Traduzione di cortesia. Per la versione originale in lingua inglese clicca qui
Noi – Francia, Germania, Italia e Regno Unito – condanniamo fermamente il massiccio aumento della violenza dei coloni contro i civili palestinesi e invochiamo stabilità in Cisgiordania. Le attività destabilizzanti rischiano di compromettere il successo del Piano in 20 Punti per Gaza e le prospettive di una pace e sicurezza nel lungo termine.
Il numero di attacchi ha raggiunto nuovi picchi: secondo l’OCHA, nel mese di ottobre si sono registrati 264 episodi, il numero più alto di aggressioni da parte di coloni in un singolo mese da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a monitorare tali incidenti nel 2006.
Questi attacchi devono cessare. Essi seminano terrore tra i civili, danneggiano gli sforzi di pace in corso e compromettono la stabile sicurezza dello stesso Stato di Israele.
Noi, ministri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito, chiediamo al Governo di Israele di ottemperare ai propri obblighi ai sensi del diritto internazionale e a proteggere la popolazione palestinese dei territori occupati. La condanna della violenza espressa dal Presidente Herzog, dal Primo Ministro Netanyahu e da altre figure politiche e militari di alto livello deve tradursi in azione. Esortiamo quindi il Governo di Israele a perseguire i responsabili di questi crimini e a prevenire ulteriori episodi di violenza affrontando le cause profonde di questo fenomeno.
Accogliamo con favore la chiara opposizione del Presidente Trump all’annessione e ribadiamo la nostra contrarietà a qualsiasi forma di annessione – parziale, totale o de facto – e alle politiche di insediamento che violano il diritto internazionale.
Dopo l’approvazione ufficiale dell’insediamento E1 nell’agosto 2025, che frammenterebbe la Cisgiordania, nelle ultime tre settimane sono stati approvati oltre 3.000 nuovi progetti abitativi, per un totale di 28.000 unità approvate dall’inizio dell’anno, un picco assoluto. Richiediamo al Governo di Israele di invertire questa politica.
La persistente negazione da parte del Governo di Israele dei ricavi fiscali dovuti all’Autorità Palestinese è ingiustificabile. Il Governo di Israele deve sbloccare le entrate fiscali trattenute, estendere il sistema di relazioni bancarie tra le banche israeliane e palestinesi e consentire un incremento dei trasferimenti in shekel. Questi passi sono essenziali per i cittadini palestinesi e per la capacità dell’Autorità Palestinese di fornire servizi pubblici. Indebolire l’Autorità Palestinese compromette la sua capacità di attuare la propria agenda di riforme e di assumere responsabilità a Gaza, come previsto dalla Risoluzione 2803 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Un collasso finanziario dell’Autorità Palestinese danneggerebbe la stabilità regionale e la sicurezza stessa di Israele.
Riaffermiamo il nostro impegno per una soluzione giusta e complessiva del conflitto israelo-palestinese, basata sulla soluzione a due Stati, con lo Stato di Israele e uno Stato di Palestina indipendente, democratico, contiguo, sovrano e effettivo, che vivano fianco a fianco in pace, sicurezza e reciproco riconoscimento. Ribadiamo che non esiste alternativa a una soluzione negoziata a due Stati.