPS) e sugli ostacoli tecnici al commercio (TBT) che mirano a facilitare il commercio e l’accesso al mercato, salvaguardando al contempo adeguati livelli di protezione. In ambito SPS, ad esempio, è prevista la cooperazione sulla resistenza antimicrobica e si riafferma il principio di precauzione.
L’accordo di libero scambio comprende anche disposizioni esaurienti in materia di proprietà intellettuale, che coprono design industriale, copyright, diritto di rivendita per autori di grafica, arti plastiche e indicazioni geografiche.
L’accordo di libero scambio mira altresì a promuovere gli investimenti tra UE e Nuova Zelanda, garantendo agli investitori dell’UE nel territorio della controparte lo stesso trattamento degli investitori neozelandesi. UE e Nuova Zelanda hanno assunto inoltre una serie di impegni che vanno al di là della normale pratica commerciale: a parte qualche limitata eccezione, non verranno, infatti, imposte condizioni specifiche che limiterebbero la possibilità di investimento né requisiti di nazionalità per specifiche posizioni chiave in società di proprietà dell’altra Parte.
In merito agli appalti pubblici, le Parti apriranno i propri mercati con impegni che vanno al di là di quanto già previsto dall’accordo sugli appalti pubblici in ambito OMC, consentendo la partecipazione agli offerenti della controparte a condizioni di parità con i propri operatori.
Per quanto riguarda il commercio dei servizi, le disposizioni dell’accordo garantiscono ai fornitori di servizi europei parità di condizioni con quelli neozelandesi in settori quali i servizi di consegna, le telecomunicazioni, il trasporto marittimo e i servizi finanziari, con previsioni in materia di movimento dei professionisti (e relativi familiari) per motivi di lavoro.
Riguardo al commercio digitale, l’accordo offre certezza giuridica alle imprese e un ambiente sicuro per i consumatori, facilita il flusso di dati transfrontaliero, vieta i requisiti ingiustificati di localizzazione dei dati, preservando al contempo lo spazio politico dell’UE in materia di protezione dei dati personali.
L’ALS tra UE e Nuova Zelanda è anche il primo accordo commerciale dell’Unione Europea ad aver integrato il nuovo approccio dell’Unione al commercio e allo sviluppo sostenibile, con impegni vincolanti al rispetto degli standard internazionali in materia di lavoro e ambiente, incluso l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e i principi e diritti fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). All’interno del capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile figurano una disposizione sull’uguaglianza di genere; un articolo sulla riforma dei sussidi ai combustibili fossili; la previsione della rimozione dei dazi sui “beni verdi” e della liberalizzazione dei servizi ambientali; disposizioni sull’economia circolare, la deforestazione, il meccanismo di fissazione del prezzo per le emissioni di CO2 e la protezione dell’ambiente marino.
Da ultimo, l’accordo riconosce l’importanza che tutti gli abitanti della Nuova Zelanda, compresa la popolazione Māori, possano beneficiare delle opportunità commerciali e di investimento offerte dall’ALS. Per l’UE si tratta del primo accordo commerciale ad includere un capitolo dedicato alle popolazioni indigene.
Per maggiori informazioni sull’Accordo: EU-New Zealand (europa.eu)